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La patente italiana, gli sms e le citazioni da Lolita: cosa c’è nelle nuove foto sul caso Epstein

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Il caso di Jeffrey Epstein rischia davvero di essere un punto di non ritorno per Trump. Quello che non sta riuscendo a gestire, che sta minando al consenso anche della sua base più fedele, quella MAGA del Make America Great Again. Oggi non è una giornata come le altre: entro la mezzanotte ill Dipartimento della giustizia statunitense deve pubblicare i famosi Epstein files. Cioè tutti quei documenti sul caso di Jeffrey Epstein, tra foto, messaggi, ricevute, biglietti di viaggio, che raccontano decenni di abusi e di traffico sessuale.

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Se c’è una scadenza è perché l’amministrazione di Trump, dopo aver passato una campagna elettorale a promettere piena trasparenza, si è rifiutata per mesi di pubblicare tutti questi documenti, costringendo il Congresso a intervenire ed emanare una legge per desecretare il tutto. In questi mesi, però, qualcosa è comunque uscito, pubblicato dai Democratici o dagli stessi Repubblicani. E anche nelle ultime ore è successo così: i Dem della Commissione di vigilanza al Congresso hanno rilasciato oltre una sessantina di immagini, 68 in totale.

Le nuove foto pubblicate dai Democratici

In queste foto si vedono diverse persone accanto a Jeffrey Epstein: nuove foto di Bill Gates o Steve Bannon, ma anche Woody Allen e Noam Chomsky. Foto con lui o in compagnia di ragazze giovani, i cui volti sono però oscurati. Una precisazione d’obbligo: apparire in questo foto non significa automaticamente aver commesso dei reati o essere stati a conoscenza di quello che faceva Epstein. Diversi uomini, come lo stesso Trump, hanno ammesso di aver conosciuto Epstein e di averlo frequentato in passato, pur non avendo nulla a che fare con i suoi traffici.

Ci sono anche delle piantine dell’isola di Epstein e tante foto di documenti di identità e passaporti. I nomi sono oscurati, per tutelare chiaramente le vittime, ma è probabile che si tratti dei documenti di viaggio delle ragazze giovanissime che Epstein adescava per poi abusare di loro o dare in pasto alla sua cerchia. Ci sono passaporti dalla Russia, dalla Repubblica Ceca, Sudafrica, Lituania, Ucraina. E c’è anche una patente di guida italiana.

Ci sono anche diverse foto che ritraggono un corpo femminile con delle scritte a mano sulla pelle, come fossero tatuaggi. Sono citazioni del libro Lolita, che appare anche in un’immagine, dietro il piede di una ragazza. Per dare un po’ di contesto: il romanzo racconta la storia di un professore di letteratura di mezza età che diventa ossessionato sessualmente da una ragazzina di 12 anni.

"Ti mando le ragazze, qualcuna andrà bene per J?"

E poi, c’è uno screenshot di dei messaggi. Non sappiamo né chi li ha mandati, né chi era il destinatario. Si vede solo quanto scritto: “Non lo so, prova a mandare qualcun altro. Ho un'amica che fa scouting, oggi mi ha mandato alcune ragazze. Ma chiede 1.000 dollari a ragazza. Ti mando le ragazze ora. Forse qualcuna andrà bene per J?". E poi c’è una descrizione molto dettagliata di una ragazza: il nome, l’età, l'altezza, il peso, le misure, la città di partenza, dalla Russia.

I Democratici hanno specificato che sono tutte immagini senza contesto. Non sappiamo quando sono state scattate, da chi, dove. Però, hanno spiegato, sono state pubblicate per trasparenza, per dare al pubblico un insight sulla vita di Jeffrey Epstein, il suo circolo e le sue attività inquietanti. Sono state scelte tra decine di migliaia di immagini che hanno ricevuto dalla tenuta di Epstein, perché considerate rappresentative di questo caso. Ma chiaramente aprono anche a molti interrogativi, nello specifico a cosa c’è tra il materiale in possesso al Dipartimento di giustizia. Parliamo di migliaia e migliaia di documenti, che dovranno essere esaminati e ci vorrà del tempo per avere un quadro più completo. Anche se comunque molte informazioni resteranno segrete, come tutte quelle che potrebbero identificare le vittime o compromettere le indagini.

L'impatto degli Epstein files

Però è chiaro che siamo davanti a un gigantesco caso politico. E che Trump dovrà farci i conti, al di là del suo coinvolgimento personale. Che finora, lo ricordiamo, non è mai sfociato in alcuna indagine. Trump ha sempre ammesso di aver frequentato Epstein negli anni Novanta e di essersi poi allontanato, anche a causa di alcuni comportamenti dell’imprenditore finanziario. Ma sulla vicenda di Epstein aveva promesso una trasparenza che è stata poi forzata dal Congresso, che non è arrivata da lui. Anzi. Il Dipartimento di giustizia ha cercato in tutti i modi di mantenere un mantello di segretezza sul caso. C’è di mezzo un’élite che forse ha protetto Epstein, è difficile credere che possa essere avvenuto tutto sotto gli occhi di tutti, senza però che nessuno sapesse nulla.

Epstein ha frequentato per anni, per decenni, gli ambienti più esclusivi della società statunitense e internazionale. Si è circondato di uomini potenti e ricchissimi, ha coltivato relazioni con politici, accademici, uomini di cultura, celebrità. Il tutto mentre gestiva una rete in cui ragazzine, anche minorenni, venivano abusate e passate come merce di scambio.

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