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Assegno di Inclusione, le ultime notizie

La guida del ministero all’Assegno di inclusione: quando arriva, i requisiti e cosa fare se si trova lavoro

Il ministero del Lavoro ha pubblicato una guida all’Assegno di inclusione che specifica quali sono i requisiti da rispettare per averne diritto e cosa devono fare i beneficiari quando trovano lavoro.
A cura di Annalisa Girardi
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Tra circa una settimana partirà ufficialmente l'Assegno di inclusione, la misura di contrasto alla povertà che il governo di Giorgia Meloni ha messo a punto al posto del Reddito di cittadinanza, e che già da alcuni giorni è possibile richiedere presentando domanda all'Inps. Ora il ministero del Lavoro ha pubblicato una nuova guida al provvedimento, per chiarire chi sono i beneficiari e i requisiti necessari per ricevere l'assegno. Ma prima, le definizioni: l'Assegno di inclusione – si legge nelle slides del minister – "è una misura che prevede un sostegno economico, parametrato alla condizione specifica del nucleo familiare, e un progetto personalizzato di inclusione sociale e professionale".

Quando fare domanda per l'Assegno di inclusione

La misura entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024, ma le domande possono essere presentate in autonomia sul sito dell'Inps dal 18 dicembre. Tramite i CAF, invece, le richieste potranno partire dall'8 gennaio 2024.

Sul sito dell'Inps, rispetto alle modalità di domanda, si specifica:

La domanda di ADI può essere presentata all’INPS a partire dal 18 dicembre 2023:

  • in via telematica attraverso il sito internet istituzionale dell’INPS (www.inps.it), accedendo con SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica;
  • presso gli Enti Patronati di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 152;
  • presso i Centri di Assistenza Fiscale, a partire dal 1° gennaio 2024.

Quando arriva l'assegno

Il beneficio economico decorre dal mese successivo a quello in cui il richiedente ha sottoscritto il Pad, cioè il Patto di attivazione digitale, per inserirlo in un percorso di entrata nel mercato del lavoro. Per chi ha completato la procedura entro gennaio 2024 però l'assegno arriverà già in quello stesso mese. Dopodiché il beneficio viene erogato mensilmente sulla Carta Adi, cioè una carta di pagamento elettronica, per un massimo di 18 mesi (rinnovabili per altri 12, previa sospensione di un mese).

Chi ne ha diritto: requisiti e condizioni

Hanno diritto all'Assegno di di inclusione quei nuclei familiari che abbiano al loro interno almeno un componente con disabilità; un minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio (grave disagio bio-psico-sociale) e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. A essere considerate in condizione di svantaggio sono:

  • le persone in carico ai servizi per disturbi mentali;
  • le persone in carico ai servizi per la disabilità;
  • le persone in carico ai servizi per le dipendenze;
  • le persone in carico ai servizi per le vittime di violenza di genere e tratta
  • le persone in carico agli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna in quanto ammesse alle misure alternative alla detenzione, o persone ex detenute da meno di un anno in carico ai servizi;
  • le persone in carico ai servizi per specifiche fragilità sociali e inserite in strutture di accoglienza o in programmi di intervento in emergenza alloggiativa;
  • le persone senza dimora in carico ai servizi;
  • i neomaggiorenni, di età compresa tra i diciotto e i ventuno anni, che vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria che li abbia collocati in comunità residenziali o in affido eterofamiliare, in carico ai servizi sociali o socio-sanitari

Requisiti di cittadinanza e residenza

Ci sono poi altre condizioni da rispettare per poter ricevere il beneficio. Il richiedente deve infatti essere cittadino europeo o "familiare di un cittadino europeo e titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente", oppure "cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo", o ancora "titolare dello status di protezione internazionale (asilo politico o protezione sussidiaria)". Chi presenta la domanda deve inoltre essere residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. "La residenza in Italia è richiesta anche per i componenti del nucleo familiare che rientrano nei parametri della scala di equivalenza", specifica la guida del ministero.

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Requisiti soggettivi

Ci sono altri criteri da tenere in considerazione. Chi presenta la domanda non deve "essere sottoposto a misura cautelare personale o a misura di prevenzione" e nei dieci anni precedenti la richiesta non deve "avere sentenze definitive di condanna o adottate ai sensi dell’articolo 444 e seguenti del codice di procedura penale (cosiddetto “patteggiamento”), per un delitto non colposo che comporti una pena non inferiore ad un anno".

Requisiti economici e la scala di equivalenza

Per quanto riguarda i requisiti economici, la prima precisazione riguarda l'Isee del nucleo familiare del richiedente. Questo non deve essere superiore a 9.360 euro. Il reddito familiare, inoltre, deve essere inferiore a 6 mila euro annui. Bisogna però tenere conto della composizione del nucleo, per cui è stata messa a punto una scala di equivalenza:

Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite dall’allegato 3 al DPCM 159/2013, la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ADI.

Requisiti patrimoniali

Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, invece, questo deve essere ai fini IMU inferiore a 30 mila euro. "Tale importo andrà calcolato decurtando dal patrimonio immobiliare complessivo il valore, ai fini IMU, della casa di abitazione. L’importo massimo detraibile per la casa di abitazione è pari a 150.000 mila euro", aggiungono le linee guida del ministero.

Invece, sul patrimonio mobiliare, per richiedere l'Adi questo non deve superare la cifra dei 6 mila euro, accresciuta di 2 mila per ogni componente (dopo il primo) del nucleo fino a un massimo di 10 mila euro. Dal terzo minore questo è incrementato di altri mille euro. Questi massimali sono ulteriormente incrementati di 5 mila euro per ogni componente in condizione di disabilità e di 7.500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza presente nel nucleo.

Non solo. Conta anche la cilindrata della macchina o la proprietà di barche o aerei:

Nessun componente del nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta, esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente.

Nessun componente deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto, nonché di aeromobili di ogni genere.

Cosa succede quando il percettore dell'Adi trova un lavoro

Ma cosa accade nel caso in cui uno o più componenti del nucleo familiare iniziano a lavorare? Le cose cambiano in base all'attività lavorativa che viene avviata.

Se si tratta di lavoro dipendente:

Nel caso in cui uno o più componenti del nucleo familiare avvii un’attività di lavoro dipendente, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico fino a un massimo di 3.000 euro lordi annui. Il reddito che va oltre questa soglia, viene considerato per determinare l’importo dell’assegno a partire dal mese successivo a quello della variazione.

Se invece si tratta di lavoro autonomo:

A titolo di incentivo, il beneficiario fruisce senza variazioni dell’Assegno di inclusione per le due mensilità successive a quella di variazione della condizione occupazionale, ferma restando la durata complessiva del beneficio. Ogni trimestre si fa poi un aggiornamento rispetto al beneficio, prendendo come riferimento il trimestre precedente: il reddito concorre per la parte eccedente i 3.000 euro lordi annui.

In entrambi i casi, è importare comunicare all'Inps la variazione nei tempi prestabiliti, altrimenti si rischia di perdere il beneficio. Questo non vale solo per lo status lavorativo, ma anche per quanto riguarda la composizione del nucleo familiare. "Ogni volta che intervenga una qualche variazione sulle condizioni e i requisiti di accesso all’assegno di inclusione (e al suo mantenimento), il beneficiario ha l’obbligo di comunicarla entro quindici giorni. Se non lo fa, il beneficio decade", precisa il ministero.

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