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Open Arms, 13 ore di udienza per il processo a Salvini: “Trattenuto in Aula mentre c’è la guerra”

Terminata dopo circa 12 ore, nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, l’udienza del processo Open Arms a carico di Matteo Salvini: “Stare tredici ore in aula per un processo politico è abbastanza bizzarro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Stare tredici ore in aula per un processo politico è abbastanza bizzarro…". Ha commentato così Matteo Salvini l'udienza del processo a suo carico, che si è svolta nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, durata oltre dodici ore. Il leader della Lega è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per avere lasciato 147 migranti, in attesa di un permesso di sbarco, sulla nave spagnola della ong Open Arms nell'agosto del 2019, quando era ancora ministro. Il processo è stato rinviato al prossimo 13 maggio, quando saranno ascoltati Katia Valeria Di Natale (medico Cisom), Isabela Montes, capo missione di Open Arms e Fabrizio Mancini, direttore del servizio Immigrazione. Oggi invece sono stati sentiti il dirigentemedico dell'Asp di Agrigento Vincenzo Asaro, la responsabile del CTA – Dipartimento di Salute Mentale dell'Asp di Agrigento Cristiana Camilleri, l'ex prefetto di Agrigento Dario Caputo e il capitano della Open Arms, Marc Reig Creus.

I migranti soccorsi in mare rimasero a bordo della nave umanitaria per giorni, prima di poter attraccare in un porto sicuro. I pm Giorgia Righi e Marzia Sabella hanno chiesto la trascrizione e la relativa traduzione della lunga deposizione di Marc Reig Creus, che è durata più di sei ore. Anche l'avvocata Giulia Bongiorno ha chiesto la trascrizione, e il presidente della II sezione penale, Roberto Murgia, si è riservato di decidere.

"Non eravamo nelle condizioni di arrivare in Spagna. Non stavamo bene psicologicamente e fisicamente. Eravamo a 700 metri dal porto di Lampedusa e la gente minacciava di gettarsi in acqua. Non eravamo in condizione di navigare nemmeno per un'ora per arrivare a Palma di Maiorca sarebbero servite 50-60 ore di navigazione. Allontanarci dalla costa significava mettere a rischio la vita dei passeggeri, il mio compito è quello di salvaguardala. Quattro persone si erano gettate e altre minacciavano di farlo. Non potevo continuare a navigare fino alla Spagna, avrei messo in pericolo sia l'equipaggio che i migranti a bordo", ha detto il capitano Marc Reig Creus, rispondendo alla domanda dell'avvocata Giulia Bongiorno, che gli aveva domandato perché nell'agosto del 2019 non aveva proseguito la traversata della nave con 147 migranti a bordo fino a Palma di Maiorca.

"Ho partecipato a diverse operazioni di salvataggio, già a partire dal 2015 con la Dignity, una nave medici senza frontiere. Nelle operazioni precedenti l'Italia aveva sempre offerto un posto sicuro e siamo sbarcati in Italia, o in Sicilia. Le autorità maltesi non ci hanno mai dato un porto sicuro, ci hanno solo dato assistenza medica, ma mai un Pos", ha detto il capitano. Poi sull'eventuale presenza di terroristi a bordo: "Io non lo so, mai ci siamo sentiti minacciati a bordo. In quei venti giorni è successo un po' di tutto, anche il gettarsi in acqua scaturisce dall'incertezza e dall'attesa".

Salvini è rimasto in aula per l'intera giornata: "C'è una guerra in corso, c'è il Covid, il caro bollette, la riforma della giustizia e io sono stato trattenuto con l'accusa di aver sequestrato una nave che poteva andare ovunque e invece è voluta venire in Italia. È emerso questo al processo di oggi ma, con tutti i problemi che abbiamo, passare una giornata di lavoro nel tribunale in cui vengono processati i mafiosi è vergognoso", si è lamentato Salvini al termine dell'udienza.

Il segretario del Carroccio si è anche lamentato per non aver potuto "rispondere ai messaggi della ministra della Giustizia Cartabia". Oggi il vertice con la ministra della Giustizia è saltato proprio per l'assenza della Lega, ed è stato rinviato a domani a mezzogiorno."Ho scritto un sms alla ministra Cartabia per dirle che oggi non ho potuto partecipare al vertice sulla riforma del Csm, insieme con l'avvocata Giulia Bongiorno, perché siamo impegnati in udienza da questa mattina in aula", aveva detto durante una breve pausa del processo.

L'avvocata Giulia Bongiorno è intervenuta al termine dell'udienza fiume: "Credo che oggi sia una giornata importante perché il teste che è stato sentito (Marc Creus ndr) è il teste che per l'accusa è la prova più importante, il comandante della nave Open Arms. Ed è emersa in tutta la sua chiarezza quella che è l'assoluta collaborazione da parte dell'Italia e il rifiuto reiterato da parte del comandante di redistribuire parte dei migranti a Malta, di andare in Spagna, di accettare l'aiuto di imbarcazioni italiane". 

"Siccome l'accusa è di sequestro di persona, credo che sia stata smontata dallo stesso comandante, nel momento in cui ha preso atto che ci sono documenti da cui risulta che ci sono state delle sue scelte, dall'1 al 20 agosto ha fatto restare i migranti sulla sua barca per delle scelte che ha fatto in assoluta autonomia", ha aggiunto.

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