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L’ex sindaca Virginia Raggi rinviata a giudizio per calunnia nei confronti dell’ex ad di Ama

L’ex sindaca di Roma Virginia Raggi è stata rinviata a giudizio per calunnia. La vicenda è legata ad alcune affermazioni fatte da Raggi nei confronti dell’ex amministratore delegato di Ama Lorenzo Bagnacani.
A cura di Enrico Tata
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L'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, è stata rinviata a giudizio con l'accusa di calunnia. La vicenda è legata ad alcune affermazioni fatte da Raggi nei confronti dell'ex amministratore delegato di Ama Lorenzo Bagnacani. La notizia è stata anticipata sul sito del quotidiano Domani. L'udienza è fissata per l'11 settembre.

L'esposto presentato da Bagnacani nasce da fatti che risalgono al 2019. Il giornalista Emiliano Fittipaldi, che all'epoca scriveva per l'Espresso e attualmente è direttore di Domani, pubblicò un articolo che riportava stralci di un esposto presentato in procura da Bagnacani. Secondo l'ex dirigente Ama, la sindaca aveva esercitato "pressioni finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali".  Bagnacani sosteneva che la sindaca lo aveva spinto "a togliere dall'attivo dell'azienda crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili con l'unico obiettivo di portare i conti di Ama in rosso".

Gli audio di Raggi: "Roma fuori controllo, romani si affacciano e vedono la merda"

A conferma di queste affermazioni, l'Espresso aveva pubblicato alcuni audio registrati di nascosto dallo stesso Bagnacani. In una conversazione tra la sindaca e l'ex ad Ama si sentiva Raggi dire: "Lorenzo, se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare!". E ancora: "Se tu lo devi cambiare comunque, lo devi cambiare. Punto. Anche se loro dicono che la luna è piatta". Raggi sosteneva che Roma era "praticamente fuori controllo, i sindacati fanno quel cazzo che vogliono". La tariffa sui rifiuti non può essere aumentata perché "i romani oggi si affacciano e vedono la merda. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene…in altre zone…cioè non c'è modo, non c'è modo. Allora…quando ai romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari, ma io scateno, cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli".

L'esposto presentato da Bagnacani portò la sindaca davanti ai pm. Per quei fatti i pm chiesero l'archiviazione, ma quando Raggi venne sentita dai magistrati nel 2022, si difese spiegando di essere stata minacciata proprio dall'ex ad Ama. Queste considerazioni portarono Bagnacani ad una nuova denuncia per calunnia. E per questo oggi il gip ha deciso di rinviare a giudizio l'ex prima cittadina.

Sono stati rinviati a giudizio anche l'allora direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti, l'ex assessore al bilancio e alle partecipate Gianni Lemmetti, Luigi Botteghi della Ragioneria Generale e Giuseppe Labarile, direttore delle Partecipate. Per loro l'accusa è quella di tentata concussione in concorso.

"Confidiamo che il processo rivelerà le responsabilità, che emergono anche dalle intercettazioni telefoniche, di un periodo che dovrà essere oggetto di riflessione e di approfondimento dal punto di vista storico e politico e le cui conseguenze per Roma purtroppo ancora sono visibili da tutti", ha dichiarato al Domani la legale di Bagnacani, Elisabetta Gentile.

Raggi: "Ho ricevuto pressioni"

"Contrariamente a quanto leggo su qualche agenzia, mai sono stata accusata di corruzione. Mi si contesta di avere accusato alcune persone di avere tenuto nei miei confronti una condotta che esse stesse hanno esplicitamente rivendicato. All'epoca ho effettivamente subito enormi pressioni affinché si approvasse un bilancio che presentava molti aspetti poco chiari, ma non lo feci", ha dichiarato Virginia Raggi.

"Provo, pertanto, sconcerto e rabbia per una vicenda paradossale nella quale – voglio ricordarlo – sono stata io, per prima, a denunciare pubblicamente e a segnalare in Procura la situazione economica altamente critica dell'azienda – e, poi, ad affidarla a un nuovo CdA, che ne ha risanato i conti. Il bilancio successivamente approvato, dopo aver sostituito i vertici della società, risultò ben diverso: è emerso, infatti, un buco di 250 milioni di Euro, prodottisi addirittura dal 2003, dovuti a una gestione pregressa  a dir poco disattenta dell'azienda. Ci tengo infine a sottolineare che, in relazione ai fatti che mi vengono oggi addebitati, il PM ha chiesto, prima, l'archiviazione e, poi, una sentenza di non luogo a procedere in mio favore. Affronteremo anche questa", le parole dell'ex sindaca.

La difesa di Raggi: "Calunnia non è configurabile"

"Per noi non è configurabile la calunnia. La contestazione che viene mossa è di avere rappresentato ai pm che l'hanno sentita il fatto che Bagnacani e Montanari la spingevano ad approvare un bilancio Ama come dicevano loro. In questo loro hanno configurato una possibile calunnia perché Raggi li avrebbe accusati ingiustamente di violenza privata nei suoi confronti", ha spiegato all'Adnkronos l'avvocato Pierfrancesco Bruno, legale di Raggi.

"Per noi non è configurabile la calunnia, e tantomeno quelle parole non significavano minacce in senso penalistico ma come da definizione di dizionario della lingua italiana non è una violenza privata, ma solo una rappresentazione del rischio che lei si assumeva", ha aggiunto.

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