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Morto suicida il testimone chiave dell’omicidio di Emanuele Morganti: fu l’unico a difendere il 20enne

Il corpo del ragazzo è stato trovato senza vita in uno stabile a pochi passi dalla sua abitazione e i medici arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Stando a quanto si apprende, il 28enne si sarebbe impiccato.
A cura di Enrico Tata
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Tragedia a Tecchiena, frazione di Alatri. Si è impiccato G., 28 anni. Era il testimone chiave al processo per l'omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne pestato e ucciso dal branco a fine marzo del 2017.

Il corpo del ragazzo è stato trovato senza vita in uno stabile a pochi passi dalla sua abitazione e i medici arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto anche i carabinieri della stazione locale, che si stanno occupando dei rilievi e degli accertamenti del caso.

Stando a quanto si apprende, il giovane è stato trovato impiccato in uno stabile vicino casa. Nei giorni scorsi i militari lo avevano fermato per un controllo di routine e nei prossimi giorni si sarebbe dovuto presentare in caserma. Attualmente i motivi del suicidio restano sconosciuti. Non sarebbe stato trovato alcun messaggio di addio di spiegazione.

Si tratta del cognato di Emanuele Morganti, il 20enne che venne ucciso dal branco nel centro storico di Alatri. Per l'omicidio del ragazzo, avvenuto il 26 marzo del 2017, la Corte d'assise di Frosinone ha condannato a 16 anni di carcere il 26enne Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci. L'accusa nei loro confronti è di omicidio preterintenzionale.

La sentenza di primo grado è arrivata il 31 gennaio 2023, poco più di un anno fa. Secondo quanto ricostruito nel corso del processo, Emanuele Morganti si trovava all'interno del Mirò Club di Alatri insieme alla fidanzata. Il 20enne cominciò a litigare con qualcuno dentro il locale e venne allontanato dai buttafuori. All'esterno del club il ragazzo fu circondato e picchiato a sangue da un gruppetto di persone. Riuscì a rialzarsi e a scappare, ma fu inseguito e pestato nuovamente. I colpi fatali furono inferti con un manganello e un tubolare di ferro. Uno dei pochi ad intervenire fu proprio il giovane che oggi si è tolto la vita. Per il momento, tuttavia, non ci sono indizi che legano la morte del 28enne al caso di Emanuele Morganti.

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