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Cosa cambia per viaggi e smart working con la proroga dello stato di emergenza

Da giorni ormai la curva dei contagi è in risalita e, guardando anche a quello che sta accadendo in diversi Paesi europei, non mancano le preoccupazioni. Per intervenire prontamente con misure anti contagio, allora, il governo starebbe pensando a prorogare lo stato di emergenza, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Vediamo cosa cambierebbe nell’immediati, ad esempio per lo smart working o per i viaggi da e verso il nostro Paese.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo sta pensando a prorogare lo stato di emergenza. Da giorni ormai la curva dei contagi è in risalita e, guardando anche a quello che sta accadendo in diversi Paesi europei, non mancano le preoccupazioni. Per intervenire prontamente con misure anti contagio, allora, potrebbe essere importante prorogare lo stato di emergenza al 2022: il provvedimento infatti sarebbe in scadenza il 31 dicembre 2021, esattamente come il Green Pass obbligatorio, ma è probabile che un nuovo rinnovo si renda necessario in entrambi i casi. Cosa cambierebbe in questo caso?

Una premessa. Lo stato di emergenza è una misura grazie alla quale il governo può intervenire in maniera eccezionale in determinate situazioni straordinarie. Emergenziali, appunto, come possono essere disastri naturali o in questo caso una pandemia. Al momento lo stato di emergenza nazionale, in vigore nel nostro Paese dalla fine di gennaio 2020, risulta in scadenza il prossimo 31 dicembre. Per legge non può superare i 12 mesi, prorogabili per ulteriori 12 mesi: questo significa che sarà possibile estenderlo solo fino al 31 gennaio 2022, a meno che non si decida di intervenire a livello legislativo.

Grazie allo stato di emergenza, il governo ha fatto ad esempio ricorso ai Dpcm, ma non solo. Un'altra misura facilitata dallo stato di emergenza, poi, è stata ad esempio quella dello smart working per le aziende: mentre per la Pubblica amministrazione il ministro Renato Brunetta ha deciso di procedere richiamando i dipendenti pubblici in presenza e lavorando nel frattempo a un contratto ad hoc per lo smart working, per le imprese private si dovrebbero negoziare accordi individuali con i lavoratori. In altre parole, se lo stato di emergenza non venisse prorogato, bisognerebbe rivedere tutto il pacchetto di norme che attualmente consente ancora a moltissime persone di lavorare da casa.

Quello del lavoro agile, ad ogni modo, non è affatto l'unico ambito in cui si dovrebbe fare una serie di modifiche nel caso in cui venisse meno lo stato di emergenza. Ad esempio, cambierebbero immediatamente le regole per i viaggi da e per l'estero. È grazie allo stato di emergenza, infatti, se al momento si riescono a regolare gli ingressi in Italia e, allo stesso tempo, limitare i viaggi turistici dal nostro Paese verso quelli considerati più a rischio. Infine, senza stato di emergenza, verrebbero meno tutti gli organismi creati ad hoc per affrontare la pandemia, come la struttura del commissario straordinario per l'emergenza, al momento guidata dal generale Figliuolo, o il Comitato tecnico scientifico che consiglia il governo nelle misure da adottare.

Al 31 dicembre 2021, tuttavia, lo stato di emergenza non è l'unico provvedimento in scadenza. C'è infatti anche quello che rende la Certificazione Covid obbligatoria in diversi ambiti. Anche in questo caso il governo pensa a una proroga. Si parlerebbe di giugno 2022, ma nulla è stato ancora definito. Bisognerà guardare alla curva dei contagi nei prossimi due mesi e valutare di conseguenza. Al momento, con l'aumento dei nuovi casi, il Green Pass rimane una misura fondamentale, ha sottolineato Speranza.

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