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Elezioni politiche 2022

Sondaggi, perché il Centrosinistra rischia un tracollo agli uninominali: come sarà il nuovo Parlamento

Secondo una simulazione fatta da BiDiMedia il Centrodestra è in netto vantaggio per le prossime elezioni: otterrebbe 108 collegi uninominali alla Camera (il Centrosinistra solo 37); mentre al Senato ne otterrebbe 56 (il Centrosinistra solo 16).
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A cura di Annalisa Cangemi
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Elezioni politiche 2022

Secondo una simulazione dei collegi uninominali realizzata da BiDiMedia, sulla base dei numerosi sondaggi recentemente svolti, per le prossime elezioni è nettamente in vantaggio il Centrodestra.
Allo stato attuale, la coalizione costituita da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi con l’Italia/Italia al Centro e Coraggio Italia/UDC, otterrebbe 108 collegi uninominali alla Camera. Di questi ben 80 sono “solid”, cioè il distacco attuale è superiore ad 8 punti, mentre gli altri 28 sono “lean”, con un vantaggio inferiore appunto agli 8 punti. Il Centrosinistra, definito nelle scorse ore dagli accordi siglati da Enrico Letta e costituito da Partito Democratico, Azione/Più Europa, Alleanza Verdi e Sinistra ed Impegno Civico di Di Maio, vincerebbe solo 37 collegi, 12 in maniera solid e 25 lean. Due Seggi vinti, infine, dall’SVP.

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Ma come si distribuiscono i collegi? Il Centrosinistra rimane forte principalmente nelle due regioni rosse storiche, cioè Emilia-Romagna e Toscana, ma non nelle Marche ed in Umbria, e nei centri delle principali città come Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova ed anche Palermo.
In qualche zona del Centro-Sud, specialmente in Sardegna, assistiamo ad una corsa tripolare – data la forza residua del Movimento 5 Stelle – che permette al Centrosinistra di strappare 5 collegi (tutti in maniera lean) pur non avendo numeri assoluti altissimi. Tutti gli altri collegi sono appannaggio del Centrodestra, spesso con vantaggi molto elevati. Il M5S non vincerebbe, secondo la simulazione BiDiMedia, alcun seggio.

Situazione molto simile al Senato, dove il Centrodestra vincerebbe ben 56 collegi (40 solid, 16 lean), mentre il Centrosinistra solo 16 (4 Solid, 12 Lean). Questa proporzione è simile a quella della Camera ma è ulteriormente penalizzante per il Centrosinistra dato che, vista la forza cittadina della coalizione, quest’ultima viene penalizzata man mano che i collegi diventano più grandi.

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Secondo la simulazione di BiDiMedia, i collegi in assoluto al Senato più in equilibrio sono Ravenna-Ferrara e Benevento (dati al Centrosinistra) e Arezzo e Rimini (assegnati al Centrodestra). A Benevento, in particolare, la candidatura del partito di Clemente Mastella potrebbe spostare gli equilibri, in un collegio previsto testa a testa secondo questa simulazione.
Nei collegi plurinominali della Camera, invece, il Centrodestra vincerebbe 122 seggi, il Centrosinistra 95, il Movimento 5 Stelle 27, SVP 1. Al Senato, invece, approfittando dello sbarramento implicito causato dalla distribuzione regionale dei seggi, il Centrodestra ottiene più del 50% dei seggi (64). Segue il Centrosinistra con 46 ed il Movimento 5 Stelle con 12.

Sommando i due valori, alla Camera il Centrodestra disporrebbe di 230 seggi pari al 58% dei seggi totali (un valore relativamente lontano dal 66% necessario per poter varare le riforme costituzionali), il Centrosinistra ne otterrebbe 132 (33%), il M5S 27 (7%), il resto a SVP (3 seggi) e Estero (8 seggi).

Al Senato la differenza è ancora maggiore: il Centrodestra avrebbe 120 seggi su 400 (406 se si contano i senatori a vita), il Centrosinistra 62, il M5S 12, SVP 2. Si ricorda che ai tempi del Porcellum le maggioranze “solide” erano costituite dal 54% dei seggi.

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E se la coalizione di Centrosinistra dovesse rompersi?

Cosa accadrebbe invece se la Coalizione di Centrosinistra dovesse rompersi? Il Centrodestra aumenterebbe in maniera notevole i collegi vinti. Nel caso che a sfilarsi fosse l’Alleanza Verdi e Sinistra, infatti, il Centrodestra arriverebbe a 247 seggi
totali (62%). Se ad uscire dalla coalizione fosse invece il partito di Calenda e Bonino i collegi vinti arriverebbero a 250 (63%). Addirittura, se la coalizione saltasse del tutto e si andasse “ognuno per conto suo”, il Centrodestra arriverebbe addirittura a 257 seggi, pari al 64% del totale, molto vicino al 66% necessario per le riforme costituzionali. Per questo, visto questi calcoli, l'alleanza per il Centrosinistra potrebbe rivelarsi molto utile.

Chi ci guadagna di più dall'alleanza di Centrosinistra

Tante critiche sono arrivate al segretario Letta per l'accordo stipulato ieri, che prevede come proporzioni per l’uninominale il 57% dei collegi assegnato al PD, il 24% ad Azione/Più Europa, il 14% all’Alleanza Verdi e Sinistra, il 5 ad Impegno Civico di Di Maio.
Secondo la simulazione il PD, da solo, avrebbe vinto 13 collegi. Con l’attuale coalizione, invece, 53. Assumendo una distribuzione omogenea dei collegi sicuri da vincere, incerti ed impossibili da ottenere, al Partito Democratico spetterebbero quindi 30 seggi. Il guadagno netto della strategia di Letta è quindi di 17 collegi, numeri alla mano.

Inutile dire che per anche per gli altri alleati, rispetto alla corsa solitaria, i seggi vinti sono decisamente di più: Azione/Più Europa guadagnerebbe (rispetto ai 0 seggi in corsa solitaria) ben 13 seggi, l’Alleanza Verdi e Sinistra 7, Impegno Civico 3.

Quali sono i collegi in bilico

Nello scenario attuale i 40 collegi più in bilico sono in Campania (9), in seconda battuta abbiamo la Toscana, seguita da Lazio e Sardegna. Secondo la simulazione BiDiMedia, quindi, sarebbe utile alle varie forze politiche dedicare più forze in queste zone.
Se invece il Centrosinistra riuscisse a guadagnare 5 punti, la maggior parte della collegi contesi rimarrebbe in Campania, estendendosi però anche ad altre regioni come Sicilia e Marche, che diventerebbero terreno di caccia per la coalizione guidata dal Partito Democratico. Infine, lo scenario contrario, se il Centrodestra riuscisse ad ampliare il distacco di altri 5 punti, questo
riuscirebbe a rendere contendibili anche numerosi collegi in Emilia-Romagna e Toscana, oltre che ad alcuni collegi cittadini delle principali città.

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