Rogo in casa a Genova, poche speranze per il piccolo Giuseppe: “Morte cerebrale”
Non ce l'ha fatta Giuseppe, il bambino di sette anni che i genitori hanno lanciato giù dalla finestra della loro abitazione a Casella, nell'entroterra di Genova, nel disperato tentativo di salvarlo dall'incendio che era scoppiato nella stessa casa venerdì notte. Dopo ore di ansia, con la corsa al pronto soccorso per tentare il tutto per tutto, le condizioni del bimbo sono peggiorate inesorabilmente fino al dramma. La mamma ha dato infatti l'autorizzazione all'espianto degli organi dopo l'avvio delle procedure per l'accertamento della morte cerebrale del piccolo. Lo ha reso noto la direzione sanitaria dell'ospedale Gaslini del capoluogo ligure, dove il bambino era ricoverato.
Tutto è cominciato nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 aprile, quando Alessio Fraietta, 49 anni, sua moglie, Vicenza Sansone, e il piccolo Giuseppe sono rimasti bloccati da un incendio nel loro appartamento al secondo piano di uno stabile nel borgo della Vallescrivia. Nel disperato tentativo di salvarsi e mettere soprattutto il bambino al sicuro, la coppia ha cercato la fuga attraverso una finestra, lanciandosi nel vuoto da un'altezza di 5 metri. Giuseppe ha da subito riportato ferite gravissime; meno critiche, ma comunque serie, invece sono apparse le condizioni dei due adulti. Trasportato d'urgenza all'ospedale pediatrico Gaslini, nella tarda serata di sabato sono state avviate le procedure per dichiarare la morte cerebrale, in assenza di parametri vitali. Una commissione medico legale dovrà ora monitorare le sue condizioni e dichiararne il decesso se entro sei ore non saranno riscontrate attività vitali. La madre ha dato l'autorizzazione all'espianto degli organi dal letto dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, dove è ricoverata e nonostante lo stato di shock.