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Emergenza lavoro

Senza reddito di cittadinanza sarei finita a dormire in strada. Se lo aboliscono come farò?

Una dura lettera racconta cosa significa avere un minimo di sostegno al reddito e l’incubo di chi oggi ha paura di perderlo.
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La storia di Mariacristina, 53 anni, di Casoria, comune dell'hinterland Nord di Napoli, è drammatica. La donna affida a Fanpage.it la sua storia, durissima, senza celare nulla, nemmeno le sue più recondite  paure, come quella di non farcela più a vivere.

Le lettere che giungono alla nostra redazione si sono moltiplicate da quando l'annuncio dell'abolizione del reddito di cittadinanza si sta concretizzando con nuove norme più restrittive in maniera orizzontale.

Non voglio essere apostrofata come "fannullona" perché non lo sono, avevo tanti sogni, volevo lavorare, ma un lavoro non l'ho mai trovato, sono diplomata, ma trovo tutte porte chiuse in faccia, mi sono trovata con offerte di lavoro dove ai colloqui si presentano in 100 e il lavoro e uno solo, curriculum mandati che non mi rispondono proprio, colloqui di lavoro dove non mi chiamano mai.

Gli unici lavori li ho fatti  solo tramite amicizie, in particolare lavori di pulizia, ma con paghe da fame.
Facevo le pulizie in un negozio e il mio datore di lavoro quando mi doveva pagare si faceva prestare i soldi dal giornalaio.  Poi ho lavorato in un'azienda con contratto a progetto, dove più di 400-500 euro al mese non ti danno.

Dopo i 30 anni per me è stato impossibile trovare lavoro, mi dicevano che ero troppo vecchia.

È un circolo vizioso: senza soldi non puoi spostarti ma se non puoi spostarti non lavori e non guadagni. E come si fa?

Lavori che sono troppo lontani da casa mia e io la macchina non me la posso permettere, dove abito io il mezzo pubblico non esiste, per il resto non sono affidabili, si rischia di rimanere a piedi.
L'unico mezzo sicuro è la macchina. Ma come faccio a mantenerla con 400 euro al mese? Sapete quanto costa un assicurazione auto? Dagli 800 euro in su all'anno. Poi ci sono i costi della benzina.

Poi il dramma familiare: i genitori – che a volte sono l'unico sostegno economico con la loro pensione – vengono a mancare o si ammalano. E inizia il dramma nel dramma.

Racconta Mariacristina ed è un racconto durissimo:

I miei genitori mi aiutavano con la loro pensione, poi mia madre è venuta a mancare e sono rimasta da sola con mio padre di 95 anni affetto da demenza. E come potevo andare a lavorare? Non potevo lasciarlo da solo, non era autosufficiente.

Quando è morto sono rimasta in casa. Se non fosse stata di loro proprietà io oggi sarei per strada.

Mi hanno riconosciuto 500 euro di reddito di cittadinanza, sono pochi, ma almeno mangio e pago qualche bolletta; mi hanno aiutato i bonus luce e gas altrimenti sono so come avrei fatto. Quando è morta mia madre dovevo pagare solo luce e gas 300 euro ogni 2 mesi, spese di condominio, telefono, non so come avrei fatto con 500 euro al mese.

Ho dovuto pagare spese si successione, spese di volture per utenze luce e gas, mi avevano detto che gli eredi non pagavano, invece solo per il gas mi hanno addebitato 160 euro e meno male che ho ereditato la quattordicesima dei miei genitori non spesa per pagare questi costi, altrimenti non so come avrei fatto con 500 euro al mese: a stento mangio.

Che ne sarà di noi se tolgono il reddito di cittadinanza? Io ho 53 anni e per le aziende non sono occupabile, mica ci lasceranno morire di fame? Vogliono che la facciamo finita?

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