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Casa di Montecarlo: nuove carte alla Camera, la maggioranza chiede le dimissioni di Fini

Nuove carte sulla casa i Montecarlo proverebbero il collegamento tra Giancarlo Tulliani e le società off-shore nei Caraibi. La maggioranza chiede le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera, ma Fli insorge: “Si tratta di dossieraggio”
A cura di Alessio Viscardi
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gianfranco fini

Scontro alla Camera ed al Senato tra Pdl e Fli, sul tavolo la questione della casa di Montecarlo che il cognato di Gianfranco Fini avrebbe comprato ad un prezzo irrisorio sottraendola al patrimonio immobiliare di An. Negli ultimi giorni, la Lega ha chiesto ripetutamente le dimissioni del Presidente della Camera per il venir meno del suo ruolo di garanzia istituzionale avendo fondato un nuovo partito ed essendone diventato il leader. Franco Frattini, ministro degli Esteri, risponde oggi ad un'interrogazione parlamentare presentata dal sentatore Pdl Luigi Compagna, il tema è proprio l'appartamento monegasco a fronte delle recenti rivelazioni di alcune testate giornalistiche che darebbero per certo che Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, sia il vero proprietario dell'immobile. Le nuove carte provenienti da Santa Lucia, l'isola dei Caraibi in cui hanno sede le società off-shore che gestiscono i patrimoni immobiliari di Montecarlo, sono all'esame della Camera, nonostante non siano state acquisite da magistrati con moratoria internazionale ma inviate spontaneamente dal governo dello stato caraibico.

Pdl contro Fli, con l'importante presenza della Lega: ecco lo scenario di guerra interna alla maggioranza di governo. Le richieste di dimissioni per Gianfranco Fini si fanno sempre più insistenti, soprattutto perché fu lo stesso presidente della Camera a promettere che avrebbe lasciato il proprio posto se fossero emerse connessioni tra Tulliani e la società proprietaria dell'appartamento di Montecarlo. Il Ministro Frattini viene accusato di essere “fattorino di Lavitola”, ovvero del direttore dell'Avanti!, che da buon amico di Berlusconi avrebbe avuto un ruolo centrale nel rinvenimento delle carte di Santa Lucia. I finiani sono indignati da questo presunto “dossieraggio” di Governo e si affidano al giudizio della magistratura, se mai una procura deciderà di procedere contro il presidente della Camera.

Sotto accusa anche il presidente del Senato, Renato Schifani, che avrebbe accellerato i tempi per l'interrogazione parlamentare presentata da Luigi Compagna. Una nota del Polo della Nazione firmata dai capigruppo in cui si definisce sospetta la “immediata calendarizzazione” dell'interrogazione contro il presidente Fini. Ma Palazzo Madama risponder che l'interrogazione non riguarda soggetti o comportamenti istituzionali. Gianfranco Fini rimane solido sulle proprie posizioni e dichiara: “non mi dimetto!”

Durante l'interrogazione parlamentare, lasciano l'aula per protesta i senatori Udc, Api, Idv e Pd mentre il Ministro Frattini risponde ai quesiti di Luigi Compagna. Una pattuglia di finiano di FLi rimane in aula. Il Ministro degli Esteri conferma di aver recepito la nuova documentazione e di aver trasmesso tutto alla procura: "Alcune settimane fa ho ottenuto risposta dalle autorità di Saint Lucia che me ne hanno certificato l'autenticità per la veridicità dei dati contenuti in questi documenti. Il documento è stato messo a disposizione della Procura di Roma, io non posso dire nulla sul suo contenuto". Secondo indiscrezioni, emergerebbero collegamenti tra Giancarlo Tulliani e le società offshore proprietarie dell'immobile.

Durissimo il giudizio di Storace, leader de La Destra: "Se nemmeno quanto emerge oggi dalle dichiarazioni d Frattini, è sufficiente per far dimettere il presidente della Camera, è evidente che Fini conta su protezioni enormi. Vorrà dire che la buonanima di Anna Maria Colleoni ci guiderà in una protesta ancora più clamorosa nel nome della buona battaglia: il 2 febbraio vogliamo giustizia e non insabbiamenti. Mentre non merita commenti l'uscita dal Senato dei nuovi compari di Fini solo perche' Frattini diceva finalmente la verità sulla casa di Montecarlo. Rispettano le istituzioni solo quando fa comodo'".

Scoppia anche il caso Briguglio sulle vicende legate al Copasir, che viene definito uno "sgarbo del Presidente Fini" e che il capogruppo Cicchitto definisce un "colpo di mano". La vicenda nasce dalle dimissioni dal Copasir di Carmelo Briguglio, deputato di Fli che dopo il passaggio all'opposizione aveva presentato domanda per lasciare la commissione. Il Copasir ha ora una composizione illegale, perché viene meno la parità tra maggioranza ed opposizione. Gianfranco Fini viene accusato dalla maggioranza di non aver preso atto delle dimissioni di Briguglio, il che rende problematico il lavoro della cammissione che dovrà occuparsi anche del caso Ruby.

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