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Renzi sulle pensioni: “Restituiremo parte dei soldi nei prossimi mesi”

Il Premier: “Questi soldi purtroppo non andranno ai pensionati che prendono 700 euro al mese”
A cura di Antonio Palma
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Dopo giorni convulsi e confusionari tra annunci, smentite e controrepliche, sul caso dei rimborsi delle pensioni bloccate arriva l'annuncio definitivo del Presidente del Consiglio. "Restituiremo una parte di questi soldi" ha annunciato infatti questa mattina il Premier Renzi intervenendo ai microfoni di Radio Anch'io, trasmissione radiofonica di Rai RadioUno. Rispondendo alle domande sulle intenzioni del governo per quanto riguarda i rimborsi delle pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale, il leader del Pd ha assicurato: "Stiamo studiando come fare a rispettare la sentenza e contemporaneamente l'esigenza di bilancio sapendo che questi soldi purtroppo non andranno ai pensionati che prendono 700 euro al mese". Il problema era sorto dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il mancato adeguamento all’inflazione per le pensioni da tre volte il minimo Inps, decisa dal governo Monti.

Non ci sarà dunque un rimborso totale degli arretrati ma probabilmente un parziale reintegro della mancata indicizzazione delle pensioni in base alle pensioni percepite dagli interessati. Secondo il Premier infatti "La Corte Costituzionale non ha detto che non si può fare il blocco delle pensioni, ma che in quel modo non andava bene" quindi "C'è da ripensare quel modello di organizzazione delle pensioni, lo faremo nel corso dei prossimi giorni e nei prossimi mesi". Ad ogni modo il tutto sarà fatto senza "mettere le mani in tasca agli italiani" ha tenuto a sottolineare Renzi.

Inevitabile anche il riferimento alle prossime elezioni regionali, in particolare all'affare dei cosiddetti candidati impresentabili. "Il Pd non ha candidati impresentabili" alle regionali, ha insistito Renzi parlando delle polemiche all'interno del suo partito nei giorni scorsi. "Ci sono alcune liste con candidati impresentabili, che avrei evitato di mettere. Ma sul Pd sono pronto alla prova del nove e allo scanner" ha aggiunto il Premier, che si è detto sicuro anche sula tenuta del suo partito. "Dire che il Pd perde pezzi quando all'inizio della legislatura avevamo 290 deputati e oggi siamo a 310… Il Pd non perde pezzi, però bisogna fare l'interesse dei cittadini non delle correnti del Pd" ha spiegato infatti Renzi.

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