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Omicidio Giulia Cecchettin

“Ma quale patriarcato? È il vostro uomo rieducato”: poster di Filippo Turetta affissi da Casapound

Manifesti con il volto di Turetta sono stati affissi in diverse città d’Italia da Casapound: “Ma quale patriarcato? Questo è il vostro uomo rieducato”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Casapound riempie di manifesti le città, Si tratta di gigantografie apparse a Roma, Ostia, ma anche a Trento e Bolzano, che riguardano il brutale femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex findazato Filippo Turetta. I manifesti recano la scritta: "Questo è il vostro uomo rieducato", e ritraggono proprio l'assassino, ora in carcere. Una frase che si riferisce chiaramente allo slogan lanciato dalle attiviste di Nonunadimeno alla manifestazioni del 25 novembre contro la violenza sulle donne: Turetta è considerato un figlio sano della società patriarcale, pregna della cultura dello stupro.

Il messaggio è stato lanciato anche dalla sorella di Giulia, Elena, che dopo la morte della sorella ha pubblicato un post su Instagram: "L’assassino di mia sorella viene spesso definito come mostro e invece morto non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I ’mostri' non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro".

Le immagini con il volto di Turetta sono state affisse in diverse città dal movimento politico di estrema destra, che spiega così il gesto: "In questi giorni stiamo sentendo continuamente parlare di Turetta come ‘figlio sano del patriarcato' e di ‘rieducazione' nelle scuole. Turetta è invece la conseguenza di una società che non fornisce più valori né, tanto meno, esempi – spiega CasaPound in una nota – Dopo anni di decostruzione di genere, di deresponsabilizzazione del cittadino, a partire dalla scuola, cosa ci si può aspettare se non individui non in grado di affrontare una benché minima difficoltà?".

Si parla "di rieducazione ma nelle aule scolastiche si ha addirittura paura nel dare voti negativi ai ragazzi per il rischio di ‘turbarli' – si legge ancora nella nota del movimento di estrema destra – Che rieducazione ci potrà mai essere in una scuola che non rende ragazzi e ragazze in grado di affrontare difficoltà, superarle e prendersi responsabilità?".

Contro lo slogan delle femministe si era scagliato nei giorni scorsi anche un consigliere di Brindisi di Fdi, Cesare Mevoli ,che aveva utilizzato la stessa frase poi ripresa nei poster di Casapound per attaccare la sorella di Giulia, Elena: "Ma quale patriarcato, questo è il vostro uomo rieducato. Guardateli, guardateli bene in faccia. Guardate le altre immagini presenti sul web di questi due qua: i volti puliti, le sopracciglia curate, le spalline strette nelle loro camicette su misura, i braccini sottili, le manine intonse. Sono i figli della mascolinità tossica? Non crediamo proprio, questi sono i vostri uomini rieducati, decostruiti, femminilizzati".

La replica della sorella di Giulia

"È spaventoso", ha commentato la sorella di Giulia, Elena, scrivendo le sue parole in una storia rilanciata da Paola Meloni, responsabile dell’associazione Quote Merito (associazione che si occupa di tutela dei diritti civili delle donne), che ha chiesto l’intervento della forze dell’ordine per la rimozione dei poster.

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