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Migranti, Open Arms torna in mare: “Stiamo nel Mediterraneo per garantire il rispetto dei diritti”

Il veliero Astral della Ong spagnola Open Arms è salpato oggi per il Mediterraneo centrale. “Stiamo in mare per salvare vite e garantire il rispetto dei diritti”, hanno scritto in un comunicato. Oggi era prevista un’udienza del processo a carico di Matteo Salvini, ma è stata rinviata.
A cura di Annalisa Girardi
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Open Arms torna in mare. Il veliero Astral, della Ong spagnola, è salpato oggi dal porto di Badalona per la sua Missione 98. "È importante essere in mare per monitorare, proteggere e denunciare le violazioni da cui continuano a essere colpite le persone più vulnerabili", ha annunciato la stessa organizzazione, spiegando che il veliero è partito nel primo pomeriggio per una missione di monitoraggio e sorveglianza nel Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo.

"Oggi più che mai è importante garantire la nostra presenza in quel tratto di mare, una frontiera liquida letale, ma soprattutto una terra di nessuno nella quale i diritti e la vita delle persone vulnerabili sono reiteratamente violati. Tragico il bilancio di questi ultimi mesi con continui naufragi, omissioni di soccorso, respingimenti", ha proseguito la Ong in un comunicato. Per poi sottolineare come le navi umanitarie, in questi mesi, siano "oggetto di attacchi e provvedimenti che hanno reso complesso il loro lavoro e diminuito la loro operatività".

La criminalizzazione che viene fatta delle navi umanitarie, però, non cambia il fatto che loro continuino a stare nel Mediterraneo centrale: "È impossibile sottrarsi a un dovere che è soprattutto morale, quello di salvare vite, ma anche quello di difendere un’idea di mondo basata sul rispetto dei diritti e delle nostre costituzioni democratiche. È per questo che il nostro veliero sarà in mare nei prossimi giorni, per garantire, con la sua presenza, il rispetto delle Convenzioni internazionali e del diritto del mare e per fornire supporto a chi dovesse trovarsi in situazioni di difficoltà o pericolo", ha concluso Open Arms.

La Ong è coinvolta nel processo a carico di Matteo Salvini per sequestro di persona. Oggi la nuova udienza è stata rinviata al 9 giugno su richiesta del ministro dell'Interno, all'epoca dei fatti titolare del Viminale, per legittimo impedimento a causa di impegni istituzionali. L'udienza si sarebbe dovuta tenere oggi nell'aula bunker del carcere Ucciardone e avrebbe dovuto essere ascoltato il fondatore di Open Arms, Oscar Camps. L'accusa al leader della Lega è quella di aver trattenuto in mare la nave della Ong con 147 persone a bordo per ben 15 giorni, prima di lasciarle attraccare in un porto sicuro di sbarco.

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