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Come tutte le settimane la nostra La Nostra Scuola ti tiene compagnia per discutere insieme di compiti, lezioni, programmi, dei prossimi appuntamenti e delle questioni più serie e meno serie che coinvolgono direttamente insegnanti e studenti, e indirettamente le famiglie. Anche se fuori il termometro segna 40 gradi, anzi, proprio perché segna 40 gradi, è inevitabile tornare a parlare di calendario scolastico. Gli ultimi orali della Maturità sono un ricordo, docenti e alunni si godono il meritato riposo, ma il caldo rovente ci spinge a porci una domanda: è davvero possibile tornare in classe tra poco più di un mese, visto che le estati sono sempre più lunghe per via del cambiamento climatico?
Il problema non è nuovo, ne ha parlato apertamente ANIEF, proponendo un rinvio del rientro tra i banchi a ottobre. In direzione opposta va invece una proposta di una Regione, l’Emilia-Romagna, che sta ragionando sulla possibilità di ridurre la pausa estiva, aggiungendo una settimana a giugno e un’altra a settembre. Abbiamo pensato di chiedere un parere ai diretti interessati, gli studenti, e a un esperto meteorologo, il colonnello Mario Giuliacci. Buona lettura!
IL TEMA DEL GIORNO
Cambiare il calendario scolastico, parola agli studenti: “Non è la priorità”
Le scuole riaprono a settembre, la data per la riapertura non è la stessa per tutti: i primi a tornare in classe sono gli studenti della provincia autonoma di Bolzano, l’8. Nel Lazio la scuola riapre il 15 settembre, così come in Emilia-Romagna. Qui come dicevamo si sta valutando la possibilità di cambiare il calendario scolastico, accorciando le vacanze estive, magari introducendo una pausa tra primo e secondo quadrimestre, per dare anche la possibilità ai ragazzi più in difficoltà di recuperare, sul modello di diversi sistemi scolastici europei. Abbiamo chiesto un commento a Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio.

Cosa ne pensi della possibilità di rimodulare il calendario scolastico? Pensi possa essere una buona idea anche nel Lazio?
Può essere una proposta utile, nelle Regioni in cui le temperature lo permettono. Modificare il calendario potrebbe servire a migliorare il benessere degli studenti. Anche se per lavorare sulla salute mentale servirebbero altre riforme della scuola e del sistema in generale.
Può essere un vantaggio per gli studenti fare più interruzioni nel corso dell’anno, magari per recuperare lezioni o parti di programma perse?
Sì, anche se per dare a tutti la possibilità di recuperare un’insufficienza non bisognerebbe pensare solo a uno studio individuale, per non rischiare di cadere in un ragionamento un po' classista e discriminatorio. Un conto è avere una famiglia in grado di aiutarti a studiare a casa. Un conto invece sono tutte quelle situazioni, che sono tantissime, in cui non c’è una famiglia a supportarti, e quindi avere dei giorni di stop per poter lavorare su alcune lacune, non porterebbe a nulla.
Pensi che una misura di questo tipo debba riguardare esclusivamente la scuola primaria e secondaria di primo grado, per dare un aiuto ai genitori che lavorano nei mesi estivi?
I calendari scolastici vengono decisi dalle Autonomie scolastiche e dalle Regioni, per cui se si vuole pensare a una rimodulazione bisogna tenere conto delle necessità del territorio, a partire come dicevo prima dalla temperatura. Noi non abbiamo una posizione specifica rispetto alla rimodulazione.
Aggiungere una settimana di scuola a giugno e far rientrare i ragazzi una settimana prima a settembre potrebbe comportare secondo te problemi per il clima, visto che le aule non sono attrezzate per le alte temperature?
Sicuramente la temperatura aumenterà sempre di più nei prossimi anni, a prescindere dal calendario scolastico. Si potrebbe ripensare il concetto di classe fisica, immaginando una serie di attività che si possono svolgere all'esterno, come passeggiate o lezioni all’aperto, uscite didattiche o gite scolastiche. Le aule non sono adeguate per il clima che cambia, non solo perché non hanno l’aria condizionata, che è un miraggio, ma anche perché in inverno spesso i riscaldamenti non funzionano.
Nel Lazio per esempio cosa sarebbe opportuno fare?
Credo che prima di intervenire sul calendario scolastico, bisognerebbe forse capire come si va a scuola. Oggi il vero problema, anche nella nostra Regione, è per esempio come raggiungere la scuola, con un sistema dei trasporti che molto spesso o non funziona oppure è elitario, con abbonamenti che costano tantissimo. Bisognerebbe prima occuparsi dei problemi della didattica, a partire dagli insegnanti di sostegno che molto spesso oggi nelle classi non esistono. Servirebbe l'inserimento di molti più docenti, e a questo è legato anche il tema del numero minimo di studenti per classe. Oggi il vero problema non è quando si va a scuola, ma soprattutto quante persone ci sono all'interno di una classe. Ci sono aule che arrivano ad avere 30 studenti e studentesse. In questi casi fare didattica è molto più difficile.
L’APPROFONDIMENTO
Rientro in classe a ottobre, Giuliacci: “Non è una buona idea se dipende da fattori climatici”
La proposta di un rientro in classe posticipato a ottobre arriva da alcuni sindacati, come ANIEF, per motivi didattici ma anche e soprattutto climatici. Cominciare a fare lezione mentre fuori ci sono ancora 30 gradi potrebbe essere una sfida, soprattutto per i più piccoli e per gli istituti non climatizzati: da qui l’idea di ritardare la prima campanella dalla metà di settembre all’inizio del mese successivo.

Ma è davvero una buona idea? Lo abbiamo chiesto al colonnello Mario Giuliacci, volto noto delle previsioni meteo e tra i massimi esperti in materia. Per il meteorologo, la risposta è negativa. Il motivo?
“Ho fatto un grafico con il quale ho dimostrato che l’estate, intesa come la stagione in cui ci sono ondate di caldo con valori superiori ai 33 o 34 gradi, dura effettivamente fino a fine settembre”, ha spiegato Giuliacci. “E ciò si vede anche dal fatto che fino a una trentina di anni fa si parlava di burrasca di Ferragosto, cioè generalmente dopo il 15 agosto arrivava una perturbazione in grado di azzerare le temperature estive che non tornavano più prima dell’anno successivo. Ma ora le ondate di calore si registrano fino alla fine di settembre e la probabilità che questo mese sia di stampo estivo, simile ad agosto, è molto alta”.
Ma c’è un “però”. Secondo l’esperto “giugno è peggio di settembre, lo abbiamo visto anche quest’anno, quando è stato a dir poco rovente. Se si tolgono 15 giorni a settembre per poi aggiungerli a giugno, e far finire la scuola intorno al 20, perché poi i giorni in classe quelli devono essere per legge, credo che potrebbe essere molto più rischioso”.
Newsletter a cura di Ida Artiaco e Annalisa Cangemi