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La Camera dice no al controllo esterno sui bilanci dei partiti

Respinta la proposta del Presidente Fini che prevedeva nel nuovo regolamento di Montecitorio l’obbligo di controllo sui bilanci dei gruppi da parte di una società di certificazione esterna.
A cura di Antonio Palma
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La Camera dice no al controllo esterno sui bilanci dei partiti

Più trasparenza sull'uso dei fondi pubblici, ma non ci sarà nessun controllo esterno sui bilanci dei gruppi parlamentari, così ha deciso la Camera dei deputati per la bozza del nuovo regolamento interno che la giunta di Montecitorio esaminerà nuovamente domani. Secondo le anticipazioni dell'agenzia Ansa infatti è stata respinta la proposta fatta dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che prevedeva di inserire nel nuovo regolamento l'obbligo  di controllo sui  bilanci dei gruppi da parte di una società di certificazione esterna alla Camera. L'Ufficio di presidenza della Camera già in primavera aveva deciso di modificare il Regolamento di Montecitorio che aveva avuto un primo via libera dalla giunta, ma con l'inserimento della nuova clausola per garantire una maggiore trasparenza nell'uso dei fondi è saltato l'accordo. Dopo l'ultima riunione della giunta, infatti, è stato dato incaricato ai deputati Antonio Leone (Pdl) e Gianclaudio Bressa (Pd) di redigere una nuova bozza, che sarà votata domani.

La certificazione sarà a cura dei Questori di Montecitorio – La certificazione esterna, secondo i gruppi parlamentari che hanno respinto la proposta, avrebbe violato  il principio di autogiurisdizione degli organi costituzionali come la Camera. Il controllo sui bilanci dunque rimarrà all'interno della Camera effettuato dagli stessi onorevoli, di esso si occuperà in particolare il collegio dei Questori, cioè i tre deputati di maggioranza e opposizione che sono a capo dell'Amministrazione di Montecitorio. Tra le novità del nuovo regolamento della Camera l'obbligo per i gruppi di approvare entro trenta giorni dalla propria costituzione uno statuto in cui si stabilisce l'organo competente ad approvare il rendiconto e l'organo responsabile per la gestione amministrativa e contabile del Gruppo. Inoltre viene chiarito esplicitamente ciò che già era noto e cioè che i fondi pubblici possono essere usati solo per "scopi istituzionali riferiti all'attività parlamentare e a garantire il funzionamento degli organi e delle strutture dei Gruppi", non certo per attività private dei singoli parlamentari.

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