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Decreto Irpef, Napolitano firma. Il Governo: “Nessuna nuova tassa”

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto il Ministro dell’economia chiedendo ulteriori chiarimenti sulle coperture finanziarie del decreto Irpef.
A cura di A. P.
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UPDATE – Fonti di Palazzo Chigi hanno precisato che nel dl Irpef “non spunta nessuna nuova tassa, né ovviamente alcun prelievo sui conti correnti” ma che c’è “il semplice adeguamento previsto nell’annuncio del 12 marzo” della tassazione sulle rendite finanziarie alla media Ue con il passaggio dal 20 al 26%. Dopo l’incontro di questa mattina al Colle con il ministro Pier Carlo Padoan è arrivata la firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul decreto che fa arrivare in busta paga un bonus di 80 euro al mese per i redditi entro i 24mila euro.

Nel giorno in cui il decreto lavoro ottiene il primo via libera dalla Camera, il Governo è chiamato formalmente a dare ulteriori spiegazioni in merito al decreto Irpef varato dall'Esecutivo pochi giorni fa e che prevede tra le altre cose un aumento in busta paga dei famosi 80 euro. Prima di apporre la sua firma sul documento, infatti, il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto al Governo ulteriori chiarimenti in merito convocando direttamente al Colle il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. I due si sono incontrati al Quirinale in tarda mattinata, ma nulla di ufficiale è trapelato sull'esito dell'incontro. Un colloquio, però, che è quanto meno sintomo di incertezza da parte del Capo dello Stato sulla reale tenuta finanziaria del provvedimento economico del Governo. Uno stringato comunicato stampa del Quirinale dà solo conto dell'avvenuto colloquio tra Ministro e Presidente e fonti governative parlano solo di "ulteriori chiarimenti" e uno scambio di opinioni sul bonus e sulle coperture per finanziarlo.

A Napolitano del resto si erano rivolte le opposizioni parlamentari con in testa il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, affinché il Capo dello Stato non firmasse il decreto. "Rinnoviamo il nostro appello, per la verità  l’ultimo, affinché non si compia un atto che potrebbe avere conseguenze estremamente gravi per il nostro Paese" aveva scritto Brunetta, aggiungendo: "Le norme devono essere coperte, secondo modalità che non lascino dubbio alcuno, se non si vuol far ripiombare l’Italia nell’incubo di una nuova procedura d’infrazione".

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