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Chi è il generale Leonardo Gallitelli, l’uomo che Berlusconi vuole candidare a presidente del Consiglio

Silvio Berlusconi ha indicato il nome del generale Leonardo Gallitelli come possibile presidente del Consiglio per il centrodestra. Chi è l’ex comandante generale dell’arma e cosa pensano gli esponenti politici di lui.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nelle ultime settimane al generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli devono aver fischiato più volte le orecchie: da meno di un mese a questa parte, infatti, il suo nome è stato più volte associato al centrodestra e soprattutto a Forza Italia come possibile candidato ad alcune importanti cariche: prima era quella di presidente della regione Lazio. Da ieri, stando alle parole di Silvio Berlusconi, anche quella di candidato presidente del Consiglio. Nel primo caso si è trattato di un’ipotesi smentita dal diretto interessato che ha sottolineato di non essere mai stato contattato da Forza Italia e di non essere comunque disponibile.

L’idea di una candidatura a premier è invece stata proposta ieri da Silvio Berlusconi in diretta televisiva: stavolta non ci sarà nessuna smentita, anche perché – come sottolineato dal leader di Fi – non ne ha ancora parlato con il diretto interessato. Il nome di Gallitelli è stato indicato “per individuare il tipo di persona, qualcuno che abbia fatto cose con successo e sia perciò stimabile da tutti”, ha spiegato l'ex presidente del Consiglio cercando di far passare il messaggio che non sarà necessariamente lui il premier indicato da Fi ma comunque una personalità di questo tipo.

Chi è Leonardo Gallitelli

Nato a Taranto nel giugno del 1948, Gallitelli ha trascorso l’infanzia a Bernalda, in provincia di Matera. Ha 69 anni, è sposato e ha due figli. Laureato in Giurisprudenza, si è poi trasferito a Modena dove ha frequentato l’Accademia militare. Dopo la Scuola di applicazione dei carabinieri di Roma ha iniziato la sua carriera militare a Viggiano, Aosta e Genova Portoria, prima di trasferirsi a Torino. Nel 1993 è approdato a Roma, dove è stato a capo del comando provinciale per cinque anni. È passato poi al comando del Reparto generale e dal 2000 al 2002 è Sottocapo di Stato maggiore del comando generale.

Diventa poi comandante della Scuola ufficiale dei carabinieri, prima di dirigere la regione carabinieri Campania dal 2003 al 2006. A settembre 2006 viene nominato Capo di Stato maggiore del comando generale dell’arma: carica che ricopre, dopo una decisione bipartisan, fino al giugno del 2009. Proprio in questo periodo nascono su di lui alcune ‘leggende’ che lo portano a essere conosciuto come un lavoratore instancabile, che nel 2008 avrebbe fatto solo quattro giorni di ferie e che entra tutte le mattine in ufficio all’alba per poi uscirne a tarda sera.

Nel giugno del 2009 è arrivata la nomina a Comandante generale dell’arma, voluta dal Consiglio dei ministri e apprezzata da più parti politiche, anche d'opposizione. Il suo difficile compito è stato quello di difendere l’arma dagli attacchi della spending review, cercando sempre di mantenere intatte le risorse destinate ai carabinieri. È andato in pensione nel giugno del 2013 ma è stato trattenuto con un decreto del governo Monti, nonostante una interrogazione parlamentare del M5s sul caso. È andato definitivamente in pensione dall’arma nel gennaio del 2015, quando al suo posto è subentrato il generale Tullio Del Sette.

L’apprezzamento bipartisan

Già al momento della sua nomina a comandante generale dell’arma, Gallitelli ha dimostrato di riscuotere un gradimento bipartisan. Nominato dall’allora governo di centrodestra, fu il ministro della Difesa dell’epoca, Ignazio La Russa, a esprimere l’apprezzamento per una scelta condivisa da tutto il governo e definita “ponderata”. Allo stesso tempo, quella nomina fu commentata positivamente anche dagli allora responsabili per la Difesa e la Sicurezza del Pd, gli attuali ministri Roberta Pinotti e Marco Minniti che la definirono una “scelta eccellente per competenza ed esperienza”.

L’ennesima conferma dell’apprezzamento da tutte le parti politiche per il generale Gallitelli è arrivata nel settembre del 2015, quando il presidente del Coni Giovanni Malagò lo ha scelto come responsabile dell’Ufficio antidoping. Malagò ha spiegato di aver presentato il suo nome all’allora presidente del Consiglio del Pd Matteo Renzi e alla ministra della Salute di Ap, Beatrice Lorenzin, ricevendo “piena e totale adesione e condivisione”. “Gallitelli – queste le parole di Malagò – è sinonimo di ulteriore credibilità, la certezza di poter contare su un contributo serio e importante”.

Il 31 maggio del 2016 il generale Gallitelli è stato nominato Cancelliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Oggi il tanto stimato ex comandante generale dell’arma sembra poter essere un’arma politica da utilizzare dal centrodestra, ma come avvenuto negli scorsi giorni con il caso della possibile candidatura per la regione Lazio, non è detto che lo stesso Gallitelli sia davvero disponibile a scendere in campo e a ricoprire, in caso di vittoria elettorale di Fi e del centrodestra, la carica di presidente del Consiglio.

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