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Il governo Meloni rivendica le sue politiche migratorie dopo il naufragio di Lampedusa

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Potrebbe essere il più grave naufragio avvenuto nei pressi di Lampedusa da diversi anni. Un barcone si è capovolto a circa 14 miglia dall’isola, dopo essere partito dalla Libia insieme ad un'altra imbarcazione. Una però aveva iniziato ad affondare quasi subito, costringendo tutti a trasferirsi sulla seconda barca, che era diventata così estremamente sovraccarica. A bordo ci sarebbe stato circa un centinaio di persone. È stato un elicottero della Guardia di finanza ad avvistarla, mentre era chiaramente in difficoltà, e sono state fatte partire le motovedette della Guardia costiera, di Frontex. Ma quando sono arrivati i soccorsi l’imbarcazione si era già capovolta e le persone erano in mare. 60 sono state soccorse, le vittime però sono tantissime. Tra loro anche una neonata e tre adolescenti. E appunto, si temono decine di altri morti.

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È l’ennesimo naufragio che avviene nel Mediterraneo centrale. Secondo l’Oim, cioè l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, dall’inizio dell’anno fino a qualche giorno fa, al 9 agosto, lungo questa rotta sono morte almeno 370 persone. Altre 300 risulterebbero disperse e sul loro destino non ci sono troppe speranze. L’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha detto che dall’inizio dell’anno sono morti oltre 700 migranti nel mediterraneo centrale e che tutte le risposte da mettere in campo – i salvataggi in mare, le rotte sicure, gli aiuti ai paesi di transito – vanno rafforzate. Così come vanno trovate soluzioni alla radice.

Per Giorgia Meloni, però, la strategia del governo non cambia. La presidente del Consiglio, anzi, rivendica le politiche migratorie del suo governo in un post sui social diffuso alla notizia del naufragio:

“Quando si consuma una tragedia come quella di oggi, con la morte di decine di persone nelle acque del Mediterraneo, sorge in tutti noi un forte sentimento di sgomento e compassione. E ci troviamo a misurare l'inumano cinismo con cui i trafficanti di esseri umani organizzano questi loschi viaggi. Insieme al profondo cordoglio per le vittime, alla pietà per quanti hanno perso la vita, rinnoviamo pertanto l'impegno a contrastare questi trafficanti senza scrupoli nell'unico modo possibile: prevenire le partenze irregolari, gestire i flussi migratori. Che la tragedia di oggi sia avvenuta nonostante un dispositivo internazionale pronto e operativo ci avverte, infatti, che il doveroso intervento di soccorso non è una misura sufficiente e, soprattutto, non risolve le cause del drammatico problema”.

Le ha risposto il capo missione di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. Che ha detto che questo è stato un naufragio che si poteva evitare. Secondo lui il governo Meloni – la stessa premier e poi i suoi ministri, da Piantedosi a Salvini, continuano a nascondersi dietro questa formula per cui è tutta colpa dei trafficanti di uomini se la gente muore in mare. Però, chiede, perché rispetto al naufragio di ieri non è stato diramato un allerta a tutte le navi presenti in quel tratto di mare, in modo che quanti più mezzi possibili si attivassero per il soccorso?

Secondo Casarini serve un piano di soccorso serio e strutturato, che non faccia la guerra alle navi delle Ong, ma che collabori con loro. E poi serve che il governo la smetta di collaborare con i trafficanti e fare accordi con chi gestisce e controlla questi flussi. Servono invece corridoi umanitari dalla Libia per evacuare le persone che sono rinchiuse nei centri di detenzione in condizioni disumane.

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"Nel caso te lo fossi perso" è il Podcast daily per i Sostenitori di Fanpage.it che, ogni giorno, fa il punto sulla notizia più importante del momento, quella da non perdere, per aprire gli occhi sul mondo. L’appuntamento è dal lunedì al venerdì alle 18.00, con la nostra giornalista, Annalisa Girardi.

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