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News su migranti e sbarchi in Italia

L’Italia porterà i migranti salvati in Albania, per Meloni è un nuovo “modello”

Il governo italiano e quello albanese hanno chiuso ieri un accordo che prevede la realizzazione di due centri per migranti nel territorio di Tirana, dove verranno portate le persone che sbarcano in Italia.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dalla primavera, l'Italia porterà parte dei migranti che sbarcano sulle proprie coste in Albania – fuori dal suo territorio e dall'Unione europea – in dei centri che verranno realizzati nei prossimi mesi. È questo, in sostanza, il succo del protocollo d'intesa firmato ieri a Roma dalla presidente del Consiglio Meloni e dal premier albanese Rama. L'Italia decide, in sostanza, di appaltare esternamente la gestione dei migranti, con l'obiettivo di svuotare il più rapidamente possibile l'hotspot di Lampedusa e le zone in cui avvengono più sbarchi durante i periodi più intensi delle ondate migratorie. All'interno dei centri, ci tengono a precisare dal governo, verrà rispettata la giurisdizione italiana.

Secondo i calcoli di Palazzo Chigi, a pieno regime i Cpr in Albania potranno registrare un flusso annuale complessivo di almeno 36mila persone, mediamente 3mila al mese. Tutta la fase di identificazione, verifica ed eventuale accesso in Italia – in teoria – si svolgerà perciò su territorio albanese. Poi, a seconda dell'esito delle domande, dovrebbe scattare il rimpatrio nel caso in cui il responso fosse negativo. Qui c'è un grande punto di domanda, visto che nessuno riesce a sciogliere il nodo rimpatri, e difficilmente cambierà qualcosa spostando fisicamente i migranti in Albania da questo punto di vista.

"È un accordo che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi – dice Meloni al Messaggero – contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale". Poi spiega che le zone che verranno utilizzate dall'Italia in territorio albanese saranno il porto di Shengjin e l’area di Gjader. Qui il governo italiano realizzerà, a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, due strutture dove gestire "l’ingresso, l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo e di eventuale rimpatrio degli immigrati". Nel porto verrà avviata la prima fase di sbarco e identificazione, poi nell'area interna ci sarà un'altra struttura per le procedure successive. Il tutto avverrà con la collaborazione della polizia albanese, che sorveglierà la zona esterna delle strutture.

Meloni spiega anche di aver informato la Commissione Ue della decisione di gestire in questo modo il capitolo immigrazione, anche perché l'Albania non fa (ancora) parte dell'Unione: "Credo che possa diventare un modello di collaborazione tra Paesi Ue ed extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori – dice la presidente del Consiglio – La giurisdizione all’interno di questi centri sarà interamente italiana. Nei centri opererà personale italiano, le nostre Forze di polizia e le nostre Commissioni d’asilo. Esattamente come accade nei centri presenti sul nostro territorio nazionale".

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