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Strage di Cutro, giudizio immediato per i quattro scafisti: a che punto è l’inchiesta sul naufragio

Il prossimo 4 ottobre inizierà il dibattimento del processo ai quattro presunti scafisti, coinvolti nella strage di Cutro, in cui hanno perso la vita almeno 94 persone.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per la strage di Cutro, il naufragio avvenuto a pochi metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2023, in cui hanno perso la vita almeno 94 persone, di cui la 35 bambini, saranno processati il 4 ottobre prossimo dal Tribunale di Crotone i quattro presunti scafisti del caicco ‘Summer love', salpato dalla Turchia. A bordo del natante, che si è schiantato contro una secca a poche decine di metri dalla riva, viaggiavano 180 migranti.

La Gazzetta del Sud di oggi ha scritto che il pm della Procura di Crotone Pasquale Festa ha chiesto e ottenuto dal gip Massimo Forciniti il giudizio immediato per i quattro scafisti.

Gli imputati, Ufuk Gun, di 28 anni, turco, Arslan Khalid, 25 anni, pachistano, Fuat Sami, 50 anni, turco e Hafab Hussnain, 21 anni, pachistano, hanno adesso 15 giorni di tempo per chiedere eventualmente di essere processati con un rito alternativo. I quattro sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio colposo e omicidio colposo.

Agli imputati, il pm – che nella sua richiesta attribuisce ad ognuno uno specifico ruolo durante il viaggio dell'imbarcazione – contesta anche le condotte tenute in prossimità della riva quando, per poter rientrare in Turchia con la barca, hanno effettuato una brusca virata nell'erroneo convincimento di essere stati individuati dalle forze dell'ordine. Virata che, secondo l'accusa, insieme alle condizioni del mare e alla presenza della secca, ha determinato l'urto col fondale e il conseguente naufragio. A due imputati viene contestato inoltre di avere impedito ai migranti di chiamare i soccorsi.

Sul disastro di Steccato di Cutro la Procura della Repubblica di Crotone ha aperto anche una seconda inchiesta, ancora in corso, che riguarda eventuali carenze ed errori nella catena di soccorso e in cui risultano indagate sei persone, tra le quali due ufficiali e un sottufficiale della Guardia di finanza in servizio quella notte: si tratta del tenente colonnello Alberto Lippolis, di Antonino Lopresti, operatore di turno la notte del naufragio, e del colonnello Nicolino Vardaro, a cui sono contestati i reati di naufragio colposo, rifiuto e omissione di atti d'ufficio e omicidio colposo. L'identità degli altri tre indagati resta coperta da omissis.

Secondo le testimonianze di alcuni sopravvissuti – che sarebbero state raccolte e videoregistrate nel giugno scorso in due diversi campi di accoglienza nella Germania settentrionale – prima del naufragio, un elicottero bianco avrebbe sorvolato per due volte l'area in cui si trovava il caicco, prima alle 19 e poi alle 22 del 25 febbraio, quindi prima che il natante sbattesse sulla secca a ridosso della spiaggia di Steccato di Cutro. Secondo i migranti che hanno ricostruito i fatti di quella notte l'elicottero apparteneva alla Guardia Costiera, che pur avendo avvistato la barca in difficoltà non avrebbe attivato i soccorsi.

"È volato sopra di noi: ha compiuto una deviazione e se n’è andato. Eravamo seduti sul ponte superiore della nave, i quattro scafisti ci hanno costretto a nasconderci sottocoperta". A una domanda su come era fatto il velivolo, i migranti hanno risposto così: "Era tutto bianco con una coda rossa e insegne rosse. Di nuovo intorno alle 22 ha sorvolato la nostra imbarcazione, poi è andato via. Siamo dovuti correre ai piani inferiori un’altra volta per non farci vedere". Davanti all'immagine di due elicotteri, uno della Guardia di Finanza e uno della Guardia Costiera, i testimoni hanno risposto prontamente "È questo", riferendosi al Corpo delle Capitanerie di Porto. Ma questa versione è stata fermamente respinta dalla stessa Guardia Costiera, che ha smentito tutte le accuse mosse dai migranti.

A sei mesi dalla strage di Cutro la commemorazione delle vittime

A sei mesi dal naufragio di Cutro il prossimo 26 agosto, il giornale online CrotoneNews ha organizzato una cerimonia di commemorazione delle 94 vittime che si terrà sulla spiaggia di Steccato di Cutro alle 4,30 del mattino, allo stesso orario dello schianto dell'imbarcazione sulla costa calabrese.

"Sei mesi – scrivono in una nota Bruno Palermo e Vincenzo Montalcini, fondatore e direttore di CrotoneNews – nei quali non è passato giorno senza che la nostra mente e i nostri occhi tornassero su quella spiaggia, in quel palazzetto dello sport colmo di bare. Alle 94 vittime accertate, di cui 35 bambini e adolescenti, vanno aggiunti un numero imprecisato di dispersi e anche tra loro tanti bambini. Bambini seppelliti addirittura senza poter avere sulla bara il nome e il cognome, ma soltanto una sigla".

Ricordando che anche dopo la strage di Cutro "il dramma delle morti nel Mediterraneo si ripete senza sosta", Palermo e Montalcini ribadiscono la richiesta di fare chiarezza: "Noi non siamo e non saremo mai giudici, ma ci uniamo al grido dei tanti crotonesi che hanno accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fuori dal PalaMilone: giustizia, giustizia. Cutro, come Crotone e la Calabria, non è un decreto disumano, insulso e demagogico; Cutro, come Crotone e la Calabria, è stata ed è accoglienza, solidarietà, umanità".

"Per questo – scrivono i due giornalisti – il 26 mattina, alle ore 4:30, ci ritroveremo sulla spiaggia di Steccato di Cutro dove è naufragato il caicco ‘Summer Love' e con esso l'umanità di chi grida all'invasione e non aiuta, non soccorre, non supporta. Alle 4:30 accenderemo 94 lumini su quella spiaggia e ognuno di essi avrà il nome di una vittima. L'iniziativa è aperta a chiunque voglia partecipare e dare un segno tangibile che questa umanità, quella di chi accoglie e soccorre è l'umanità vera".

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