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Ciao,

Ti è piaciuto questo episodio di RUMORE?

c’è un numero che mi frulla per la testa da giorni, e che vorrei condividere con te.

Quel numero è 11 milioni: sono gli accessi mensili – lo ripeto: mensili – di chi si è collegato a giugno 2025 al forum Phica, quello in cui le fotografie di persone celebri e non venivano dati in pasto a un branco di maschi che abusava virtualmente dei loro corpi.

Precisazione: 11 milioni di accessi non vuol dire 11 milioni di persone. Gli iscritti sono circa 800 mila. Ma sono comunque in un numero abnorme, che dà l’idea di quale sia la dignità che, oggi, nel nostro Paese, viene data al corpo delle donne. E di quanto il concetto stesso di “consenso” sia ancora lettera morta.

Per questo non abbassiamo la guardia nemmeno un secondo, su questa storia. Andando fino in fondo a scoprire chi c’è dietro e cosa c’è sotto in questo verminaio. E nel farlo, ovviamente, contiamo su di te. Sulle tue segnalazioni e sul tuo sostegno.

1) "Come è stato possibile che il forum Phica fosse aperto da così tanti anni e avesse così tanti iscritti, senza che nessuno denunciasse niente?"

Flavia

Ciao Flavia, è quello che ci stiamo chiedendo anche noi in questi giorni. Formulerei però la domanda in un altro modo: com’è possibile che Phica fosse aperto da così tanti anni e "nessuno abbia FATTO niente". Eh sì, perché in realtà le denunce ci sono state: già nel 2019 Nicole Rossi si era recata presso la Polizia Postale, ma le è stato risposto che i contenuti non erano problematici, e il sito è rimasto attivo. Anche la scrittrice Silvia Semenzin lo aveva segnalato alle autorità e persino alle istituzioni, ma di quel sito non è importato a nessuno. Così come loro, altre donne lo avevano segnalato. Phica non era un sito creato sul dark web: tutto era in chiaro, e vi si poteva accedere anche senza essere iscritti. Esisteva dal 2005, da prima di Facebook: un’enormità di tempo, in cui il sito è cresciuto, arrivando fino a 800mila iscritti. Vuoi la verità? Credo non sia stato cancellato prima perché un tempo non c’era nessuna attenzione alla questione della violenza di genere. Commentare in modo sessista, rubare scatti, è sempre stata vista (e spesso lo è ancora oggi) più come una goliardata tra maschi che come una violenza. Le forze dell’ordine considerano queste denunce come una scocciatura, mentre per la politica sono di scarso interesse. Oggi, che invece le cose stanno cambiando grazie al movimento femminista e a una presa di coscienza più ampia, si può ottenere qualcosa. Ma non basta: se non agiamo sul costruire nuovi rapporti tra i generi, se non lavoriamo sul consenso, se non rivoltiamo questa società da cima a fondo, altri gruppi sorgeranno. E ci sarà sempre chi faticherà a vederlo come un problema.

Natascia Grbic,  capa area Roma Fanpage.it

2) Ho letto la vostra risposta ad un utente sulla vendita di armi a certi paesi e mi sono ricordato di una vecchia legge, la n. 185 del 1990 (?). Questa legge vieta la vendita di armi a paesi in conflitto e Israele lo è sempre stato. Come mai non viene applicata?

Giovanni

Caro Giovanni, la legge cui ti riferisci, la numero 185 del 9 luglio 1990, disciplina effettivamente l’importazione e il transito di materiali di armamento in Italia, ed è fondamentale per il controllo del commercio delle armi da parte dello Stato, oltre che per rendere più trasparente questo settore. È vero – come scrivi – che secondo questa norma è vietata la vendita di armi a Paesi in stato di conflitto armato (in violazione dell’articolo 51 della Carta ONU) e a quello che violano gravemente i diritti umani (art 6). Tuttavia, la stessa legge prevede una serie di scappatoie, come accordi internazionali che permettono esportazioni verso Paesi in conflitto. Nel caso specifico di Israele, come ha evidenziato il Centro di Ateneo per i Diritti Umani Antonio Papisca presso l’Università di Padova, l’Italia rappresenta circa l’1% delle importazioni di armi di Israele, proprio in contrasto con la legge 185. Sebbene il governo italiano abbia espresso critiche nei confronti della condotta del governo di Tel Aviv, i rapporti dimostrano che ha continuato a rifornire Israele anche dopo l'intensificarsi del conflitto nell'ottobre 2023. Il governo italiano – a dicembre di quell’anno – ha sospeso solo le nuove licenze, atto che non richiede alcun decreto e che non comporta il blocco degli invii del materiale già autorizzato.Sempre il Centro per i Diritti Umani, rifacendosi all'ordinanza dell'Aia del 30 aprile 2024, ribadisce che i paesi fornitori dovrebbero aderire a un embargo sulle armi per esercitare una pressione significativa su Israele. Cosa, tuttavia, che non è ancora successa.

