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Sulla Flotilla il nostro governo ha lanciato una vera e propria campagna denigratoria, cercando di mistificarne i reali obiettivi per, probabilmente, sgonfiare la gigantesca mobilitazione che si è creata attorno alla missione. Lo ha fatto dicendo che il vero scopo degli attivisti non fosse tanto portare gli aiuti umanitari, ma fosse di tipo politico. Ma la domanda che mi faccio è: perché un obiettivo politico, oltre a quello umanitario di far arrivare cibo e medicinali a Gaza – dovrebbe in qualche modo sminuire la missione? Perché dovrebbe essere problematico? Soprattutto quando riguarda il ripristino del diritto internazionale, di fronte a un blocco completamente illegale e illegittimo.
Chiariamolo subito: l’obiettivo politico non è, come dice il governo, quello di creare problemi interni a Giorgia Meloni con le manifestazioni e gli scioperi in sostegno alla Flotilla. Anche perché a bordo di queste imbarcazioni, tanto della Global Sumud quanto della Freedom Flotilla, ci sono cittadini da tutto il mondo, per cui la stabilità del governo Meloni è l’ultimo dei pensieri. L’obiettivo politico è quello di rompere un assedio illegale, il blocco marittimo, aereo e terrestre che circonda Gaza da ben prima del 7 ottobre, ma che negli ultimi due anni – con il genocidio in corso – ha avuto conseguenze ancora più gravi, impedendo, di fatto, agli aiuti umanitari di arrivare alla popolazione palestinese.
A bordo delle barche della Freedom Flotilla e della Thousand Madleens c’erano 100 mila dollari di aiuti, tra medicinali, attrezzatura ospedaliera e alimentari. Le imbarcazioni sono state abbordate all’alba, quando erano a 120 miglia nautiche dalle coste di Gaza. Anche questa volta, come accaduto la scorsa settimana con la Global Sumud Flotilla, i militari israeliani le hanno fermate in acque internazionali, perché le considerano – in modo totalmente arbitrario e illegittimo – parte del loro blocco navale su Gaza.
Il governo israeliano, l’esercito, continuano ad agire nell’impunità generale. A bordo della missione umanitaria intercettata c’erano 145 persone – tra medici, infermieri, giornalisti – che hanno raccontato, prima di perdere ogni connessione alle prime luci dell’alba, di essere stati attaccati da un elicottero militare israeliano, mentre le forze navali israeliane intercettavano e abbordavano simultaneamente la nave Conscience e le barche a vela delle Thousands Madleens.
In Italia per ora sia Meloni che Tajani stanno ignorando il nuovo abbordaggio della Flotilla e non è che in Europa le cose vadano tanto meglio. Benedetta Scuderi, un’eurodeputata di Europa Verde che era a bordo della Global Sumud Flotilla e che è rientrata in Italia anche lei nei giorni scorsi dopo essere stata bloccata e trattenuta dalla Marina israeliana, ieri è tornata al Parlamento europeo e ha denunciato come l’umanità sia morta delle istituzioni, immobili di fronte al genocidio palestinese. Ha detto che anche il Parlamento europeo è complice del silenzio sull’orrore di Gaza. Lei stessa aveva chiesto un dibattito sulla Flotilla, che però è stato negato.
Se governo e istituzioni continuano a fare finta di nulla, a permettere che Israele continui a violare le leggi internazionali impunito, le piazze non hanno invece alcuna intenzione di voltarsi dall’altra parte.
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