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Le pressioni da parte del ministero di Valditara nei confronti delle scuole non sono finite. Dopo i casi delle scorse settimane in Toscana ed Emilia-Romagna, e le polemiche scoppiate per gli incontri su Gaza che si sono tenuti in alcuni licei di Pisa, Massa, Bologna e Reggio-Emilia, gli Uffici scolastici regionali di competenza hanno avviato ispezioni, che non si sono ancora concluse mentre scriviamo. Sotto la lente del ministero ci sono alcuni incontri online che si sarebbero tenuti durante l’orario scolastico, alla presenza di Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati. Le ispezioni sono scattate a causa di alcune dichiarazioni che Albanese avrebbe pronunciato, con l'invito agli studenti a occupare le scuole contro un governo "fascista" e "complice del genocidio". Il ministro dell'Istruzione, intervenuto alla Camera, ha bollato questi episodi come antidemocratici, sottolineando che queste affermazioni sarebbero mera "propaganda", e diffonderebbero "posizioni di natura politica o ideologica incompatibili con una corretta funzione educativa".

Per i sindacati della scuola si tratta di invasioni di campo da parte del ministero e di attacchi alla libertà di insegnamento, che continuano a ripetersi. Lo dimostra un'altra vicenda, avvenuta a Bologna, all'Istituto Aldrovandi Rubbiani. In questo caso il dirigente scolastico ha deciso preventivamente di annullare la lezione prevista per alcune classi sul tema dell’obiezione di coscienza, insieme a Ella Keidar Greenberg e Iddo Elam, due giovani di 18 e 19 anni che si sono rifiutati di prestare servizio nell'esercito israeliano nel conflitto in corso contro i palestinesi, passando anche mesi in carcere. Nessuna ispezione è stata avviata in questa circostanza, visto che il preside ha bloccato tutto sul nascere, proprio per non andare in contrasto con le indicazioni di Valditara sull'esigenza di garantire a scuola "pluralismo e contraddittorio".

IL TEMA DEL GIORNO

Fracassi (FLC CGIL): "La circolare di Valditara sulla par condicio è scritta sulla sabbia"

Il punto centrale e il comune denominatore di questi episodi è la presunta violazione della circolare ministeriale sulla par condicio negli incontri "riguardanti tematiche di ampia rilevanza politica e sociale" proposti agli studenti, organizzati durante l'orario scolastico. Si tratta di una circolare che il ministero ha emanato il 7 novembre 2025, che poi è stata rilanciata il 12 dicembre dal Capo Dipartimento Carmela Palumbo: secondo Viale Trastevere va sempre assicurato "il confronto tra posizioni diverse e pluralistiche al fine di consentire agli studenti di acquisire una conoscenza approfondita dei temi trattati e sviluppare il pensiero critico". Questa circolare continua ad avere effetti, e il problema non è circoscritto agli incontri con Francesca Albanese. Ne abbiamo parlato con Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, che ha lanciato l'allarme sull'episodio che si è verificato a Bologna e che ha coinvolto l'Istituto Aldrovandi Rubbiani: "Da parte di Valditara c'è un tentativo di censurare il libero dibattito nelle scuole. Con questi ultimi interventi c'è anche una compressione delle leggi dello Stato. E registriamo ancora il tentativo di introdurre limitazioni alla libertà d'insegnamento, tutelata dalla Costituzione".

Secondo Fracassi la circolare di Valditara è "scritta sulla sabbia", perché viola la legge 59/97 sull'autonomia scolastica, poi rafforzata dalla 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola varata dal governo Renzi. "Abbiamo riscontrato un aumento degli interventi da parte del ministero dopo le due circolari diffuse da Viale Trastevere sulla par condicio", dice la sindacalista a Fanpage.it. Se volessimo prendere alla lettera quella direttiva ministeriale, a un incontro con un partigiano della Resistenza a scuola dovremmo pensare di invitare per assurdo anche un nostalgico del fascismo o del nazismo. "Quelle circolari non stanno in piedi, perché sono atti del ministero che non possono scalfire l'autonomia scolastica, che vuol dire anche autonomia di progetto e libertà d'insegnamento. Un docente, nell'ambito del proprio curriculum, può prevedere anche momenti di attività con ospiti esterni. Invece il ministero continua a esercitare una pressione nei confronti di dirigenti scolastici e docenti, per evitare che si facciano discussioni a scuola su temi sensibili di attualità, come avvenuto per esempio a Bologna, dove è stata cancellata una discussione con due ex soldati israeliani ‘disertori', sostenitori della causa palestinese". Il dirigente si è mosso subito, ritirando l'iniziativa, dopo la circolare di Valditara.

Per la segretaria generale della FLC CGIL le scuole insomma possono continuare a svolgere liberamente le proprie attività, secondo quanto previsto dalla legge, senza il timore di incorrere in sanzioni disciplinari da parte degli Uffici scolastici regionali, che sarebbero i titolari dei procedimenti nei casi più gravi. Ma se dovessero scattare sanzioni per gli episodi già segnalati, il sindacato è pronto ad assistere il personale coinvolto. "Albanese è un'esponente delle istituzioni, con delle idee radicali, certo, ma non è Matteo Messina Denaro", sottolinea Fracassi. "Se il ministero dovesse giudicare offensive o lesive le parole di Albanese, allora sarebbe libero di denunciarla per diffamazione". Fracassi ricorda anche il caso di Christian Raimo, scrittore e docente sospeso per tre mesi con un taglio dello stipendio del 50 per cento per avere attaccato il ministro in un dibattito pubblico, al di fuori del contesto scolastico. In quel caso, da parte del ministero, non è arrivata alcuna denuncia.

