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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Violenze nel carcere di Santa Maria, picchiati i detenuti che giocano a biliardino

I detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere presi di sorpresa mentre giocano al biliardino e picchiati a schiaffi e manganellate. Sono le nuove immagini catturate dalle videocamere di sorveglianza interne del carcere di Santa Maria Capua Vetere, pubblicate in esclusiva da “Il Mattino”, sui pestaggi avvenuti il 6 aprile 2020.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il video sui pestaggi dei detenuti al biliardino de Il Mattino
Il video sui pestaggi dei detenuti al biliardino de Il Mattino

I detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere presi di sorpresa mentre giocano al biliardino e picchiati a schiaffi e manganellate. Sono le nuove immagini catturate dalle videocamere di sorveglianza interne del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, pubblicate in esclusiva da “Il Mattino”, sui pestaggi avvenuti il 6 aprile 2020. I detenuti stanno parlando tra loro e giocando al biliardino, quando, ad un certo punto, vengono presi alla sprovvista dagli agenti che li circondano con caschi, manganelli e scudi. I poliziotti ordinano ai detenuti di mettersi faccia al muro. Uno dei carcerati inciampa nella sedia a rotelle di un compagno, ma riesce a rialzarsi.

Detenuti picchiati anche con le stampelle

A questo punto scattano le violenze. I detenuti che sono al muro vengono schiaffeggiati ripetutamente. Altri sono indirizzati verso l'uscita e picchiati con i manganelli. Si vedono anche dei colpi portati con le stampelle di un detenuto. Poi i poliziotti della penitenziaria iniziano a mettere a posto l'area della socialità del carcere, dove si trova il biliardino, messa sottosopra poco prima. In altre immagini si vedono gli agenti della polizia penitenziaria che battono i manganelli sugli scudi, dopo i pestaggi.

In un altro video esclusivo pubblicato da La Repubblica, si vedono decine di operatori della penitenziaria che accerchiano uno o due detenuti per volta: colpendo alla testa, sulla schiena o sulla nuca. In alcuni casi, più agenti si concentrano contemporaneamente su un'unica vittima. I reclusi – racconta il quotidiano – si muovono a passi lenti, piegati dalla paura, le mani in testa nel tentativo di parare i colpi. L'inchiesta ha già portato a 52 misure cautelari, a carico di funzionari, comandanti e agenti dell'amministrazione penitenziaria.

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