Ida Artiaco, vice capa area Cronaca Fanpage.it

 

3) Il Meeting di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione, continua ad attrarre ogni anno figure di primo piano della politica e dell’economia italiana. Qual è il reale peso politico ed economico di questa comunità? I leader partecipano per convinzione personale o per l’influenza che CL esercita nei territori e nei centri decisionali?

Paola

Hai centrato il punto direi Paola, grazie per la tua domanda. Quella standing ovation che Giorgia Meloni ha ricevuto dopo il suo intervento a Rimini, ci dice molto sull'orientamento di quella platea, che sembrava rispecchiarsi perfettamente nelle idee reazionarie e nell'agenda di questa destra. Gli ingredienti c'erano tutti: la famiglia tradizionale, la natalità, la lotta alla droga, l'attenzione alle scuole private (grande assente nell'intervento la scuola pubblica), la condanna di Israele che è andato "oltre il principio di proporzionalità", perché adesso colpisce "anche le comunità cristiane". Il tutto condito naturalmente da tanta propaganda e promesse, come l'annuncio di un piano casa per le giovani coppie, di cui si sa poco o nulla, e di cui per il momento concretamente ci sono solo 660 milioni di euro. Meloni tiene molto all'elettorato che gravita attorno al mondo di Cl, movimento fondato da Don Luigi Giussani, che esprime un cattolicesimo storicamente molto vicino al centrodestra, che tradizionalmente ha sempre appoggiato prima le correnti più a destra DC, e ha avuto rapporti strettissimi con Silvio Berlusconi. Da sempre Cl ha influenzato l'indirizzo politico e il programma elettorale del centrodestra, forte del suo sistema di potere, che ha radicati agganci con il mondo imprenditoriale. Basti pensare che la Compagnia delle Opere (CDO), considerata il braccio economico di Cl, è composta da circa 34mila imprese, per un fatturato stimato in almeno 70 miliardi di euro. Esserci alla manifestazione insomma è fondamentale: per questo ben 13 ministri del governo hanno partecipato a quest'edizione. Meloni ha aperto il suo discorso sul palco dicendo che la kermesse è "la piazza del dialogo per eccellenza". Un'affermazione parzialmente vera. Forse in passato il Meeting poteva davvero essere considerato un luogo di dialogo tra sensibilità politiche differenti. Ma a giudicare dagli ospiti di quest'anno, le cose sono un po' cambiate, a detta anche di molti commentatori. Nessun leader di centrosinistra è stato invitato ai panel, e gli unici esponenti dell'opposizione che si sono visti appartengono a quella minoranza Pd che fa opposizione interna a Schlein, decisamente distante dai valori della più importante lobby cattolica moderata.

Annalisa Cangemi, vice capa area Politica Fanpage.it

4) Come mai chi lavora in regola e paga le tasse spesso risulta penalizzato dall’ISEE, mentre chi nasconde redditi o patrimoni riesce ad accedere ai benefici?

Simone

Caro Simone, la tua è una domanda che ha una risposta molto facile e una molto difficile. La prima risposta, quella semplice, è che siamo un Paese in cui il rispetto delle regole non è esattamente in cima alle priorità delle persone. E quando imbrogliano in molti, purtroppo, l’incentivo a imbrogliare aumenta. Veniamo all’ISEE, cioè alla parte difficile della risposta. Intanto, un ripasso: l’ISEE è la misura del reddito equivalente che serve a stilare le graduatorie per accedere a servizi sociali e strumenti assistenziali messi a disposizione dallo Stato centrale e dagli enti locali. Non è come la dichiarazione dei redditi, e dentro ci sono informazioni in più come la giacenza di denaro nei conti correnti, gli immobili di proprietà, i familiari a carico, proprio per dare una misura più oggettiva possibile dello stato di bisogno di ciascun cittadino. Fino a qualche anno fa era un disastro: fino al 2014, anno in cui sono stati introdotti pesanti correttivi, si è calcolato che circa il 20% delle risorse – un euro ogni cinque – finiva nelle tasche di chi non ne aveva bisogno. Da allora, mi pare, le cose sono migliorate un po’, sia grazie a correttivi nella compilazione, sia grazie a sanzioni più severe per i “furbetti”. Tuttavia, ci sono ancora delle falle abbastanza evidenti che diventano fonte delle iniquità di cui parli. A titolo di esempio, c’è chi sposta la residenza uscendo dal nucleo famigliare, affinché quel reddito non venga calcolato, chi inserisce un parente nullatenente per aumentare il numero dei familiari a carico, chi riduce la giacenza media sul conto corrente trasferendo denaro su conti intestati ad altri e chi aspetta a incassare una fattura per risultare più povero di quanto è.  Più controlli, dichiarazioni precompilate e incroci di banche dati contribuiranno, con ogni probabilità, a ridurre l’entità di queste ingiustizie, così come sta accadendo con il recupero dell’evasione fiscale, che cresce di anno in anno.

Direi che è tutto, anche per oggi.
Grazie per averci accompagnato fino a qua.

Francesco Cancellato, direttore Fanpage.it

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