5 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Riforma del lavoro in CdM ma Cisl e Ugl frenano sull’art.18

La riforma del lavoro oggi approda al Consiglio dei Ministri che varerà i punti presentati dalla Fornero, ma non il testo finale. Sulla stesura della legge da presentare in Parlamento anche Cisl e Ugl chiedono maggiori paletti soprattutto sulla modifica dell’articolo 18.
A cura di Antonio Palma
5 CONDIVISIONI
La riforma del lavoro oggi approda al Consiglio dei Ministri che varerà i punti presentati dalla Fornero, ma non il testo finale. Sulla stesura della legge da presentare in Parleranno anche Cisl e Ugl chiedono maggiori paletti soprattutto sulla modifica dell'articolo 18.

Oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare definitivamente la proposta di riforma del lavoro da presentare in Parlamento comprensiva di modifiche all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, seppur senza le norme nel dettaglio viste le incertezze e i tempi stretti. Ieri il Premier Monti aveva assicurato che il Governo è fermamente intenzionato ad andare avanti nonostante l'opposizione della Cgil e di alcuni partiti come il Pd e l'Idv, ma a confermare che il lavoro da fare è ancora molto anche Cisl e Uil che dopo l'assenso alla riforma chiedono ora nella stesura finale del testo norme più precise sull'articolo 18.

Ci sarà un disegno di legge ordinario – Il Governo ha intenzione di presentare la riforma in Parlamento sotto forma di un disegno di legge ordinario e non di un decreto, vista l'opposizione del Pd. In questo modo c'è più spazio per ripensamenti dell'ultima ora e la possibilità di una discussione più ampia alle Camere. Il problema principale è che Monti è disposto anche a cambiare piccoli punti della complessa riforma ma per il momento non vede spiragli di trattativa proprio sull'art.18.

Cisl e Ugl pretendono paletti sul licenziamento economico – Il Governo ha promesso che farà di tutto per evitare ogni tipo di abuso  ma dopo alcune verifiche anche Cisl e Ugl chiedono su questo punto maggiore chiarezza. "Serve un cambio per i licenziamenti economici" ha detto il segretario Cisl Raffaele Bonanni che ha chiarito di voler puntare al modello tedesco come il Pd che lo aveva imposto anche durante i vertici di maggioranza a Palazzo Chigi. Il problema principale infatti ora appare la mancanza del reintegro per i licenziamenti economici che per i sindacati, in caso di abusi da parte dell'impresa, rischia di trasformarsi in uno strumento di discriminazione dei lavoratori. Della stessa idea il segretario dell'Ugl Giovanni Centrella che chiarisce "saremo costretti a cambiare posizione se per i licenziamenti per motivi economici se non verrà previsto anche il reintegro e un tentativo di conciliazione obbligatorio".

Il CdM varerà solo i punti e non il testo definitivo – Per il momento la proposta sul tavolo del CdM è quella di inserire nel testo definitivo una clausola che impone il reintegro nel caso si scopra che il licenziamento economico sia solo una maschera per altri motivi discriminanti. Il Consiglio dei Ministri varerà in ogni modo la lista di punti presentata dalla Fornero dando mandato al Governo di presentarla in Parlamento per la stesura definitiva della legge con ulteriori accordi ma senza la necessità di ritornare in CdM per un nuovo via libera.

5 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views