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Elezioni politiche 2022

Rosatellum alle elezioni politiche, come funziona la legge elettorale italiana per votare il 25 settembre

Uno schema per capire il funzionamento del Rosatellum, la legge elettorale attualmente in vigore in Italia per l’elezione dei parlamentari alla Camera e al Senato: la spiegazione di una legge non semplice, le criticità e le problematiche del Rosatellum bis.
A cura di Annalisa Girardi
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Oggi si vota per le elezioni politiche 2022: gli elettori italiani sono chiamati a eleggere i nuovi Deputati e Senatori che comporranno il Parlamento. La legge elettorale attualmente in vigore è il Rosatellum: questo sistema prevede la coesistenza di metodo maggioritario e proporzionale per l'elezione dei candidati nei diversi partiti e coalizioni in campo.

La legge elettorale prende il nome da Ettore Rosato, e prevede che il territorio italiano sia diviso in collegi uninominali e plurinominali. Nei primi i candidati vengono eletti con il metodo maggioritario: ciò significa che basta prendere anche un solo voto in più degli altri candidati per aggiudicarsi il seggio in parlamento.

Nei collegi plurinominali, invece, l'elezione avviene su base proporzionale: i candidati, inseriti in listini bloccati, vengono eletti in Parlamento in base alla percentuale di voti ottenuti dal partito o dalla coalizione.

Dopo il taglio del numero dei parlamentari, gli elettori sono chiamati a eleggere 400 Deputati e 200 Senatori, i quali a loro volta voteranno la fiducia al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, scelto dal Capo dello Stato sulla base della maggioranza in Parlamento. Quanti ne vengono eletti con il sistema maggioritario e quanti con quello proporzionale?

  • Alla Camera vengono eletti 147 Deputati con il sistema maggioritario, 245 con il sistema proporzionale, 8 con il voto degli italiani all'estero
  • Al Senato vengono eletti 74 parlamentari con il sistema maggioritario, 122 con il sistema proporzionale, 4 con il voto degli italiani all'estero

È prevista una soglia di sbarramento al 3% per i singoli partiti e del 10% per le coalizioni. Ma come funziona l'attribuzione dei seggi, cosa prevede la legge elettorale e come si vota alle elezioni politiche 2022? In questo articolo proveremo a spiegare con parole semplici e in modo chiaro come funziona una legge complicatissima, evidenziandone gli aspetti più problematici. Sul Rosatellum, infatti, sono piovute moltissime critiche durante la campagna elettorale: le caratteristiche di questa legge, unite al taglio del numero dei parlamentari nel 2020, fanno sì che sia possibile ottenere un'ampissima maggioranza di seggi in Parlamento anche a fronte di una vittoria non schiacciante. Questo ha portato il leader dem Enrico Letta ad affermare che “Con un 4% in più a noi si evita che il centrodestra abbia il 70% dei seggi”.

Quanti sono i collegi uninominali e plurinominali?

Con il taglio del numero dei parlamentari il governo è dovuto intervenire per ridisegnare i collegi alla Camera e in Senato. Con il referendum costituzionale è andato a determinarsi un "nuovo numero di parlamentari in 400 deputati e 200 senatori elettivi e ciò comporta, a legislazione elettorale invariata, una corrispondente modifica del numero dei collegi elettorali e dei relativi confini",si legge nel sito del governo.

Come funziona la legge elettorale ai collegi uninominali?

Partiamo dai seggi assegnati con sistema maggioritario, un terzo di quelli totali. Nei collegi uninominali vince semplicemente il candidato che prende più voti. Ogni partito o coalizione presenta in questi un unico candidato e quello che ottiene anche un solo voto in più degli altri viene eletto in Parlamento. È soprattutto per come funziona nella sua parte maggioritaria che il Rosatellum viene spesso definito una legge elettorale cha favorisce le alleanze. A volte anche quelle che normalmente non avverrebbero. I partiti sono spinti ad allearsi per candidare di volta in volta negli uninominali quel candidato che gode di più consenso e che quindi più facilmente otterrà la maggioranza dei voti.

I collegi uninominali alla Camera (Fonte: Camera dei Deputati)
I collegi uninominali alla Camera (Fonte: Camera dei Deputati)

C'è poi un altro fattore problematico, legato direttamente al taglio del numero dei parlamentari. In collegi che rappresentano città molto popolate come Torino o Firenze si finisce per eleggere un solo senatore, che deve però rappresentare un numero di persone decisamente elevato. Senza contare che alcuni collegi uninominali comprendono anche centinaia di migliaia di cittadini più di altri: come se il voto di chi vive in un determinato territorio contasse meno di chi vive in un altro.

I collegi uninominali al Senato (fonte: Camera dei Deputati)
I collegi uninominali al Senato (fonte: Camera dei Deputati)

Come funziona il Rosatellum nei collegi plurinominali?

