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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“Cessate il fuoco e soluzione politica”: la raccolta firme di Ong, cantanti e attori per la Palestina

La raccolta firme è stata lanciata da Emergency, Mediterranea e altre Ong ed è stata sottoscritta da migliaia di persone, tra cui scienziati, attori, registi, cantanti e molti altri volti pubblici. Si chiede un “cessate il fuoco permanente” e una “soluzione politica” in Palestina.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La lista si allunga di ora in ora. Si va da Fedez a don Ciotti, passando per Carlo Rovelli e Claudia Gerini. L'appello per la Palestina lanciato da Emergency, Mediterranea Saving Humans, Laboratorio ebraico antirazzista e Assopace Palestina sta raccogliendo un fiume di sottoscrizioni: per un cessate il fuoco permanente e una soluzione politica. "La fragile tregua ottenuta per Gaza è il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia", si legge nel testo dell'appello, aperto per chiunque voglia firmare.

Le Ong, che hanno scritto il testo, ripartono dai fatti di quasi due mesi fa:

Il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito civili inermi nelle loro case, per strada, a un festival sottraendoli alle loro famiglie. È stato un attacco che ha colpito prevalentemente civili ebrei israeliani, tra cui bambini, anziani, attivisti storici per la pace e contro l’occupazione ma anche lavoratori migranti, palestinesi con passaporto israeliano o residenti in Israele. Sono seguite settimane di bombardamenti indiscriminati da parte del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, con scuole ed ospedali divenuti cimiteri. Più di un milione di palestinesi è stato costretto a lasciare le proprie case per dirigersi nel sud di Gaza, che non è più un luogo sicuro. Non ci sono corridoi umanitari adeguati, acqua, cibo, energia. In Cisgiordania, è cresciuta esponenzialmente la violenza da parte di coloni armati contro la popolazione civile palestinese.

I firmatari dell'appello non hanno dubbi: "Davanti a questi orrori, l’opinione pubblica internazionale in Europa si è polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civiltà che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni. La lotta contro l’antisemitismo non può essere né una mossa ipocrita per cancellare il retaggio del fascismo, né un’arma in più per reprimere il dissenso e alimentare xenofobia e pregiudizio antiarabo. Deve invece essere parte integrante della lotta contro ogni forma di razzismo".

Il problema è proprio questo: la polarizzazione del dibattito che non fa vedere il reale problema. Si legge ancora:

Questa logica binaria – da una parte o dall’altra – è la trappola a cui è necessario sottrarsi in questo momento. Non si può cancellare l’orrore del 7 ottobre, ma si può fermare la strage a Gaza. Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l’ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza. Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perché sono loro l’unica certezza di ogni conflitto. La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalità, residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un’azione diplomatica della comunità internazionale e delle forze della società civile.

Infine le richieste:

Chiediamo la fine definitiva del massacro a Gaza, l’avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione di tutti gli ostaggi. In Israele oltre mille palestinesi sono trattenuti in detenzione amministrativa, tra cui centinaia di minori, di cui chiediamo il rilascio. È necessaria una soluzione politica a partire dalla fine del regime di apartheid e delle politiche di colonizzazione e di occupazione militare israeliane. Non potrà mai esserci sicurezza – per i palestinesi, per gli israeliani, per nessuno di noi, – senza eguaglianza, diritti e libertà.

Nel giro di poche ore, l'appello è stato sottoscritto da molte altre associazioni – da Libera ad Amnesty – e da centinaia di personaggi pubblici appartenenti al mondo del cinema, del teatro, della musica, dell'arte, della scienza, del giornalismo e tanti altri.

Ci sono direttori dei giornali, la stragrande maggioranza degli attori italiani e dei registi. Nomi che siamo abituati a leggere sulle locandine dei film in uscita al cinema. E poi scrittori, cantanti, professori universitari, uomini e donne di scienza. Tutti, uniti, per chiedere di fermare le armi.

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