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Per ora si parla di Gaza City, la principale se non unica grande area urbana della Striscia. Ma Benjamin Netanyahu non ha mai nascosto di voler espandere i suoi piani a tutta l’enclave palestinese. Che già era una prigione a cielo aperto, ora il suo futuro rischia di farsi ancora più drammatico. Il piano approvato dal gabinetto di sicurezza per ora prevede cinque punti: il disarmo di Hamas, la liberazione degli ostaggi, la demilitarizzazione della Striscia, il controllo della Striscia per garantire la sicurezza, l’istituzione di un’autorità che non sia né Hamas, né l’Autorità nazionale palestinese. In un’intervista a Fox News, Netanyahu ha detto che vuole liberare i palestinesi dal terrore di Hamas e garantire così la sicurezza di Israele. Ha anche detto che l’occupazione non sarà permanente, che Israele non vuole annettere e governare la Striscia, ma che questa responsabilità sarà passata a delle forze arabe, non meglio specificate.
Tutti i palestinesi che sono al momento a Gaza City, che si trova nel nord della Striscia, saranno sfollati verso zone centrali e altre aree interne entro il prossimo 7 ottobre, il secondo anniversario dell’attacco di Hamas. A quel punto verrà imposto un assedio alla città, dove saranno rimasti solo i miliziani di Hamas, e ci sarà un’invasione di terra.
Al momento già tre quarti della Striscia sono sotto il controllo militare di Israele. I circa due milioni di abitanti sono quindi stipati, quasi totalmente, nel restante quarto. Secondo le Nazioni Unite l’87% della Striscia di Gaza è ormai una zona militarizzata o su cui pendono comunque ordini di evacuazione. Il piano di occupazione sarebbe il colpo finale a una popolazione che non ha più alcun luogo dove trovare rifugio, che ha perso tutto, che continua a non avere accesso a cibo e aiuti.
Anche le famiglie degli ostaggi hanno protestato contro questo piano. Nella Striscia ci sarebbero ancora 50 ostaggi, di cui 20 sono ritenuti ancora vivi. Per i loro cari, però, con l’occupazione si firmerà la loro condanna a morte: "Il governo israeliano ha condannato a morte gli ostaggi ancora in vita e alla sparizione di coloro che sono morti. La decisione del governo di avviare il processo di occupazione della Striscia è una dichiarazione ufficiale di abbandono degli ostaggi, ignorando completamente i ripetuti avvertimenti dei vertici militari e il chiaro desiderio della maggior parte dell'opinione pubblica israeliana".
Abu Mazen, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, ha detto che siamo davanti a una chiara e piena violazione del diritto internazionale, che causerà una catastrrofe senza precedenti. Poi ha ribadito come quello in corso sia un genocidio e ha annunciato che si rivolgerà anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Avrebbe anche già chiesto anche a Donald Trump di intervenire per fermare i piani di Netanyahu. Ma, sempre secondo quanto riportato dai media, il presidente statunitense in queste ore si sarebbe limitato a dire di essere contrario all’annessione di Gaza, ma avrebbe dato il via libera a tutte le operazioni militari. Del resto, è stato lui per primo a parlare di una riviera del medio oriente sotto il controllo statunitense.
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