Riforma del lavoro: Cgil, Cisl e Uil verso una proposta comune
Insieme si può. Cgil, Cisl e Uil ritrovano l'unità sui temi del mercato del lavoro e sono pronte a presentarsi con una proposta comune al prossimo incontro col governo Monti. "Abbiamo opinioni identiche. Andremo alla discussione con proposte di tutte e tre le centrali confederali" ha fatto sapere il leader della Cisl Raffaele Bonanni. Martedì è previsto un incontro tra i 3 sindacati, l'obiettivo è quello di mettere nero su bianco una serie di proposte su mercato del lavoro, ammortizzatori sociali, crescita e pensioni. Susanna Camusso, numero uno della Cgil, ha parlato di un' "agenda condivisa" tra le forze sindacali; Luigi Angeletti, segretario della Uil, ha definito un "atto di assoluta responsabilità" la volontà delle sigle di presentare all'esecutivo un documento comune e condiviso.
L'articolo 18 non sarà argomento di discussione
Sindacati pronti a trattare col governo, ma non sull'articolo 18. Quello non si tocca, altrimenti, come ha affermato Bonanni, il confronto è a serio rischio "black out". L'articolo che protegge i lavori di imprese con più di 15 dipendenti dal licenziamento senza giusta causa rappresenta un fortino che le sigle difenderanno fino alla fine. Proprio a questo proposito la Camusso ha ribadito l'importanza di "non cancellare gli strumenti e le procedure precedenti", anche perché all'orizzonte "c'è una stagione difficilissima".
Il segretario della Cgil ha anche speso qualche parola sulla bozza del decreto sulle liberalizzazioni che alcuni organi di informazione si sono affrettati a diffondere. "Spero che la bozza che sta circolando in questi giorni, e che contiene anche un riferimento all'articolo 18, non sia confermata" ha dichiarato la Camusso, facendo riferimento a un articolo del testo che sposta la soglia di applicabilità dell'articolo 18 da 15 a 50 dipendenti per le aziende che si fondono.
Confronto "trasparente" col governo
Le 3 sigle chiedono all'esecutivo un confronto trasparente. Angeletti ha sottolineato che il progetto riformatore del governo non deve passare per una "sospensione della partecipazione, e quindi della democrazia". Altrimenti il governo potrebbe impantanarsi. Della stessa opinione Bonanni che fa riferimento alle proteste dei tassisti: "Quando non c'è dialogo si istiga la rivolta".