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Dopo le inchieste il Pd lancia un codice etico per i candidati, ma lo scontro con il M5s non si ferma

Il Pd presenta oggi un codice di autoregolamentazione per i suoi candidati: è valido per le elezioni in Campania, ma potrà allargarsi. Era in lavorazione da tempo, ma arriva proprio quando diverse inchieste stanno toccando esponenti del partito. Ancora tensioni con il M5s, Conte: “Schlein vuole trasformare i dem o farsi trasformare?”.
A cura di Luca Pons
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Al via un codice di autoregolamentazione per i candidati alle elezioni, inizialmente solo quelle amministrative della Regione Campania. Il Partito democratico presenterà oggi, a una riunione regionale di partito, un documento che è in lavorazione da tempo e non è legato all'attualità, ma arriva proprio quando i dem sono scossi da diverse inchieste che toccano, direttamente o indirettamente, esponenti del Pd. Dal caso della provincia di Bari, dove gli inquirenti avrebbero rivelato un sistema di voto di scambio articolato e utilizzato in diverse occasioni (anche per eleggere l'assessora regionale Anita Maurodinoia, poi entrata nel Pd), fino a quello di Torino, dove un'altra inchiesta riguarda lo storico esponente del Psi e del Pd Salvatore Gallo, padre del consigliere regionale dem Raffaele Gallo, che ha ritirato la sua candidatura alle europee. Una situazione che, tra l'altro, ha ulteriormente complicato i rapporti con Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle.

Cosa c'è nel codice di autoregolamentazione per i candidati del Pd

Come anticipato da Ansa, il codice di autoregolamentazione è stato stilato dal commissario dem per la Campania, Antonio Misiani, e dai segretari provinciali del partito. Lo stesso Misiani ha detto esplicitamente che "queste regole rigide che intendiamo applicare ora in Campania a tutti i candidati delle prossime amministrative e che in parte erano già state sperimentate per le comunali a Napoli, potranno essere estese in ogni luogo dove potrebbe rendersi necessario", inclusi Bari e Piemonte. Il codice in sé è una sorta di modulo che chiunque voglia candidarsi con il partito deve compilare, assicurando alcune precise condizioni di trasparenza.

Innanzitutto, per candidarsi bisognerà inviare non solo il proprio curriculum, ma anche il casellario giudiziario e il certificato penale, per assicurare che non ci siano né condanne né indagini a carico. Ci sarà poi un'autodichiarazione con cui ci si impegnerà a denunciare tutti gli eventuali casi di condizionamento del voto, di voto di scambio o di intimidazione visti durante la campagna elettorale, oltre ai tentativi di corruzione e concussione durante il proprio mandato. Bisognerà anche impegnarsi per rispettare i meccanismi di trasparenza amministrativa. Le priorità dovranno essere l'educazione alla legalità, la povertà educativa e – soprattutto per i candidati campani – il riuso dei beni confiscati alla camorra.

Bisognerà poi firmare un codice etico, dichiarare di non essere ‘incandidabili' secondo gli standard del codice nazionale antimafia e dichiarare subito eventuali cambiamenti in questa situazione. Per la Campania, sempre secondo quanto riportato da Ansa, l'applicazione del codice sarà gestita dall'europarlamentare Franco Roberti, ex magistrato ed ex procuratore nazionale antimafia.

Conte: "Schlein vuole cambiare il Pd, o farsi cambiare dal Pd?"

Le inchieste emerse nelle scorse settimane hanno non solo messo in difficoltà i dem, ma anche peggiorato il rapporto con il M5s di Giuseppe Conte, già complicato dalle difficoltà nel trovare terreno Comune per le varie elezioni regionali e amministrative in programma quest'anno. Lo stesso Conte, oggi al Corriere della Sera, ha ribadito che le accuse di slealtà offendono "il popolo che ha creato il M5S".

Il leader del Movimento ha fatto sapere che questa settimana annuncerà "gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere in regione Puglia", ed è possibile che questo significhi la volontà di uscire dalla giunta regionale di Michele Emiliano, o di correre con un candidato autonomo alle regionali del 2025. Conte ha confermato che per le comunali di Bari "non è nell’ordine delle cose impegnarsi a cercare un terzo nome", e quindi Pd e M5s andranno divisi.

L'ex presidente del Consiglio ha respinto l'accusa di allearsi con i dem solo quando il candidato è del M5s ("da quando lavoriamo col Pd sui territori credo che il 90% dei candidati alle elezioni locali abbia la tessera del Pd") e sul futuro dell'alleanza a livello nazionale ha detto: "Le sorti dell’area del campo progressista non dipendono solo da noi, ma anche da quel che vorrà fare Schlein. Vuole perseguire gli impegni presi con la comunità che l’ha investita segretaria, per trasformare il Pd? O finirà trasformata dal Pd?".

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