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Cos’è questa storia della banca che paga tassi d’interesse più alti ai deputati

Il tasso di interesse offerto ai parlamentari italiani che possiedono liquidità su un conto corrente nella filiale Banca Intesa di Montecitorio è del 5,6%. Un valore 28 volte superiore alla media pagata altrove. L’offerta così accattivante è il risultato della convenzione siglata il 2 aprile scorso da Intesa che, solo tre giorni dopo, si è aggiudicata la gestione dei servizi bancari del Parlamento.
A cura di Giulia Casula
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Chi voterà la fiducia al governo Berlusconi, chi non la voterà e chi è ancora indeciso. L'esecutivo è sempre più appeso a unfilo.

In Italia la media dei tassi attivi per un conto corrente è dello 0,21%. Ma non per i deputati della Repubblica. Dal 2 aprile possedere liquidità su un conto della filiale di Banca Intesa di Montecitorio è particolarmente vantaggioso. Il tasso di interesse offerto dalla Banca ai parlamentari italiani, infatti, è del 5,6%. Stando ai dati del più recente rapporto della Federazione autonoma dei bancari italiani (Fabi) si tratterebbe di un valore 28 volte superiore alla media degli interessi pagati a un qualunque correntista.

L'offerta così accattivante è il risultato della "Convenzione Camera dei deputati" siglata da Intesa il 2 aprile scorso. Le "condizioni economiche agevolate" inserite nella convenzione prevedono che ai deputati che possiedono denaro su un conto corrente della banca interna alla Camera sia corrisposto un tasso creditore annuo nominale pari al tasso Euribor a un mese (3,85%), ulteriormente maggiorato dell'1,77%. Così, si arriva a al 5,62% offerto a Montecitorio.

Tutte le agevolazioni offerte ai deputati, tassi alti e costi azzerati

Le agevolazioni per i parlamentari proprietari di un conto corrente nella filiale di Montecitorio non sono l'unica condizione vantaggiosa. Come scrive il Fatto quotidiano, che per primo ha riportato la notizia, anche il tasso debitore "sulle somme utilizzate in assenza di fido" è abbastanza lusinghiero (fissato al 10,3550%), così come il tasso di "sconfinamenti in assenza di fido". A questi si aggiungono i costi azzerati per i bonifici, per la tenuta del conto, per le operazioni allo sportello, per la ricarica delle prepagate e per le commissioni di pagamento dei bollettini. Insomma, la lista di benefit offerti a parlamentari, ex deputati e giornalisti parlamentari è lunga. E non è un caso che, il giorno dopo la firma della convenzione, molti parlamentari sarebbero stati visti accorrere a gli sportelli per siglare le nuove condizioni.

Fino a qualche tempo fa i conti dei deputati erano gestiti dalla Banca di Napoli che nel 2018 è stata inglobata da Banca Intesa, divenuta a tutti gli effetti titolare della filiale di Montecitorio. La gestione dei servizi bancari della Camera però è diventata ufficiale di recente, il 5 aprile scorso (esattamente tre giorni dopo la firma della Convenzione) quando il bando è stato chiuso. Un appalto dal valore di 800 milioni di euro vinto dalla banca diretta da Carlo Messina e che riguarda nello specifico: le condizioni di conto corrente, il servizio titoli a custodia e amministrazione, i mutui ipotecari e prestiti personali, il virtual banking; le cassette di sicurezza e la gestione di portafogli.

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