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L’elogio alle Sardine della scrittrice Dacia Maraini che irrita la comunità ebraica

“Mi capita di scrivere queste poche righe proprio sotto Natale. Un giorno in cui si festeggia l’uomo che ha riformato la severa e vendicativa religione dei padri, introducendo per la prima volta nella cultura monoteista il concetto del perdono, del rispetto per le donne, il rifiuto della schiavitù e della guerra”: queste le parole della scrittrice Dacia Maraini, che ha elogiato le Sardine chiamando in cause le differenze tra cristianesimo ed ebraismo, che hanno suscitato lo sdegno della comunità ebraica.
A cura di Annalisa Girardi
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La scrittrice Dacia Maraini, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, elogia il movimento delle Sardine descrivendolo come la risposta a nuove richieste di idealità e di futuro, di comunità, solidarietà e collaborazione. Ma lo fa attraverso un paragone religioso (visto il periodo natalizio) che non è piaciuto proprio a tutti. La scrittrice, infatti, per mostrare il suo appoggio alle Sardine ha citato Gesù e il cristianesimo, contrapponendoli con il Vecchio Testamento e la religione ebraica.

Mi capita di scrivere queste poche righe proprio sotto Natale. Un giorno in cui si festeggia la nascita di un bambino straordinario che ha cambiato le sorti di una grande parte del mondo. Un giovane uomo che ha riformato la severa e vendicativa religione dei padri, introducendo per la prima volta nella cultura monoteista il concetto del perdono, del rispetto per le donne, il rifiuto della schiavitù e della guerra.

Maraini non ha solo parlato degli ideali delle Sardine, trovandovi le similitudini con il messaggio di Gesù e i cambiamenti innescati dalla sua figura, ma si è soffermata a descrivere i principi del Vecchio Testamento, criticandoli. Una scelta che la comunità ebraica non ha apprezzato.

Ma molti, proprio dentro la Chiesa, hanno rifiutato i principi del vecchio Testamento, il suo concetto di giustizia come vendetta (occhio per occhio, dente per dente), la sua profonda misoginia, l’intolleranza e la passione per la guerra. Oggi la novità del movimento delle Sardine ricorda alla lontana le parole di un pastore povero che a piedi nudi portava a pascolare le pecore. I movimenti che abbiamo conosciuto finora, perfino il grande Sessantotto, usavano le parole Lotta, Guerra, Appropriazione, Distruzione, Nemico da abbattere, ecc. Mentre le piccole sardine , (che spero tanto non si facciano trasformare dai media in tonni pronti per la mattanza), rifiutano l’insulto e l’aggressività. Non pretendono di cambiare il mondo, ma di introdurre in una società sfiduciata e cinica, una nuova voglia di idealismo. 

"Capisco che in questi giorni festivi si esaltino i buoni sentimenti e la non violenza", ha affermato Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma: "Capisco che si cerchi di sottolineare che il nuovo movimento politico che riempie le piazze porti una ventata di freschezza. Quello che mi riesce più difficile da capire è che si debba per forza trovare nelle complesse anime di questo movimento un afflato religioso natalizio. E ancora di meno capisco che si debba trovare in tutto questo una opposizione religiosa. Da una parte il Vecchio Testamento violento e misogino, dall'altra la rivoluzione cristiana pacifica e le Sardine".

E ancora: "Perché se è innegabile la presenza di violenza e di un atteggiamento maschilista nelle antiche pagine della Bibbia, è anche vero che le stesse pagine parlano di pace, perdono e amore, esaltando ruoli femminili. E che tutto questo si trascina e cresce nella tradizione successiva. E che la rivoluzione cristiana è tutt'altra cosa. Oggi un cristiano informato sa evitare le banalità e le menzogne di questa antica opposizione (che ha un nome preciso: marcionismo), che è rimasta però in mente e in bocca ai laici più o meno credenti ma quasi sempre ignoranti".

Il rabbino ha quindi invitato a diffidare di chi "predica una bontà stucchevole condita di false informazioni". Poi afferma: "È normale che un nuovo movimento politico cerchi di ispirarsi agli insegnamenti antichi, ma dovrebbe essere cauto nelle semplificazioni. Dopo il Gesù socialista, rivoluzionario più o meno armato, femminista ecc., oggi abbiamo anche, grazie a Dacia Maraini, il Gesù sardina. A me pare quasi una bestemmia, ma fate voi".

Sulla questione è anche intervenuta la presidente della comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, che ha spiegato sulle sue pagine social come siano proprio posizioni di questo tipo ad alimentare sentimenti antisemiti: "Ecco come si alimenta il pregiudizio antiebraico. Se questa è la strada, qualcuno arriverà a parlare anche di rinchiudere di nuovo gli ebrei nei ghetti".

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