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La classifica sulla libertà di stampa, Italia scende di cinque posizioni: pesa il caso Agi-Angelucci

Nel consueto rapporto realizzato da Reporter Senza Frontiere l’Italia passa dal 41esimo al 46esimo posto, con una citazione per la possibile vendita di Agi “a un parlamentare della maggioranza”. Crolla l’Argentina del neoeletto Javier Milei, preoccupazione per i giornalisti di Gaza.
A cura di Luca Capponi
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La libertà di stampa è minacciata da "un numero crescente di governi e autorità politiche" che "non stanno adempiendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico a ricevere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate". Lo afferma Reporter Senza Frontiere nel consueto rapporto annuale volto a analizzare lo stato di salute della libertà di stampa in 180 paesi del mondo. La sintesi del rapporto è che i governi non riescono a salvaguardare il buon giornalismo e la constatazione tocca anche l'Italia. Il nostro paese scende infatti dal 41esimo al 46esimo posto, vanificando la risalita dell'anno scorso (nel 2022 eravamo 58esimi). Nel rapporto infatti c'è un accenno alla cosiddetta "legge bavaglio" e si sottolinea che in Italia "un parlamentare della maggioranza sta cercando di acquisire la seconda agenzia di stampa, l'Agi". Il riferimento è all'imprenditore Antonio Angelucci, deputato della Lega e già editore di varie testate (in questo momento Il Tempo, Libero e Il Giornale). I motivi per cui – da sempre – il nostro paese è molto lontano dalle prime posizioni vanno però addebitati alla presenza di molti giornalisti costretti a vivere sotto scorta o che hanno subìto intimidazioni verbali, fisiche e minacce da parte delle organizzazioni mafiose.

Norvegia al primo posto, l'Argentina perde 40 posizioni

In un anno in cui più della metà della popolazione mondiale si recherà alle urne per elezioni democratiche, l'indice Rsf mostra un declino generale della libertà di stampa a livello globale e un forte aumento della repressione politica dei giornalisti e dei media indipendenti. La Norvegia ha mantenuto la sua posizione di vertice, mentre l'Eritrea si è piazzata all'ultimo posto, prendendo il posto della Corea del Nord, il Paese con il punteggio più basso dello scorso anno. L'Europa è stata l'unica regione a includere paesi classificati come "buoni": il primo paese non europeo a comparire in classifica è infatti il Canada, 14esimo. La Grecia ha ottenuto il peggior risultato in Europa (88° posto in classifica generale), sotto l'Ungheria e la Polonia. Uno dei crolli più significativi è quello dell'Argentina: nello scivolamento dal 26esimo al 66esimo posto del ranking Rsf fa esplicito riferimento alla recente elezione di Javier Milei, "la cui posizione aggressiva nei confronti del giornalismo soffoca il pluralismo".

Cos'è il rischio di "Orbanizzazione" citato nel report

Tuttavia, nel capitolo dedicato all'Europa, il rapporto individua per molti paesi del Vecchio Continente un rischio di "Orbanization", dal nome dell'autoritario primo ministro ungherese Viktor Orban. Il capitolo prende il titolo di «Unione europea e orbanizzazione» e rileva che nonostante l’Ue si sia dotata della sua prima legge per la libertà dei media (lo European Media Freedom Act) ci sono "forze politiche che provano a restringere il campo di azione del giornalismo indipendente». Questa dinamica «pericolosa è incarnata da personaggi come Orbán e Fico (il presidente della Slovacchia, ndr)". Relativamente al conflitto israelo-palestinese, Rsf condanna la “manifesta mancanza di volontà politica da parte della comunità internazionale di far rispettare i principi di protezione dei giornalisti” a Gaza. Secondo l'ong, più di cento reporter palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano, di cui almeno 22 in servizio.

Le parole del Papa sulla libertà di stampa

Oggi è la Giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa e Papa Francesco ha voluto dedicare un pensiero con un messaggio su X. "La libertà di stampa – ha scritto il Pontefice – è fondamentale per sviluppare un assennato senso critico e per imparare a distinguere la verità dalla menzogna e a lavorare in maniera non ideologica per la giustizia, la pace e il rispetto del creato".

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