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Antico Caffè Greco di Roma, incontro al ministero della Cultura: “Bisogna trovare un accordo”

Lo sfratto del Caffè Greco è stato rinviato. Vittorio Sgarbi ha fissato un incontro tra i proprietari delle mura, l’Ospedale Israelitico di Roma, e i proprietari dell’azienda che ha in gestione lo storico locale di Roma dal 1999, con l’obiettivo di trovare un accordo.
A cura di Carmen Baffi
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caffè greco

Il 22 giugno scorso sarebbe dovuto arrivare lo sfratto definitivo e la chiusura per l'Antico Caffè Greco di via dei Condotti, a Roma. A oggi, il locale è ancora aperto ed è atteso per oggi un incontro tra i proprietari delle mura, l'Ospedale Israelitico di Roma, e i proprietari e gestori del caffè, Flavia Iozzi e Carlo Pellegrini, rispettivamente socia al cento per cento della srl Antico Caffè Greco e il presidente del Consiglio di amministrazione della stessa.

Il contenzioso tra le parti va avanti dal 2017, quando l'Ospedale Israelitico ha deciso di non rinnovare il contratto di affitto all'azienda di Iozzi. Da allora, la chiusura è stata scongiurata diverse volte.

Iozzi e Pellegrini rivendicano da tempo di essere proprietari della licenza originale protetta dal vincolo del ministero dei Beni Culturali del 1953, che ha dichiarato il Caffè Greco "di interesse particolarmente importante ai sensi degli articoli 1 e 2 della L. 1° giugno 1939, n. 1089, e quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge stessa", come recita anche la targa apposta fuori dal locale di via Condotti.

Il Caffè Greco è stato fondato nel 1765 e a partire dall'Ottocento è stato abbellito con opere d'arte e cimeli di interesse internazionale. Dallo storico caffè sono infatti passati artisti come Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Aldo Palazzeschi, Ennio Flaiano, Orson Welles. Le opere conservate nelle sale del locale sono più di trecento, tra queste c'è anche "La Barca della Vita", una tela unica di Domenico Morelli, acquistata all'asta proprio da Pellegrini.

"Dire che siamo solo i gestori è falso. Noi siamo anche proprietari del Caffè Greco e dei beni contenuti al suo interno. È come se qualcuno entrasse e si appropriasse di tutto ciò che è nostro, i tavolini, i quadri, la macchina del caffè e ce lo rubasse. Usiamola questa parola", dichiara Carlo Pellegrini, sottolineando la volontà della srl di trovare un accordo con l'Ospedale Israelitico. "Bisogna trovare un accordo, perché se no si aprirebbe un contenzioso infinito. Abbiamo proposto di raddoppiare il canone di affitto, abbiamo proposto 35mila euro. Abbiamo anche chiesto di poter acquistare le mura del locale, ma non abbiamo mai avuto risposta", spiega.

Oggi alle 14, dunque, per la prima volta dopo anni di battaglie, le parti si sono incontrate nel tentativo di risolvere la controversia. In un intervento alla Corte d’Appello di Roma, l’Avvocatura dello Stato ha precisato in un intervento la posizione del ministero, secondo cui il Caffè Greco non può essere spostato dalla iconica via Condotti, a pochi passi da Piazza di Spagna. Si dovrà dunque stabilire un giusto canone che la proprietaria dell’azienda, Flavia Iozzi, verserà all’Ospedale Israelitico di Roma.

L'incontro è stato convocato dal sottosegretario del ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, che fin da subito si è mobilitato per impedire che il Caffè Greco potesse chiudere. Finché la diatriba non verrà risolta, dunque, lo storico locale di Roma rimarrà aperto. E un accordo tra le parti pare essere l'unica soluzione possibile.

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