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C’è una nuova svolta nel caso del delitto di Garlasco. Questa mattina carabinieri e Guardia di finanza hanno perquisito le case degli zii e dei genitori di Andrea Sempio, ma anche dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti e di due appartenenti alla polizia giudiziaria nel 2017, cioè quando proprio Venditti dispose l’archiviazione della prima indagine su Sempio. Oggi il procuratore risulterebbe accusato di corruzione in atti giudiziari: secondo i pm avrebbe ricevuto soldi dai familiari di Sempio affinché lo scagionasse.
Stamattina il Tg1 è stato il primo a riportare la notizia del blitz delle forze dell’ordine nelle case dei familiari di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi all’epoca dei fatti e che come immagino tutti saprete, oggi è nuovamente indagato con l’accusa di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva. Ma a far parlare i giornali di “svolta” oggi è l’indagine scattata nei confronti di Mario Venditti, ex procuratore di Pavia oggi in pensione.
Allora. Piccolo passo indietro. Chi è Mario Venditti? Parliamo di un magistrato che ha avuto un ruolo molto importante nelle vecchie indagini di Garlasco perché fu proprio lui nel 2017 a depositare la richiesta di archiviazione per il procedimento a carico di Sempio. Al tempo Stasi era già stato condannato ma la procura di Pavia, tuttora responsabile del caso, fece partire degli accertamenti dopo l’esposto presentato dalla famiglia di Stasi. In questo esposto venivano indicati una serie di elementi che avrebbero potuto far sorgere dei dubbi su Sempio, tra cui le tracce biologiche trovate sotto le unghie di Chiara e a lui attribuite dai consulenti di Stasi. Nel 2017 Venditti chiese e ottenne l'archiviazione basandosi sulla perizia del 2014 fatta dal professore De Stefano che aveva giudicato troppo poco il materiale genetico trovato sulla unghie e quindi impossibile da attribuire a qualcuno A prendere questa decisione fu proprio Venditti,a cui ora la Procura contesta di aver ricevuto una somma indebita per favorire Sempio nel 2017.
Tutto nasce dal ritrovamento di un appunto in un bloc notes a casa dei genitori di Sempio durante la perquisizione del 14 maggio. Il foglio risalirebbe ai primissimi giorni di febbraio 2017, pochi giorni prima che Sempio venisse informato di esser indagato. Nella nota si leggerebbe "20/30" euro, accostato al nome "Venditti" e la frase "gip archivia". Gli inquirenti ipotizzano che Venditti abbia ricevuto una somma di denaro, tra i 20 e i 30mila euro appunto, per favorire Sempio. Gli investigatori stanno ricostruendo i flussi di denaro effettuati dai familiari per capirci di più. Nel decreto di perquisizione si parla poi di anomalie legate alle indagini del 2017, come la mancata trascrizione di alcuni passaggi delle intercettazioni ambientali tra Sempio e degli agenti della polizia giudiziaria (ovvero quelli che sono stati perquisiti oggi). A quanto pare, in questi colloqui non riportati, si sarebbe parlato dei temi a cui la famiglia Sempio avrebbe dovuto rispondere durante l'interrogatorio. In generale ci sarebbero stati dei contatti opachi, poco chiari tra Sempio e i due agenti e pure il suo interrogatorio, a detta dei pm, sarebbe stato troppo breve e con domande già preparate.
Ma soprattutto tra i passaggi intercettati e non trascritti c'è il riferimento fatto dalla famiglia Sempio di pagare "quei signori là" con modalità non tracciabili. Transazioni di cui oggi non conosciamo i beneficiari. Mentre è noto che tra dicembre 2016 e giugno 2017 le zie di Sempio abbiano emesso una serie di assegni verso il fratello, quindi il padre di Andrea Sempio per una cifra complessiva di 43mila euro. E ancora che nello stesso periodo padre e figlio avrebbero effettuato prelievi in contanti per 35mila euro.
Tutto questo emerge sui giornali oggi, nella stessa giornata in cui il Tribunale di Pavia ha concesso altri 70 giorni di tempo per finire gli accertamenti sul materiale genetico. I periti incaricati non sono riusciti a completare tutti gli accertamenti previsti nell'incidente probatorio. Resta infatti ancora da fare la rivalutazione dei dati sulle unghie di Chiara che chiarirà se c’è o meno il dna di Andrea Sempio. Il punto qui è che l'esame non potrà essere rifatto perché le unghie sono state tutte consumate durante la perizia del 2014. oggi è possibile solo rivalutare i dati ottenuti dal professor de Stefano. Ecco diciamo che questo è solo uno dei tanti ostacoli riscontrati in questo caso. Si è parlato tante volte degli errori commessi nei primi momenti delle indagini e delle difficoltà nell’esaminare alcune prove anche a causa dei mezzi a disposizione all’epoca, meno sofisticati di quelli che abbiamo oggi.
Dopo 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi e con una persona condannata in via definitiva, il caso di Garlasco continua a riempire le prime pagine. La curiosità a tratti morbosa nei confronti di questa vicenda ha finito per far parlare di piste improbabili, come quella satanista, complottismi e teorie che hanno riguardato di volta in volta nomi differenti buttati in mezzo più sulla base di “probabili” prove che di elementi concreti. Tra salotti, talk show e interi programmi dedicati, il processo reale si è mischiato con quello mediatico nutrendo l’ossessione che negli anni si è sviluppata da parte del pubblico attorno a questo caso. Ma che in diverse occasioni ha solo generato caos e confusione. Quel che è certo è che oggi, con l’indagine sull’ex procuratore Venditti, si apre un nuovo capitolo all’interno di una storia ancora piena di dubbi e domande.
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