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Confiscati beni per 13 milioni di euro a Salvatore Nicitra, ex boss della Banda della Magliana

Sono stati sequestrati 13 milioni di euro di beni all’ex boss della Banda della Magliana Salvatore Nicitra, coinvolto nell’operazione Jackpot dello scorso anno che ha portato in carcere 38 persone. Personalità di spicco nell’ambiente della criminalità organizzata romana, Nicitra controllava la gestione e la distribuzione delle slot machine in tutta l’area nord della capitale.
A cura di Natascia Grbic
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I carabinieri del Comando provinciale di Roma stanno dando esecuzione questa mattina a un decreto di sequestro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Roma che dispone la confisca di beni, mobili e immobili a carico dell'ex boss della Banda della Magliana Salvatore Nicitra, Rosario Zarbo, Francesco e Rosario Inguanta. Si tratta di beni per un valore totale di 13 milioni di euro, sequestrati in seguito all'operazione Jackpot, che lo scorso anno aveva portato in carcere 38 persone accusate di far parte di un'associazione a delinquere. Secondo quanto emerso dalle indagini, Nicitra era a capo di un gruppo criminale che con metodo mafioso controllava la distribuzione e la gestione delle slot machine in tutta l'area a nord della capitale. I beni confiscati sono gli stessi che i carabinieri avevano già sequestrato agli indagati in seguito all'operazione che li aveva portati in carcere. Per Nicitra e gli altri arrestati è stata disposta anche la sorveglianza speciale e l'obbligo di soggiorno per tre anni nel comune di residenza.

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La caduta del ‘quinto re di Roma'

Soprannominato il ‘quinto re di Roma' dopo Carminati, Fasciani, Senese e Casamonica, Salvatore Nicitra ha una lunga carriera nel mondo criminale. Ex boss della Banda della Magliana, aveva lasciato il giro dello spaccio di droga per darsi alla gestione e al controllo delle slot machine negli esercizi commerciali e nelle sale giochi a nord della capitale. Dalle indagini è emerso che Nicitra sarebbe anche coinvolto in cinque delitti irrisolti accaduti oltre trent'anni fa. Cinque ‘cold case', quattro dei quali avvenuti in vari quartieri della Capitale e uno ad Aversa, all'interno dell'ospedale psichiatrico giudiziario. "Io sono un boss e posso mettere le macchinette dove voglio", diceva nelle intercettazioni registrate dai carabinieri. "Non ho più bisogno di spacciare droga e non ho bisogno di azioni violente perché sono rispettato da tutti". Nicitra si trovava già in carcere dal giugno 2018 in seguito all'indagine Hampa che portò all'arresto anche di Franco Gambacurta, altro nome pesante della mala romana che aveva il suo regno a Montespaccato, con cui aveva stretto un'importante alleanza.

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