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Bersani e la vittoria di Tsipras: “Dimostra che la sinistra esiste in natura”

La scelta di Mattarella sembra aver ricompattato il Pd, dice l’ex segretario, che parla del neo Presidente come “un grande riformista”. Ma non nasconde i motivi di discussione con Renzi: “Se uno apre bocca non è che vuol dire voglia bloccare le riforme”.
A cura di Andrea Parrella
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Ha pronunciato parole chiare e decise Pierluigi Bersani, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa il giorno dopo l'elezione del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E da questi si è partiti per parlare di quelli che sono stati i giochi per la scelta del Pd e anche per le strade che sono state escluse, per quanto inserite nella rosa dei nomi alla vigilia: "Amato è un nome che suscita dei problemi che non merita a mio parere, ma capita nella vita una cosa del genere. Io dico che alla fine sia uscita una scelta molto buona. Abbiamo un presidio solido, una persona solida. Si dice che parla poco, ma meno male". Tenta dunque di ascrivere anche a quella minoranza del Pd che lui di fatto guida la vittoria istituzionale dell'elezione di Mattarella, prima di dare un giudizio nel merito di Renzi e delle sue capacità:

E' molto agile, non direi spregiudicato. Certamente ha grandissime qualità ma anche il tempo giusto per migliorare ancora. Credo anche che questi passaggi aiuteranno a migliorare anche la sua capacità di intervenire nelle situazioni italiane.

E questa è anche l'occasione, per Bersani, di dire la sua sul bipolarismo e sulle strade che la discussione dovrebbe seguire, con un evidente riferimento all'anomalia M5s: "Io non ho nessuna animosità verso la destra. Al di fuori dei due polmoni possono crearsi paludi con qualcuno urlante. Non c'è nessun bisogno di patti, c'è bisogno di parlare con tutti". Poi ancora una parola su Mattarella, che aldilà di tutto quanto sia stato detto nelle ultime ore, ha contribuito a riforme importanti:  "Il Mattarellum fu una rivoluzione dal punto di vista della legge elettorale e, da Ministro della Difesa, annullò la leva obbligatoria. E' stato un grande riformista". 

Ma è naturale che Bersani non possa essere immediatamente legato a quella discussione interna al Pd che ha portato sempre più, negli ultimi mesi, alla nascita di quella minoranza molte volte deputata a distaccarsi dal partito originario. Bersani, proprio in virtù dell'elezione concordata del presidente, nega questa possibilità: "La scissione del Pd è qualcosa di lontano". E tuttavia sussistono quei motivi di divisione tra la parte maggioritaria del partito guidata da Renzi e la cosiddetta ala più a sinistra:

Secondo noi in tema di Legge Elettorale il Senato non ha riflettuto su un concetto essenziale, ovvero che quello dei capolista bloccati è un concetto ingiusto e squilibrato. Per le forze che non arrivano ad una soglia minima non ci sarebbe abbastanza rappresentanza così come l'Itaicum è al momento […] C'è sempre quest'urgenza delle riforme e siamo tutti disposti a farle ma mi chiedo: le riforme che stiamo facendo le stiamo facendo per bene? E quelle che facciamo sono sufficienti? Se uno apre bocca non è che vuol dire voglia bloccare le riforme.

Infine una menzione nel merito degli investimenti necessari per il paese: "Ci vorrebbe un colossale fondo di garanzia pubblica per aiutare l'accesso al credito. Inoltre bisogna fare 5 o 6 cose come quelle fatte con la Legge Sabbatini: lo Stato mobilita le risorse di investimento e dei risparmi delle famiglie. Inoltre, in questo paese non c'è più manutenzione, a cominciare dalle strade, e queste cose costano, ma moltiplicano le risorse. Insomma, bisogna riuscire ad avere la possibilità di fare un po' di investimenti. La possibilità di farlo adesso c'è, perché il petrolio è basso e il costo del denaro è basso, adesso è il momento di fare degli investimenti mirati". Non poteva mancare un riferimento alla vittoria di Tsipras, in Grecia (nel primo provvedimento ha aumentato di 300 € gli stipendi degli statali) e all'occasione che questo evento straordinario, eppure fisiologico, potrebbe offrire all'Europa:

L'austerità ha fallito, è chiaro. Questa cosa della Grecia, che fra l'altro dimostra che la sinistra esiste in natura, dipende chi la interpreti. L'uguale dignità delle persone è un diritto inestirpabile e lì, in Grecia, li hanno massacrati.

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