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Neo-mamma fugge dall’ospedale e si suicida con la neonata: aperta inchiesta

Charlotte, 30 enne di Bristol (UK) aveva lasciato il nosocomio locale insieme alla figlia di 4 giorni. Entrambe sono state ritrovate cadavere in un fiume. Ora i vertici ospedalieri vogliono capire come è possibile che la donna – che soffrirerebbe di gravi disturbi psichici – abbia potuto lasciare la clinica così indisturbata.
A cura di Biagio Chiariello
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I vertici ospedalieri dell’ospedale di Bristol, in Inghilterra, hanno avviato un'indagine sul caso di Charlotte Bevan, la neomamma 30enne ritrovata cadavere insieme alla sua bambina nei pressi di un fiume nella città britannica. L’obiettivo è cercare di capire come sia stato possibile per la donna lasciare il reparto di maternità con la figlia appena nata. Charlotte, che si ipotizza soffrisse di una grave malattia mentale, aveva abbandonato l'ospedale martedì sera insieme alla sua Zaani Tiana, di appena quattro giorni, con addosso pantofole da ospedale e nessun cappotto, subito dopo aver ricevuto in clinica la visita del suo compagno. Il giorno dopo il suo corpo e quello della neonata sono stati rinvenuti in fondo a un canale, sul bordo del fiume Avon. I filmati delle telecamere di sicurezza del nosocomio mostrano la ragazza che cammina affianco a tre infermiere riunite intorno ad un distributore automatico del San Micheal di Bristol. Un portavoce dell'ospedale ha ammesso che i pazienti del reparto di maternità sono liberi di entrare e uscire a loro piacimento.

Tuttavia Charlotte avrebbe una storia non felicissima alle spalle. La famiglia e gli amici hanno affermato che aveva sofferto di una grave forma di depressione dopo la morte improvvisa di suo padre nel 2000, avvenuta a seguito di un tumore al cervello. Sul suo profilo Facebook si leggono messaggi preoccupanti, in cui la 30enne riferisce di “sentire voci”, ma anche post più sentiti nei quali afferma di necessitare di “amore e sostegno”. Gli inquirenti ipotizzano l’eventualità che, vista la gravidanza, la donna non stesse più prendendo i farmaci che l’aiutavano a stabilizzare la sua condizione mentale. Ed ora i suoi amici puntano il dito contro i membri dell’ospedale che avrebbero dovuto “fermarla” per evitare che uscisse. “Sapevano che era un soggetto a rischio” ha detto Jessie Saul al Daily Mail. “E’ ridicolo, hanno completamente fallito. Spero che ci siano dei cambiamenti seri, affinché quel che è stato permesso non accada di nuovo”.

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