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Migranti, la strage non si ferma: 289 bambini sono morti nel Mediterraneo finora quest’anno

L’Unicef stima che da gennaio a giugno 2023, nel Mediterraneo siano morti 289 bambini che cercavano di raggiungere l’Europa. Sono 11 a settimana. Il ritmo degli arrivi non accenna a rallentare – sono 75mila in Italia dall’inizio dell’anno – e così salgono anche in morti in mare.
A cura di Luca Pons
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immagine della strage di Cutro, 26 febbraio 2023
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Da gennaio a giugno 2023, nel Mediterraneo sono morti 289 bambini che tentavano di raggiungere l'Europa. A diffondere il dato è stato l'Unicef. Si parla, in media, di undici bambini che hanno perso la vita ogni settimana. Un numero che va messo in fila con altri per rendere l'idea della situazione. Ad esempio il numero di bambini sbarcati in Italia, sempre ad inizio anno: 11.600, per Unicef.

Frontex, l'agenzia dell'Unione europea che si occupa di sorveglianza del mare, ha riportato che solo a giugno 1.900 persone sono scomparse nel Mediterraneo. In questo caso non si parla tecnicamente di vittime, perché spesso è impossibile recuperare i corpi: il mare è profondo e le partenze troppo numerose per registrarle e seguirle tutte, con gli attuali strumenti messi in campo dagli Stati e dall'Ue. Così, il numero è una stima dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni. Ma anche se formalmente queste 1.900 persone sono indicate come "scomparse", è noto che nella stramaggioranza dei casi si parla di individui che hanno perso la vita nel mare, e che non saranno ritrovati.

Il dato di 1.900 scomparsi in un solo mese ha pochi precedenti negli ultimi anni. A giugno, d'altra parte, si è consumata la strage di migranti al largo di Pylos, in Grecia. Questa, da sola, ha causato fino a 500 vittime secondo le stime.

Il 2023 ha segnato un nuovo picco nelle partenze, dopo anni in cui i ritmi erano rallentati. D'altra parte, dall'inizio del governo Meloni ci sono già stati 100mila sbarchi (più del doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno prima). Da gennaio, secondo il Viminale, gli arrivi in Italia sono stati 75mila, contro i 31mila del 2022 e i 24mila del 2021.

La maggior parte delle partenze avviene dalla Libia e dalla Tunisia. Con quest'ultimo Paese, domani l'Ue firmerà un memorandum d'intesa. Un accordo di cui non si sanno ancora i dettagli, che prevederà certamente un forte sostegno economico in cambio dell'impegno tunisino a ridurre le partenze, e che per il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sarà equivalente a un blocco navale.

Nel frattempo, i viaggi in mare continuano e così anche gli arrivi. A Lampedusa questa notte sono arrivate 316 persone migranti. La Guardia costiera ha soccorso 7 barche, ciascuna che trasportava tre le 29 e le 48 persone, mentre un'unità della Guardia di finanza ha individuato un barchino di legno con a bordo 36 persone, (quattro donne e tre minorenni). Delle otto imbarcazioni, tre non avevano più un motore perché – secondo i sopravvissuti – sarebbe caduto in acqua durante la traversata. Tutti i gruppi erano partiti da Sfax, in Tunisia.

All'hotspot di contrada Imbriacola, così, nonostante ieri ci fossero stati più di 650 trasferimenti (472 con il traghetto di linea per Porto Empedocle e 180 con un volo charter per Bologna), la capienza massima è ancora nettamente superata. Le persone ospitate al momento sono 2.082, contro un massimo teorico di posti che è di poco meno di 400. Oggi altre 741 persone saranno portate via con il traghetto di linea, con una corsa dedicata.

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