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Ogni giorno 400 bambini nel mondo muoiono di morbillo

Mentre in Italia si diffondono teorie antivacciniste e aumentano anno dopo anno i casi di contagio nei paesi più poveri del mondo ogni giorno 400 minori muoiono di morbillo, perché non hanno accesso al vaccino.
A cura di Davide Falcioni
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Dal 2000 al 2015 le vaccinazioni contro il morbillo hanno salvato la vita di 20milioni di bambini in tutto il mondo: un dato positivo ma largamente insufficiente, visto che ogni giorno 400 minori perdono ancora la vita a causa di questa malattia considerata "banale" nel mondo occidentale, ma che invece risulta letale nei paesi più poveri.

Unicef: "Manca la volontà politica di vaccinare tutti i bambini"

Il dato emerge dal rapporto stilato congiuntamente da Oms, Cdc, Unicef e Gavi, presentato oggi. Le organizzazioni segnalano come, malgrado negli ultimi 15 anni si sia registrato nel pianeta un decremento del 79 per cento dei decessi per morbillo, siano ancora centinaia le morti dei bambini per una malattia che, se adeguatamente trattata con un vaccino, è invece ampiamente prevedibile. "Eradicare definitivamente il morbillo non è una missione impossibile – sostiene Robin Nandy, responsabile immunizzazioni per l'Unicef – perché abbiamo le conoscenze e gli strumenti per poterlo fare, ma ciò che manca è la volontà politica di raggiungere ogni singolo bambino, indipendentemente da dove viva e quanto sia lontano. Senza tale impegno, i bambini continueranno a morire a causa di una malattia che è facile ed economica da prevenire".

Sono stati oltre 134mila i minori morti nel 2015 a causa del morbillo. Etiopia, Congo, Indonesia, India, Nigeria e Pakistan registrano la metà dei bimbi non vaccinati ed il 75% dei decessi. Eppure, "quest'anno la regione delle Americhe – ha dichiarato Jean Marie Okwo-Bele, direttore dipartimento vaccini dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – è stata dichiarata libera dal morbillo, prova che l'eradicazione è possibile. Ora dobbiamo fermare il morbillo nel resto del mondo, e ciò parte dalle vaccinazioni". In Italia – anche grazie alla diffusione di teorie antivacciniste – i casi di malattia sono raddoppiati di anno in anno dal 2010, colpendo quasi sempre persone non vaccinate o che non avevano completato la vaccinazione.

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