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La toccante storia d’amore dell’eurodeputato grillino Castaldo

L’eurodeputato del Movimento 5 Stelle ha deciso di condividere su Facebook le proprie delusioni nell’amore e nella vita. Lo ha fatto con un post (poi cancellato, ma recuperato da Nonleggerlo) nel quale fa un parallelo tra le difficoltà della sua attività di parlamentare a Bruxelles e quelle che invece ha vissuto da amante.
A cura di Biagio Chiariello
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“Stasera sono uscito con una donna fidanzata (non lo sapevo) e forse avrei potuto portarmela a letto. Eppure non ho neanche voluto tentare. Perché non è quello che voglio, non è quello che mi rende felice. A cosa sarebbe mai servito? A cosa serve pagare quel fottuto prezzo del compromesso con me stesso?”. E’ il cuore del messaggio postato (e poi cancellato) su Facebook da Fabio Massimo Castaldo, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, che ha deciso di condividere sul social network blu i suoi patimenti d’amore.

Il grillino parte dall’incontro con quella misteriosa donna per raccontare il proprio percorso di vita recente, tra delusioni sentimentali, sensi di colpa, pianti, speranze e umiliazioni. Un messaggio che sembra scritto tutto d’un fiato, del quale Castaldo deve essersi pentito visto che l’ha cancellato poco tempo dopo (a recuperarlo è stato Nonleggerlo). L’europarlamentare affronta diversi temi, facendo anche un raffronto sul mondo che lo circonda in una città “nemica”: “Io non diventerò come voi in questa città chiamata Bruxelles, cuore malato di un’Europa malata, tutto sembra avere un fottuto prezzo. Una scelta, un atteggiamento, una carriera, un’ipocrisia. Anche un sentimento”.

Quindi racconta la fine della sua storia d’amore:"Una donna che amavo mi ha liquidato da un giorno all'altro. Senza preavviso. Senza rimorsi e senza scrupoli. Senza mia colpa. Mi ha lasciato lì, con mio padre malato, ricoverato in un letto di ospedale e prossimo all'operazione. A un pugno di giorni dalla stessa. Con la mia mente annientata e dilaniata dal rimorso di pensare più a lei che se ne era andata ora, che a lui che rischiava di andarsene per sempre, privandomi di quella che è la prima persona che mi ama per ciò che sono e non per ciò che ricopro o rappresento. Lei mi ha lasciato proprio così, con il senso di colpa e di inadeguatezza".

Castaldo però ha sperato fino all’ultimo in un ritorno dell’amata: "Ho pianto e ho sperato, ho anticipato un rientro per cercare di strapparle un sorriso e un gesto d'affetto, per riannodare un filo che credevo solo slacciato. E ho ricevuto solo una terribile umiliazione, inflitta con cinica e indifferente maestria. L'ho pregata in ginocchio di ripensarci e darmi un'altra possibilità, negando l'evidenza della ragione. Ho sputato sul mio orgoglio pur di credere in un sogno impossibile. Ma lei non ha esitato neanche e per un istante. Perché era chiaro, nella sua mente, il perseguimento dell'opportunità professionale, del patologico narcisismo, dell'appagamento egoistico delle sue esigenze”.

In pratica, lo stesso atteggiamento che la ragazza con cui è uscito (ma non è andato a letto), avrebbe raccomandato a Castaldo: “Mi ha detto che per riuscire veramente in questo posto non bastano le competenze e la passione. Bisogna avere l'istinto omicida, il killer instict". Un atteggiamento che però lui rifiuta: “Non ho mai desiderato cannibalizzare o calpestare il mio prossimo. Ho sempre voluto arrivare primo, si…lo confesso. Ma senza scorciatoie, correndo più veloce degli altri. Più veloce del vento, gettando il cuore oltre l’ostacolo. […] non voglio essere schiavo dell’ambizione e dell’attivismo fine a sé stesso. Non voglio dimenticare ciò che sono e ho sempre voluto essere […] per questo lotterò per andarmene via da qui un giorno con in testa l’idea di perseguire i miei sogni, quelli più intimi, quelli che coltivo sin da bambino, con la determinazione di raggiungerli con le mie sole forze, per il desiderio di essere amato per ciò che sono, non per ciò che ho. E con lo slancio di darmi a chi amerò, e mi amerà, con tutto me stesso. No. Io non diventerò come voi”.

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