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In un video, ripreso da un’altra imbarcazione della Global Sumud Flotilla, si vede chiaramente la Family Boat, la nave principale della missione, venire colpita da un oggetto luminoso che arriva dall’alto. Al momento dell’impatto scoppia un piccolo incendio. Gli attivisti della missione umanitaria che sta navigando verso Gaza nel tentativo di rompere l’assedio israeliano hanno pochi dubbi: si tratta di un attacco di un drone.
Ci sono ancora molte cose da chiarire, questo va precisato: ci sono indagini in corso, si sta cercando di ricostruire la situazione. Ma proviamo a capirci di più mettendo in fila tutto gli elementi che abbiamo.
Diverse imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, quelle che nei giorni scorsi sono partite da Barcellona e da Genova, hanno fatto tappa a Tunisi e hanno attraccato al porto di Sidi Bou Said. Proprio mentre era ormeggiata in porto, questa notte la Family Boat è stata colpita. È la nave principale della Flotilla, quella su cui stanno viaggiando anche Greta Thunberg e Ada Colau, tra gli altri: una barca di circa 35 metri, battente bandiera portoghese. In un video pubblicato dagli attivisti, ripreso dalla telecamera di un’altra imbarcazione della Flotilla, si vede chiaramente un oggetto luminoso, incandescente, che cade dal cielo e colpisce la Family Boat, Dopo il lampo si vede subito del fumo a bordo, il principio di un incendio. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito e i danni sarebbero contenuti, per cui la missione prosegue.
Gli attivisti in realtà sono abbastanza convinti: si è trattato di un drone israeliano, un tentativo di intimidire l’equipaggio, di scoraggiarlo a partire. In un comunicato l’equipaggio ha scritto:. "La nostra missione pacifica per rompere l'assedio a Gaza continua con determinazione e fermezza". L’attivista Thiago Avita poi ha aggiunto: “La nostra missione umanitaria non si fermerà e non sarà influenzata da alcuna minaccia. La Tunisia è un paese sovrano e rifiutiamo qualsiasi assalto al suo territorio. I nostri occhi sono puntati a Gaza".
In una conferenza stampa, che si è tenuta a Tunisi questa mattina, gli attivisti poi hanno ribadito: “Due di noi si trovavano in coperta quando il drone è rimasto sospeso a circa tre, quattro metri sopra le nostre teste. Poi lo abbiamo visto spostarsi verso la parte anteriore del ponte. È rimasto fermo per qualche secondo, sopra i giubbotti di salvataggio, e poi ha sganciato l'ordigno. Subito dopo è divampato un incendio a bordo. Abbiamo preso gli estintori e siamo riusciti a domare le fiamme. Fortunatamente, tutti sono rimasti illesi".
Al porto questa notte c’era anche Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Lei ha subito precisato che bisognerà fare delle verifiche con le autorità competenti, che dovranno chiarire cosa è successo: al tempo stesso ha anche sottolineato che già esiste una storia di attacchi contro la Flotilla e che in questi giorni dal governo israeliano sono arrivate numerose dichiarazioni che minacciano la missione. Albanese ha detto che se venisse confermato che quello di stanotte è stato effettivamente un attacco di un drone, si tratterebbe di un’aggressione, un atto ostile contro la Tunisia e la sua sovranità.
Qui va fatta una precisazione, rispetto alla posizione tunisina. Perché le autorità di Tunisi hanno smentito che si sia trattato di un attacco: il portavoce della guardia nazionale tunisina ha detto che non sono stati rilevati droni e che secondo le prime ricostruzione si sarebbe trattato di un incendio scoppiato nei giubbotti di salvataggio. Le altre ipotesi, ha detto, sarebbero del tutto infondate e la causa delle fiamme sarebbe stata invece un mozzicone di sigaretta.
In questo momento non possiamo dire con certezza cosa sia successo, ma dalle immagini riprese questa notte dalle telecamere della Flotilla si vede chiaramente qualcosa cadere sulla barca.
Arturo Scotto e Annalisa Corrado – deputato ed eurodeputata del Pd che dovrebbero salpare nei prossimi giorni da Siracusa – hanno detto di essere molto preoccupati e che il sabotaggio di una barca che ha uno scopo puramente umanitario sarebbe un fatto gravissimo. Come è grave, hanno aggiunto, il tentativo di negare o sminuire di fronte a delle immagini abbastanza eloquenti. I due parlamentari quindi hanno rinnovato l’appello al governo italiano, affinché faccia pressione su quello israeliano perché lasci passare la Global Sumud Flotilla e le permetta di consegnare gli aiuti umanitari.
Domani le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla partiranno da Tunisi. L’11 settembre si uniranno anche quelle da Siracusa. E poi si continuerà verso le coste di Gaza. Non è un obiettivo facile, questo lo sappiamo dall’inizio. Già quest’estate alcune imbarcazioni umanitarie sono state intercettate e fermate dalla Marina israeliana. Il governo israeliano ha anche detto che questo giro non si limiterà a rimpatriare gli attivisti, ma che li tratterà come fossero dei terroristi. Insomma, è possibile che la missione non riesca a raggiungere l’obiettivo, cioè consegnare gli aiuti umanitari – cibo e medicinali – alla popolazione palestinese, che continua a venire massacrata dalle politiche genocidiarie di Israele. Però la Global Sumud Flotilla rimane la speranza di tutti. E per questo gli occhi devono rimanere puntati su di lei, l’attenzione di tutte e tutti noi non deve abbandonarla per nemmeno un secondo.
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