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“No alla cancellazione dei test d’ingresso a medicina”: la petizione del deputato PD Crimì

Il giovane deputato del Partito Democratico ha lanciato una petizione online per chiedere che i test di ingresso alla facoltà di medicina non venga abolito.
A cura di D. F.
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Porta la firma di Filippo Crimì, giovane deputato del Partito Democratico, la petizione contro la proposta del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini di abolire i test di ingresso alla facoltà di Medicina. La petizione ha già raccolto migliaia di firme e si trova sul sito del parlamentare democratico: tra le sottoscrizioni colpiscono quelle di alcuni colleghi parlamentari del PD, tra i quali il renziano Federico Gelli. Crimi dichiara: "Il test d’ingresso in una facoltà come Medicina è stata una conquista, anche per le specialità. E’ l’unico strumento democratico che mette tutti sullo stesso piano. Non possiamo tornare indietro". FIl deputato ritiene che abolire il test d’ingresso e selezionare i laureandi al secondo anno sarebbe un autentico disastro. Spiega infatti: "Questo è quanto avrebbe proposto il ministro Giannini senza tener conto che una selezione al secondo anno alimenterebbe la pressione delle raccomandazioni sui professori per far alzare la media sul libretto degli studenti. E calcolando che lo scorso maggio hanno partecipato al test 65 mila studenti (quando le università non possono ospitarne se non la metà), ci rendiamo conto della dimensione del problema".

Di seguito pubblichiamo il testo integrale della petizione:

Gentile Ministro Prof.ssa Stefania Giannini,

Le scriviamo per chiedere un Suo autorevole intervento affinché sia evitata la sostituzione dell'attuale sistema di selezione per l'accesso al corso universitario di Medicina e Chirurgia con il cosiddetto metodo "alla francese".

L’Europa richiede che i laureati in medicina abbiano un alto livello di preparazione ed in base a queste esigenze ogni Stato europeo, sulla base del proprio sistema universitario e sociale, ha dato risposta sia migliorando le modalità di insegnamento e stabilendo il numero massimo di posti disponibili per garantire la necessaria preparazione, sia individuando le modalità di selezione dei giovani interessati a tale tipo di studi, alle volte anche abbinandola all'altissimo costo delle tasse universitarie.

In questo periodo, in Italia, si è parlato di abolire il numero chiuso previsto per l'accesso a Medicina citando l'esempio della Francia.

In questo Stato, sempre per mantenere l'alto livello di preparazione universitaria, il test di ammissione agli studi di medicina non è organizzato prima dell’inizio del primo anno accademico, come in Italia, ma durante il primo anno. In media il numero degli studenti che lo supera ed accede al secondo anno, si attesta attorno al 15%.

L'Italia però presenta, rispetto alla Francia ed agli altri paesi europei, un numero elevatissimo di studenti che vogliono accedere agli studi universitari di Medicina e intraprendere la professione medica, ma ha una Università che può garantire l'alta formazione professionale medica a poche decine di migliaia di studenti, numero peraltro proporzionato a quello degli altri Stati europei.

Con l'adozione del metodo "alla francese" sorgono diverse criticità:

1. Durante il primo anno, secondo i dati storici, circa 100.000 studenti potrebbero iscriversi e frequentare i corsi universitari con conseguenti problemi di mancanza di aule, di attrezzature didattiche e mancanza di personale docente che non è commisurato ad un tale numero di corsisti

2. Alla fine del primo anno sarebbe previsto in ogni caso un test selettivo che ridurrebbe a 10.000 il numero dei corsisti con conseguente respingimento degli altri 90.000. Il rischio di illudere questi studenti, che se esclusi si troverebbero ad aver letteralmente "perso" un anno di studio con i relativi costi economici, è molto alto.

3. L'eventuale selezione basata sui risultati degli esami del primo anno si porrebbe in contrasto con la strada maestra, dell'oggettività e del merito, da Lei indicata con l'istituzione del concorso nazionale per le scuole di specializzazione mediche.

Pertanto Le chiediamo di migliorare semmai la struttura già esistente, mirando i quesiti su una bibliografia nota, introducendo una modalità telematica del test ed assicurando modalità amministrative ineccepibili, tali da evitare al massimo i possibili ricorsi.

Cordiali saluti

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