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Elezioni politiche 2022

Perché il nucleare pulito di cui parlano Salvini e Calenda non esiste ancora e non arriverà a breve

In campagna elettorale si sta tornando a parlare di nucleare pulito come ricetta per l’indipendenza energetica, ma una ricercatrice che lavora sul progetto ha chiarito che bisognerà aspettare almeno il 2040.
A cura di Tommaso Coluzzi
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C'è un grande tema che è tornato al centro della campagna elettorale – nonostante i due referendum del 1987 e del 2011 – ovvero l'energia nucleare. Sempre più partiti e leader politici la propongono come soluzione per raggiungere l'indipendenza energetica, una questione che è tornata centrale con la guerra in Ucraina e il tentativo di abbandonare completamente il gas russo. La crisi energetica in atto chiede ricette e soluzioni ai partiti, che si differenziano in campagna elettorale in base alle agende. Certo è che il nucleare – in ogni caso – non è una strada percorribile rapidamente semplicemente per i tempi di costruzione degli impianti. Ma in ogni caso ci sono altri problemi per ciò che riguarda il famoso nucleare pulito di nuova generazione di cui parlano spesso Calenda, Salvini e ultimamente anche Berlusconi.

Secondo Fernanda Rimini, ricercatrice del Culham centre for fusion energy nel Regno Unito che si occupa proprio di questo tipo di studi, bisognerà aspettare sostanzialmente il decennio 2040-2050 per avere energia prodotta da centrali a fusione nucleare. Parliamo, appunto, del cosiddetto "nucleare pulito". La ricercatrice – responsabile di alcune tra le sperimentazioni più avanzate nel settore – è intervenuta durante un panel tematico al meeting di Rimini e ha spiegato che nel reattore britannico Jet sono state ricreate condizioni simili a quelle che danno vita ai corpi celesti come il sole e le altre stelle.

Gli esperimenti che sono stati eseguiti fino a ora consentono di dire che l’energia così prodotta non emette gas serra, è più efficiente rispetto all’uso di combustibili fossili, è adatta a usi industriali, non provoca reazioni a catena e rilascia scorie molto più gestibili di quelle nucleari finora conosciute. Il problema, però, sono le tempistiche: sono sessant'anni che si lavora a questo tipo di energia.

"Il prossimo passo sarà la realizzazione del reattore francese Iter, cui contribuiranno tecnologie da vari Paesi, prevista entro la fine di questo decennio – ha spiegato ancora Rimini – Iter sarà in grado di sprigionare più energia di quanta ne venga immessa. A quel punto sarà possibile passare a reattori da collocare nelle singole nazioni". Insomma, in conclusione la ricercatrice ha chiarito: "L’obiettivo molto ambizioso di creare tante ‘mini stelle’ per avere energia pulita, sicura e potenzialmente inesauribile è lontano ma realistico".

Parliamo ovviamente del parere di una ricercatrice che lavora proprio su questi progetti, mentre secondo i calcoli di altre fonti i tempi sarebbero più brevi. Lo stesso ministro Cingolani nei mesi scorsi ha parlato di una decina d'anni prima di vedere un risultato tangibile. Insomma, in ogni caso il nucleare pulito è ancora un progetto in cantiere. E farci affidamento per il futuro, soprattutto quello più prossimo, non sembra affatto una buona idea.

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