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Guerra in Ucraina

Torna libero Yevhen Lavrenchuk, il regista ucraino oppositore di Putin arrestato a Napoli

La Corte di Appello di Napoli ha disposto la scarcerazione di Yevhen Lavrenchuk, il regista ucraino oppositore di Putin arrestato a dicembre. Il Procuratore Generale aveva chiesto il rigetto della richiesta di estradizione.
A cura di Nico Falco
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Sta per tornare in libertà Yevhen Lavrenchuk, il regista ucraino oppositore di Putin arrestato a Napoli: ieri, 3 marzo, la Corte di Appello di Napoli ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari (alla quale il 39enne era sottoposto dalla fine di gennaio, dopo un mese in carcere) e ha disposto l'immediata scarcerazione in risposta alla richiesta del ministro Cartabia, motivata dai rischi che avrebbe corso il 39enne se fosse tornato in Russia.  Sul regista pendeva una richiesta di estradizione presentata dalla Russia, ma lo scorso 25 febbraio il Procuratore Generale aveva chiesto il rigetto "sulla base delle medesime considerazioni e della posizione del Governo Italiano nella crisi ucraina".

Caso Lavrenchuk, interrogazione del deputato Magi

La notizia della imminente scarcerazione è stata trasmessa a Riccardo Magi, deputato dei Radicali presidente di Più Europa, che aveva sottolineato i rischi che avrebbe corso Lavrenchuk se fosse stato trasferito in Russia e il 3 marzo aveva presentato una interrogazione al ministro della Giustizia Marta Cartabia. Il parlamentare aveva evidenziato come proprio l'opposizione a Putin aveva obbligato il regista a lasciare la Russia nel 2014 e chiedendo "quali dispositivi di protezione intenda attivare (il Governo) per garantire a Lavrenchuck il ri­entro in Ucraina in sicurezza".

"Lavrenchuk è stato già oggetto di pressioni e minacce – si legge nella interrogazione di Magi – quando ancora risiedeva in Russia, in oc­casione della messa in scena di alcune opere teatrali, ha ricevuto da parte del «Comitato degli Anziani» (un organo con­sultivo dell’ufficio del sindaco) della città russa di Tomsk accuse di «propaganda all’omosessualità», condotta vietata in Rus­sia da un’infausta legge approvata del 2013″.

Il deputato aveva quindi chiesto "quali iniziative di competenza siano state intraprese a seguito della comunica­zione del provvedimento con cui il segre­tario generale dell’Interpol ha disposto la cancellazione dai registri della richiesta d’ar­resto inserita dalla Federazione Russa a carico del signor Lavrenchuck per violazione dell’articolo 3 dello statuto Interpol" e "quali determinazioni intenda assumere il Governo riguardo alla richiesta di estradizione in Russia di Lavrenchuck".

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Torna libero Lavrenchuk, il regista ucraino oppositore di Putin

Nella risposta il ministero della Giustizia evidenzia che la richiesta di estradizione delle autorità russe è stata presentata il 20 gennaio 2022. Nello stesso giorno la Corte di Appello di Napoli aveva emesso l'ordinanza con cui si disponeva la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari ad Avellino, luogo indicato dallo stesso Yevhen Lavrenchuk.

"Sin dal mese di gennaio – si legge nella risposta – la Ministra della Giustizia ha rappresentato alla Ministra della Cultura della Repubblica Popolare Ucraina che il caso sarebbe stato seguito con la massima attenzione dall'Autorità Giudiziaria italiana competente e dallo stesso Ministero della Giustizia, tenendo conto di eventuali situazioni di persecuzione o discriminazioni legate a opinioni politiche o a condizioni personali o sociali della persona di cui era stata richiesta l’estradizione".

Il 2 marzo, quindi, il ministro Cartabia ha richiesto alla Corte di Appello di Napoli la revoca della misura cautelare, in considerazione degli sviluppi della crisi ucraina e sottolineando che "gli attuali rapporti tra la Federazione Russa e l’Ucraina inducono a ritenere sussistente e concreto il rischio che, in caso di estradizione, il Lavrenchuk Yevhen, che peraltro si è dichiarato oppositore politico del presidente Russo Putin e ha assunto in passato posizioni politiche di netta critica all’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, possa essere sottoposto, in ragione della sua condizione di cittadino ucraino oppositore politico, a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona, ivi compreso il diritto di difesa".

La risposta è arrivata il giorno successivo, il 3 marzo: sulla base delle stesse motivazioni avanzate dal ministro Cartabia la Corte di Appello di Napoli ha disposto la revoca della misura cautelare e l'immediata scarcerazione del regista, evidenziando inoltre che "sulla base delle medesime considerazioni e della posizione assunta dal Governo Italiano nella crisi ucraina, il Procuratore Generale nella requisitoria trasmessa a questa Corte in data 25 febbraio 2022 ha chiesto il rigetto della richiesta di estradizione".

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L'arresto di Yevhen Lavrenchuk a Napoli

Yevhen Lavrenchuk (il cui nome può essere anche traslato dall'alfabeto ucraino come Eugene) era stato bloccato dalla Polizia il 17 dicembre scorso. Prima di partire da Tel Aviv aveva anche pubblicato su Facebook una foto del biglietto aereo, il suo volo aveva fatto scalo a Napoli. Quando si era registrato nel B&B in zona Capodichino nella sala operativa della Questura di Napoli era arrivato l'alert che segnalava la presenza di un ricercato. Il regista era infatti stato condannato a 10 anni di reclusione dalle autorità russe, ritenuto colpevole di una frode ai danni di un suo studente al quale avrebbe sottratto una grossa somma di denaro; i fatti contestati risalgono al periodo tra il novembre 2013 e il febbraio 2014, quando Lavrenchuk dirigeva il Teatro Polacco di Mosca. La storia dietro l'arresto era stata anticipata da Fanpage.it.

Per la famiglia quella condanna sarebbe stata una vendetta, ritorsione per le sue ideologie apertamente contrarie alla politica di Vladimir Putin, in particolare nella questione ucraina, che lo avevano portato a lasciare la Russia nel 2014. A sostegno di Lavrenchuk, dopo l'arresto, si era mossa la comunità ucraina e diversi intellettuali avevano lanciato appelli perché non venisse estradato; il 15 gennaio c'era stata una manifestazione a sostegno a Milano. Il 31 dicembre il 39enne era stato visitato in carcere dal console ucraino e le sue condizioni di salute e lo stato di detenzione erano stati ritenuti accettabili.

(articolo aggiornato alle 18:30 del 4 marzo 2022)

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