Ma andiamo avanti. I seggi distribuiti con sistema proporzionale sono la maggior parte, 245 alla Camera e 122 al Senato. Nei collegi plurinominali i parlamentari vengono eletti in base ai voti ottenuti a livello nazionale da ogni lista. Proporzionalmente ai consensi ricevuti, appunto. Ogni listino può essere composto da almeno due e fino a quattro nomi. È prevista una quota di genere: nessun sesso, infatti, può rappresentare oltre il 60% dei candidati rappresentati.

I collegi plurinominali alla Camera (fonte: Camera dei Deputati)
I collegi plurinominali alla Camera (fonte: Camera dei Deputati)

Le leggi elettorali a sistema proporzionale, rispetto a quelle maggioritarie, tendono a rappresentare più precisamente gli equilibri tra le forze politiche (senza rischiare di tagliare fuori quelle più piccole), ma per questo stesso motivo risulta più difficile per i partiti trovare una maggioranza. Con conseguenze sugli equilibri politici e il margine di azione dei governi. Una criticità del Rosatellum, però, riguarda più che altro la modalità con cui vengono assegnati i seggi. Che si affida a un sistema complesso che potrebbe anche avere effetti imprevisti.

I collegi plurinominali al Senato (fonte: Camera dei Deputati)
I collegi plurinominali al Senato (fonte: Camera dei Deputati)

Partiamo da una premessa: nei collegi plurinominali i seggi vengono assegnati secondo un metodo cosiddetto top-down, dal nazionale al territorio. A livello nazionale vengono cioè designate le liste e a quelle che superano le soglie di sbarramento  vengono poi distribuiti i seggi secondo un particolare calcolo di quozienti e resti. Il problema paradossale, che si presenta soprattutto alla Camera, è quello che YouTrend ha nominato "effetto flipper". Per farla breve, nelle diverse circoscrizioni (che non sono altro che porzioni in cui è suddiviso il territorio, non tutte grandi uguali) potrebbe essere necessario fare qualche aggiustamento per rispecchiare fedelmente i risultati ottenuti dai partiti a livello nazionale. Cosa significa? Che un partito potrebbe vedersi assegnare un tot di seggi nella circoscrizione X per dei voti ottenuti in quella Y. Gli elettori di Milano, ad esempio, potrebbero con il loro voto a un certo partito procurargli un seggio a Napoli.

Qual è la soglia di sbarramento?

Insomma il Rosatellum proprio per come è strutturato rende impossibile prevedere con assoluta certezza quali seggi si andrebbero a ottenere con un certo numero di voti. Ciò che è invece sicuro è che per averne almeno uno bisogna superare una soglia di sbarramento. Questa è fissata al 3% per i partiti e al 10% per le coalizioni. All'interno delle alleanze, però, le forze politiche che ottengono tra l'1% e il 3% non perdono questi consensi, ma pur non eleggendo parlamentari propri li distribuiscono in modo proporzionale alle liste che fanno parte della stessa coalizione.

E qui si presenta un problema al Senato. Dal momento che, a differenza della Camera, la distribuzione dei seggi non avviene su base nazionale ma regionale, nel concreto le soglie di sbarramento potrebbero alzarsi. Pagella Politica fa l'esempio della Sicilia, per cui al Senato sono disponibili dieci seggi nella quota proporzionale. Questo significa che per ottenerne uno a un partito non basterebbe raggiungere il 3%, ma dovrebbe superarlo di molto, o rischierebbe di rimanere escluso.

C'è un premio di maggioranza?

La legge elettorale Rosatellum non assegna alcun premio di maggioranza. Si tratta di un meccanismo previsto invece in alcuni sistemi elettorali proporzionali per cui a un partito o a una coalizione che porta a casa un particolare risultato vengono assegnati ulteriori seggi in modo da rafforzarne il peso all'interno del Parlamento.

Perché il Rosatellum è una legge elettorale che spinge alle alleanze

Un'altra caratteristica del Rosatellum è che non permette il voto disgiunto. Non è cioè possibile votare una certa lista al proporzionale ed esprimere allo stesso tempo una preferenza all'uninominale per un candidato che fa parte di un'altra lista. Un altro motivo per cui per i partiti non è conveniente correre in solitaria.

Torniamo quindi a quanto detto all'inizio di questo articolo. Per un piccolo partito con questa legge elettorale potrebbe rivelarsi molto più complicato ottenere seggi rispetto a quanto non lo sarebbe con un proporzionale puro. Cosa che lo spingerebbe a entrare in coalizioni. Dall'altro lato però, se non riuscisse a superare l'1% non porterebbe alcun vantaggio a queste, che potrebbero quindi preferire tagliarlo fuori.

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