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Opinioni
Cambiamenti climatici

Perché è sbagliato invitare i negazionisti climatici in televisione

Per discutere della fisica della Terra, inizieremmo invitando a un confronto un terrapiattista? Invitare in tv chi nega l’origine umana dei cambiamenti climatici è un errore perché ci distrae dal vero dibattito e confronto che dovremmo fare, ovvero come affrontare i cambiamenti climatici. Per questo Chloé Bertini di Ultima Generazione ha fatto bene ad abbandonare lo studio.
A cura di Valerio Renzi
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L'ultima puntata di Piazza Pulita ha visto la rappresentante del movimento Ultima Generazione invitata in studio abbandonare lo trasmissione. La ragione? La presenza di Alberto Prestininzi, geologo e negazionista della responsabilità umana sui cambiamenti climatici. Chloé Bertini decide di alzarsi e, nonostante la richiesta del conduttore Corrado Formigli di continuare a partecipare alla discussione (tra l'altro un parterre composto esclusivamente da uomini di mezza età), decide di alzarsi e andarsene.

"Questo è parte del problema", dice la portavoce di Ultima Generazione. "Non si può impedire a una persona di dire la propria opinione", risponde Formigli. Ma in effetti invitare i rappresentanti del negazionismo climatico a partecipare a un dibattito televisivo credo sia un errore e questo per due ordini di motivi.

Il primo: non dare spazio a chi nega i cambiamenti climatici non vuol dire essere "anti democratici", "censurare", "non voler ascoltare altre opinioni". Al contrario vuol dire non regalare il cinquanta percento dell'audience a una esigua minoranza calcolabile in zero virgola, degli scienziati che sostengono che il cambiamento climatico non abbia origine antropica. Dare voce in un talk politico a questi personaggi, equivale a regalare una sovra rappresentazione che falsa completamente il dibattito in partenza. Non sarebbe molto diverso discutere della fisica della Terra partendo da un dibattito tra terrapiattisti e tutti coloro che invece sostengono che la terra sia di forma sferica. O un dibattito sull'evoluzione biologica fatto a partire da un confronto tra evoluzionisti e creazionisti.

La seconda ragione: fare una discussione così arretrata, anche se evidentemente funzionale allo scontro e alla polarizzazione che ci si può aspettare il un dibattito televisivo, è un danno all'informazione e ai cittadini che vogliono farsi un'opinione in merito alla questione più importante della nostra epoca. Invece di discutere se i cambiamenti climatici sono causati dell'uomo, dovremmo discutere come mitigarne gli effetti, accapigliarci magari su come raggiungere gli impegni sottoscritti dall'Italia in sede istituzionale. Dovremmo discutere se immaginiamo ancora una società basata sul trasporto individuale, di chi deve pagare la conversione ecologica, delle strategie energetiche del governo Meloni tutte tese ancora a investire nel gas come combustile fossile di transizione.

Parlare di questo è importante non solo per amore di polemica, ma è importante perché la televisione è ancora un canale importante di informazione e formazione dell'opinione pubblica, e i talk politici e i programmi di approfondimento contribuiscono a strutturare l'agenda del dibattito pubblico, il suo tono, le sue priorità. Certo tutti be parliamo male, ma poi tutti li guardiamo, commentiamo etc

Non sarebbe meglio, invece che ascoltare Alberto Prestininzi fare le pulci al sesto rapporto dell'Ipcc e agli scienziati di tutto il mondo, ragionare sui dati e gli studi che ci hanno consegnato per poter agire? Il tempo è poco, le questioni da dirimere sono tante ed enormi

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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