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Anche se le vacanze per molti sono appena cominciate, alcuni sono già proiettati a settembre. Stiamo parlando soprattutto dei precari della scuola, un esercito di insegnanti per i quali l’inizio dell’anno scolastico rappresenta un momento di forte incertezza. Anche se il ministro Valditara il mese scorso ha annunciato circa 54mila assunzioni, inclusi gli insegnanti di sostegno e quelli di religione, per il 2025/2026, ancora molto deve essere fatto.

Nella newsletter di oggi parleremo delle ingiustizie che i precari subiscono e della paura, che in alcuni casi è una certezza matematica più che una preoccupazione, di non ottenere una cattedra dal prossimo anno scolastico, pur avendo completato i famosi corsi abilitanti a pagamento. Infine, sempre con un occhio a settembre, ci sono novità per tutti coloro che dovranno partecipare alla sessione straordinaria della Maturità e per i docenti impegnati nelle commissioni d’esame.

IL TEMA DEL GIORNO

La denuncia di Giuseppe, docente precario: “L’anno prossimo non avrò la cattedra, sono in un limbo”

I corsi abilitanti obbligatori per i docenti, quelli da 30, 36 o 60 CFU (introdotti dalla riforma Bianchi) come ti abbiamo raccontato su Fanpage.it, sono stati una beffa per tanti docenti. Nonostante i costi elevati – fino a 2500 euro – e nonostante il caos organizzativo che ha costretto tanti insegnanti a lunghe e onerose trasferte, in tanti non sono riusciti a ottenere l’abilitazione in tempo per la partenza del nuovo anno scolastico. Risultato? Chi non è riuscito a passare in prima fascia delle graduatorie GPS per l’insegnamento (dove si trova appunto il personale abilitato), avrà più difficoltà a lavorare l’anno prossimo: per le supplenze tanti insegnanti che hanno alle spalle diversi anni di esperienza, verranno quasi certamente scavalcati da chi magari ha preso un’abilitazione in un’università all’estero, che non è detto abbia tutte le carte in regola per rilasciare un titolo, secondo i criteri di legge (sulla questione ti rimandiamo alla nostra inchiesta La Cattiva Scuola).

La storia che ti raccontiamo oggi è quella di Giuseppe, 46 anni, docente ‘triennalista’ (ha cioè almeno 3 anni di esperienza a scuola). Si era iscritto a febbraio all’ateneo di Catanzaro al corso abilitante da 30 CFU (per il 50% online e per il 50% in presenza, più un tirocinio indiretto). La scorsa primavera il ministero aveva concesso una finestra (scaduta il 29 aprile) per iscriversi negli elenchi aggiuntivi di prima fascia delle GPS. Per coloro che non possedevano ancora il titolo al 29 aprile, c’era comunque la possibilità di iscriversi con riserva, a patto che conseguissero il titolo di abilitazione entro la scadenza fissata al 30 giugno (Le dichiarazioni di avvenuto conseguimento del titolo dovevano essere presentate entro il 3 luglio).

Eppure per Giuseppe, come per tanti altri colleghi, è stato impossibile farlo, perché in base al calendario didattico dell’Università di Catanzaro le lezioni sono proseguite oltre quella data. Impossibile dunque sciogliere la riserva nei tempi previsti, a differenza di quanto hanno potuto fare altri corsisti in altre università (soprattutto in quelle telematiche).

“La mia classe di concorso è A-50 Scienze naturali, chimiche e biologiche. Ho fatto l’esame conclusivo a fine luglio. Perderò sicuramente un anno di lavoro, quasi sicuramente non otterrò un incarico annuale, solo perché il ministero dell’Istruzione e quello dell’Università non hanno saputo coordinarsi tra loro”, dice a Fanpage.it. Negli ultimi 6 anni Giuseppe ha sempre ottenuto una cattedra, ma da quest’anno le cose per lui si complicano.

Il ministero dell’Università non ha tenuto conto delle scadenze di quello dell’Istruzione, nonostante diverse sollecitazioni arrivate dalle opposizioni, e ha dato indicazioni agli atenei per chiudere tutto entro l’8 agosto.

“Insegno per passione, quest’anno ci ho rimesso soldi. Per frequentare i corsi abilitanti ho dovuto anche prendere giorni di ferie non retribuite. Ci siamo fidati del ministero, e ora per noi è troppo tardi, siamo nel limbo, non ci resta che aspettare la riapertura delle GPS la prossima primavera. Proverò il concorso Pnrr3, altrimenti rischio di rimanere precario a vita – ci dice – Ho una figlia, magari pur avendo un’abilitazione dovrò cambiare mestiere”.

Giuseppe non è l’unico in questa situazione, come denuncia una petizione su change.org, sottoscritta da oltre mille persone, che hanno chiesto di “prorogare il termine per lo scioglimento della riserva delle GPS oltre il 30 giugno 2025, al fine di consentire a tutti i corsisti di completare il percorso abilitante e accedere alla prima fascia”.

L’APPROFONDIMENTO

Maturità 2025, a settembre la sessione straordinaria: il calendario e i compensi

Torniamo a parlare di Maturità. Perché gli esami di Stato sono tutt’altro che archiviati. Non solo perché a breve sapremo quali sono le novità per il prossimo anno scolastico – novità già annunciate dal Ministero Valditara e che riguarderebbero soprattutto il colloquio orale – ma perché a settembre il MIM ha fissato la sessione straordinaria per tutti coloro che non hanno potuto partecipare alle prove lo scorso giugno.

Dunque, la sessione è indirizzata agli studenti delle scuole superiori che, per gravi motivi documentati, non hanno potuto sostenere o completare le prove nella sessione ordinaria o suppletiva. E che dovranno evidentemente trascorrere questi giorni d’estate a studiare.

Secondo quanto stabilito dal MIM, mercoledì 10 settembre si terrà la prima prova scritta, la seconda d’indirizzo è in programma giovedì 11 e una volta corretti tutti i compiti si passerà ai colloqui orali. Dove non siano presenti candidati che sostengono le prove scritte, il colloquio ha luogo mercoledì 10 settembre 2025.

Per quanto riguarda i docenti, le commissioni saranno le stesse della sessione ordinaria e si insedieranno l’8 settembre. Novità, in particolare, sui compensi: ai commissari spetta una quota del compenso forfetario riferito alla funzione e una quota dell’eventuale compenso forfetario riferito ai tempi di percorrenza dalla sede di servizio o di residenza a quella d’esame. Pertanto, il compenso del presidente è di 1.249,00 euro, per i commissari esterni 911 euro, per gli interni 399 euro.

Newsletter a cura di Ida Artiaco e Annalisa Cangemi

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