Storia di Iolanda Palladino, morta nel 1975, colpita da una bottiglia molotov a Napoli

Napoli non dimentica Iolanda Palladino, vittima innocente dell'odio fascista. È il 17 giugno 1975 e Iolanda, ventenne napoletana, è una studentessa al primo anno di giurisprudenza piena di sogni e di speranze. A Napoli si vota per eleggere il Consiglio comunale e i cittadini decidono di premiare il Partito Comunista. Quel caldo giorno di fine primavera una folla è in strada per festeggiare il risultato, convinta che si stia per aprire per il capoluogo partenopeo un nuovo periodo di rinnovamento, che culminerà con la vicina elezione a primo cittadino di Maurizio Valenzi. Poi il corteo passa vicino alla sede del Movimento sociale italiano. E viene lanciata una bottiglia incendiaria verso la gente in strada.
La vettura colpita da una bottiglia incendiaria
Iolanda Palladino si trova fisicamente tra i due schieramenti. Sono le 23,30 circa e la ragazza guida la sua Fiat 500 subito dopo le automobili del corteo, che sfilano con bandiere e slogan per le vie cittadine. È in via Foria, a pochi passi dalla sezione "Berta" del Movimento sociale italiano di Napoli. Uno dei militanti lancia verso il corteo una bottiglia incendiaria, una molotov. La bomba colpisce la vettura di Iolanda e la capote prende immediatamente fuoco. La ragazza istintivamente esce dall'automobile e, oramai torcia umana, viene soccorsa dai passanti. Prima viene ricoverata presso l'Ospedale degli Incurabili nel centro storico, poi al Cardarelli. La situazione appare subito disperata.

La morte dopo giorni di agonia
La giovane, per la gravità della situazione, viene trasferita al Sant'Eugenio di Roma. Nonostante i tentativi estremi dei medici, le ferite non le lasciano scampo. Dopo giorni di atroci sofferenze, spira. È il 21 giugno 1975. Per l'omicidio, qualche giorno dopo, viene arrestato un militante ventenne, che confessa di avere lanciato la bottiglia; con lui finiscono in manette un 19enne e un 16enne. I tre vengono condannati nel 1977, la pena più alta al primo (6 anni e 8 mesi di carcere), successivamente arriveranno sconti di pena e condoni.
Per la brutalità del gesto anche il leader missino Giorgio Almirante si dissocia dall'azione. Dispone la chiusura della sezione Berta e destituisce il suo segretario. Il presidente della Corte Costituzionale Francesco Paolo Bonifacio scrive un telegramma, "Iolanda, innocente vittima di un odio politico che non ha nulla di umano". Il presidente della Camera Sandro Pertini decide di renderle omaggio all'obitorio di Roma. Non sarà l'unico a volerle dire addio.
Trentamila persone ai funerali di Iolanda Palladino
Ai funerali di Iolanda Palladino partecipano oltre 30mila persone. Il 24 giugno si stringono tutti attorno alla sua famiglia, in piazza Mercato. Immagini di una Napoli ferita dall'uccisione di una sua figlia che avrebbero accompagnato per anni a venire i napoletani. Durante il corteo il feretro è salutato – e pianto – fino al cimitero dal lancio di confetti bianchi e fiori dai balconi. La famiglia Palladino non ha mai ricevuto alcun tipo di risarcimento.
In occasione del 50esimo anniversario dell'uccisione della giovane napoletana, che cade proprio quest'anno, la Municipalità 3 della città ha organizzato, per il prossimo 17 giugno, una commemorazione in sua memoria davanti l'Istituto Superiore "Della Porta – Porzio Colosimo" nella sede di via Foria. Luogo nei pressi del quale la ragazza ha perso la vita e nel quale aveva studiato. Il ricordo avrà inizio alle ore 10,30 e il corteo, successivamente, si porterà presso la targa posta sulle Scale Iolanda Palladino all'angolo di via Foria con via Michele Tenore.