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Voto ai 18enni per il Senato, via libera della Camera: manca solo ok definitivo di Palazzo Madama

Dopo il via libera (il terzo) della Camera, manca solo un ultimo passaggio a Palazzo Madama per abbassare l’età dei cittadini che possono eleggere i senatori, portandola da 25 a 18 come avviene per i deputati. “La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall’elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini. La direzione intrapresa è quella di favorire la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica”, ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.
A cura di Annalisa Girardi
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Via libera, il terzo, alla riforma costituzionale che estende ai diciottenni il diritto di voto per il Senato, per cui al momento è necessario aver compiuto 25 anni. Con 405 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti il testo è passato alla Camera: ora dovrà essere esaminato per le quarta e definitiva lettura proprio dall'Assemblea di Palazzo Madama. Manca quindi solo un ultimo passo per abbassare l'età dei cittadini che possono eleggere i senatori, portandola appunto a 18 come avviene per la Camera dei deputati. "La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall'elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini. La direzione intrapresa è quella di favorire la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica, obiettivo che da sempre il M5S persegue e che ci allinea agli altri Paesi europei", ha commentato in una nota il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, augurandosi che il via libera definitivo del Senato possa arrivare in tempi brevissimi.

Se questo avverrà si dovrà modificare l'articolo 58 della Costituzione. Il deputato del Partito democratico Stefano Ceccanti, autore del progetto di legge insieme alla collega pentastellata Valentina Corneli, ha sottolineato che l'approvazione a Montecitorio rappresenti un passaggio importante sia in quanto estende i diritti politici di milioni di cittadini maggiorenni, ma anche "perché si fa un'importante scelta di razionalizzazione, rendendo così pressoché impossibili maggioranze diverse in due Camere che danno entrambe la fiducia al governo".

Soddisfazione anche da parte della capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, per cui il passaggio alla Camera ha rafforzato "la nostra democrazia, perché va a creare un legame nuovo tra queste generazioni e le istituzioni repubblicane". La deputata ha quindi concluso: "Differenziare non può significare discriminare. Questo è il nostro impegno".

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