"Se Albanese avesse detto ai ragazzi di non fare autogestioni o occupazioni, sarebbe stata comunque una libera opinione della relatrice Onu. Gli studenti deciderebbero comunque secondo il loro giudizio", aggiunge Fracassi. "Valditara sta evidentemente cercando di mettere le briglie alla libera discussione nelle scuole su alcuni temi, come dimostra il consenso informato obbligatorio per attività legate all'educazione sessuo-affettiva. Per introdurre questa misura però il ministro ha dovuto emanare una legge ad hoc", sottolinea ancora Fracassi. "Ma non possono essere i genitori a stabilire quali attività scolastiche vadano fatte a scuola, questo sarebbe il grande sogno del ministro".

L’APPROFONDIMENTO

Polemiche sotto l’albero a Natale, dal presepe alle canzoni. I docenti di religione: “Operazione politica, l’inclusione non si ottiene per sottrazione”

Come ogni Natale che si rispetti anche quest’anno, alla vigilia delle attese vacanze, non sono mancate le polemiche sulle recite scolastiche e più in generale su come viene vissuto questo momento dell’anno dalle scuole. Chi non ha sentito parlare dei testi di canzoni e poesie modificati senza la parola “Gesù”, oppure delle liti per i presepi con o senza Bambinello negli istituti di ogni ordine e grado? Insomma, discussioni più o meno accese sui simboli cristiani messi da parte soprattutto tra le aule scolastiche.

Qualche esempio? A Castel Goffredo (Mantova) è scoppiata la polemica per la modifica di un canto natalizio dello Zecchino d’Oro, privato del riferimento a Gesù per “non offendere nessuno”. Più o meno la stessa cosa è successa a Magliano dove una scuola primaria ha modificato il testo del canto per la recita di Natale eliminando il nome di Gesù “per garantire la laicità”.

Ma non solo. Tra gli episodi più recenti c’è anche la decisione dell’amministrazione comunale di Genova guidata da Silvia Salis, che ha scelto di non allestire il presepe all’ingresso della sede istituzionale di Palazzo Tursi. Insomma, la discussione sul tema è molto più ampia, ed è soprattutto politica. Ne è convinto Orazio Ruscica, segretario nazionale di Snadir, il Sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione.

“Riguardo alle attività che coinvolgono tutto il personale della scuola durante il periodo natalizio, riteniamo che questi interventi che vanno a eliminare da canzoni o dal presepe il riferimento a Gesù e alla sua nascita siano operazioni che invece di includere abbiano l’effetto contrario. L’inclusione non si ottiene per sottrazione”, dice a Fanpage.it.

E spiega questo concetto facendo un esempio: “È chiaro che se io propongo una canzone natalizia il riferimento è sempre quello, alla nascita di Gesù per i cristiani. Ma se io tolgo da quel brano il riferimento a Gesù come docente faccio un’operazione che contrasta col mio insegnamento, perché il mio compito è quello di far capire quel testo, spiegarne il significato, contestualizzarlo, sia a chi è credente sia a chi non crede”. Per Ruscica questa è “un’operazione che la politica tira fuori in questo periodo. In uno stato liberale devono co-esistere le due visioni, laica e religiosa, non devono escludersi a vicenda. Questo è quello che dovrebbe aiutare tutti a superare questa visione per sottrazione. Io credo che sarebbe opportuno spiegare anche e soprattutto a chi non è cattolico perché in quei canti o in quel testo c’è un riferimento a Gesù, altrimenti diventa solo una mera rimozione vestita da neutralità”.

L'EVIDENZIATORE

Visto che oggi è la vigilia di Natale, la curiosità di questa settimana è dedicata sempre alle vacanze scolastiche per mantenere alto l'umore. Dopo le festività natalizie, infatti, non passerà molto tempo fino al prossimo stop, che coinciderà con il Carnevale. In occasione del Martedì grasso, che stavolta cadrà il 17 febbraio, molte scuole sospenderanno le attività didattiche per uno o due giorni, dando il via alla prima pausa del 2026.

Trattandosi, però, di una ricorrenza non riconosciuta come festività nazionale, le chiusure dipendono dai calendari scolastici delle regioni e, in parte, anche dalle scelte autonome dei singoli istituti. Così, ad esempio, in Campania e in Liguria le lezioni saranno sospese lunedì 16 e martedì 17 febbraio. In Lombardia, invece, il calendario prevede due giorni di chiusura prima dell’inizio della Quaresima, che nella pratica si traducono in date diverse a seconda che si segua il rito romano o quello ambrosiano. Altrove la pausa si allunga. In Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto le vacanze di Carnevale dureranno tre giorni, dal 16 al 18 febbraio. Il Piemonte è la regione che concede lo stop più lungo: qui le scuole resteranno chiuse dal 14 al 17 febbraio, includendo anche il fine settimana precedente il martedì grasso. Cosa succede nella tua scuola?

A cura di Ida Artiaco e Annalisa Cangemi

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