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Pechino inquinata? Un miliardario cinese vende aria in lattina

Nella capitale cinese, una delle più inquinate del mondo, i problemi respiratori attanagliano centinaia di migliaia di persone. Così a un imprenditore è venuta l’idea di chiudere dell’aria pura nelle lattine… al prezzo di 60 centesimi.
A cura di Davide Falcioni
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Che Pechino sia una delle metropoli più inquinate del mondo è noto. Così come è noto che i cinesi non difettano di fantasia. Ebbene, al miliardario filantropo Chen Guangbiao è venuta l'idea di immettere nel mercato nientemeno che… aria fresca in lattina, proveniente direttamente dalla provincia dello Yunnan, nota proprio per la salubrità del suo ossigeno. Le lattine vengono vendute al prezzo di 5 yuan (circa 60 centesimi di euro) e sono addirittura disponibili in diversi "sapori", come ad esempio la Virgin Tibet.

All'idea che un imprenditore si sia messo a vendere aria fresca non pochi hanno storto comprensibilmente il naso. Egli però ha fatto sapere che non ha nessuna intenzione di fare una fortuna, ma che il suo principale scopo è quello di ‘trasmettere un messaggio': "Vendo aria pura  – ha spiegato – per ricordare a tutti di proteggere il nostro ambiente". Chen Guangbiao è un importante imprenditore e filantropo cinese: proviene da una povera famiglia contadina, ha fatto una fortuna con il riciclaggio dei rifiuti e poi distribuito 91 milioni di dollari a organizzazioni che si occupano di lavoro, sanità e istruzione.

Non c'è dubbio che la sua iniziativa delle "lattine d'aria" avrà una grande fortuna. La capitale cinese è infatti una delle più inquinate al mondo, nonostante le recenti limitazioni di traffico e la chiusura di 450 fabbriche. Il tasso di particelle inquinanti nell’aria resta oltre il livello di guardia. La nube di avvolge un’area totale di 1 milione e mezzo di chilometri quadrati, comprendendo i distretti industriali di Henan, Shandong, Hubei e Hunan. Solo in città il numero di persone che si è recata in questi giorni negli ospedali per problemi di respirazione è aumentato del 20%, per analoghi problemi i ricoveri d’urgenza riguardano nel 50% dei casi i bambini.

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